di Antonio Bomba
L’inclusione del Cardeto all’interno del parco regionale del Conero continua a far discutere.
Uno dei punti centrali del programma elettorale del sindaco di Ancona Daniele Silvetti è stato infatti ieri oggetto di una mozione da parte del consigliere comunale di maggioranza Vincenzo Rossi (Forza Italia). L’atto è stato approvato dall’assemblea e così adesso la giunta dovrà seguirne l’indirizzo, ovvero iniziare le interlocuzioni con la dirigenza dell’Ente parco per valutarne l’interesse della controparte prima e la fattibilità effettiva poi.
A tal proposito proprio Silvetti nella mattinata odierna sul proprio profilo Instagram ha ritenuto opportuno rispondere alle critiche piovute dalla maggior parte dell’opposizione: «Nessuna dispersione, nessuna perdita, nessuno scippo» inizia così il post che poi prosegue: «La nostra mozione, che dà di fatto il via all’inizio dell’iter per l’annessione del parco del Cardeto al parco del Conero, è rivolta alla valorizzazione del primo e al rafforzamento dell’altro in vista della richiesta di riconoscimento a parco nazionale».
Il primo cittadino va avanti: «Con questo atto inizia dunque un percorso, punto cardine del nostro programma di governo, per la promozione del territorio, per accentuarne i tratti caratteristici, tenendo bene in considerazione che il parco del Conero ha tutte le caratteristiche per essere riconosciuto parco nazionale a cui si aggiungerebbe anche l’annessione del parco del Cardeto che comunque manterrà un suo tratto distintivo nella segnaletica che ne preserverà a sua volta il tratto storico».
All’ampia premessa segue la risposte alle critiche: «Pensare a chi si accolla la manutenzione, pensare nel suo complesso alla gestione è del tutto prematuro, visto che le competenze e le azioni conseguenti saranno definite nella fase successiva da un protocollo d’intesa tra la città di Ancona e il Parco del Conero. Al momento, quindi, è giusto pensare in prospettiva, alle possibilità e alle opportunità che si prospettano».
Silvetti a questo punto parte con gli esempi: «E mi riferisco all’inserimento del Parco del Cardeto in un circuito turistico-ambientale (tesi sostenuta ieri in aula dal consigliere di Fdi Riccardo Strano, ndr) che darebbe lustro alla città di Ancona con l’inserimento di nuovi percorsi escursionistici, con una programmazione culturale complessiva che spazia dagli eventi ad appuntamenti di sensibilizzazione e di educazione alla natura. Quindi progetti di ricerca e di formazione».
E ancora: «Ma ci sono anche questioni ancor più stringenti come il proseguimento della strategia di contenimento degli ungolati, la realizzazione di una cartellonistica complessiva, la messa a sistema delle strutture presenti all’interno del parco del Cardeto. Penso alla ex Polveriera Castelfidardo, al ‘Campo degli Ebrei’, al Convento dei Cappuccini».
Insomma «Il percorso è tracciato. Ora il parco del Conero riunirà il suo consiglio direttivo per assorbire la mozione votata in consiglio e invierà la richiesta formale alla Regione per il riconoscimento, attraverso legge regionale, dell’ampliamento dei confini del Parco del Conero. Quest’ultimo Ente, a sua volta, proseguirà invece verso il riconoscimento ministeriale. È bene ricordare – il sindaco conclude così il proprio post sul social network – che una precedente richiesta di riconoscimento del parco del Conero a parco nazionale fu fatta nel 2016».
Sull’argomento però è tornato anche il capogruppo di Ancona Futura Diego Urbisaglia che ieri si è visto non recepire un emendamento alla mozione presentata da Rossi.
«Al miglior offerente e senza garanzie» è il titolo del comunicato che già di per sé lascia intendere il resto. «Con una mozione presentata in consiglio comunale – fa notare Urbisaglia – senza averla prima sottoposta ad approfondimenti delle commissioni competenti e a tutti i consiglieri, come sarebbe opportuno per temi di simile rilievo, l’amministrazione Silvetti ha ufficializzato la volontà di inserire il parco del Cardeto all’interno del parco del Conero, o meglio l’amministrazione Silvetti ha fatto ufficializzare alla maggioranza consiliare una scelta già fatta, senza dare la possibilità di comprendere costi e benefici, regole di ingaggio, ricadute su un cospicuo pezzo di città…verrebbe da dire il consiglio comunale con il voto di ieri ha firmato una cambiale in bianco».
Il consigliere va avanti: «Il parco del Cardeto è un parco urbano di circa venti ettari ed è un patrimonio naturalistico, con piante autoctone, monumentale e storico con il ‘Campo degli Ebrei’, la Polveriera, il Bastione e il Faro» nonché «sociale, con un centro di educazione ambientale, una fattoria didattica e una frequentazione abituale da parte di migliaia di cittadine e cittadini».
Urbisaglia, da 20 anni siede in assise e pertanto per dare sostengo alla propria tesi ricorda come «il Comune di Ancona, in passato, ha sempre rifiutato con decisione qualsiasi violazione di questo patrimonio, ribadendo categoricamente il proprio ‘No’ all’introduzione di veicoli e collaborando a progetti sostenibili con l’Univpm, la Soprintendenza e Associazioni varie. Certo, la gestione di un parco urbano così grande è complicata. Ma, facciamo notare al sindaco Silvetti e alla sua maggioranza silente e accondiscendente che la gestione di una città è, in generale, complicata».
Gestire a suo modo di vedere richiede «pianificazione, consapevolezza dei propri limiti e delle proprie possibilità, capacità di fare scelte. Prendere un pezzo intero di città, 200.000 mq. E siccome non si ha idea di come occuparsene farlo gestire a qualcun altro non è esattamente un metodo di governo». In particolare per Urbisaglia «prendere il principale parco urbano di Ancona, che circonda il centro storico e si distende da mare a mare ed è collegato attraverso numerose strade all’abitato e farlo gestire al parco del Conero è una decisione di un’importanza capitale per i residenti, per chi lavora nell’area, oltre che per i turisti e i fruitori del parco».
Il capogruppo di Af prosegue con delle domande: «Quali sarebbero le regole a cui chi vive negli edifici adiacenti il parco dovrebbe sottostare? Non lo sappiamo. Che modalità di fruizione del parco sarebbe permessa? Quali attività sarebbero vietate al suo interno? Come si gestirebbe il ‘Campo degli Ebrei’ in un regime di tutela regionale? Ma soprattutto: quale reale vantaggio si avrebbe nel far gestire il parco a un Ente che non ha risorse a sufficienza già adesso?».
Sempre secondo Urbisaglia è evidente che «queste domande l’amministrazione non se le è fatte. Oppure se le è fatte, ma non avendo le risposte ha preferito non parlarne con il resto della città, non approfondire con i consiglieri comunali eletti dai cittadini, non ascoltare il parere dei residenti e dei fruitori di quel parco, ennesima dimostrazione di una campagna elettorale permanente fatta di tanti annunci e poche idee».
Infine un annuncio: «Da parte nostra chiederemo la convocazione, come da regolamento, delle commissioni competenti per capire bene le ricadute di questa scelta e organizzeremo incontri con i residenti del territorio per recepire i dubbi e spiegare le ricadute di questa scelta».
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