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Tarquinio esorta l’Europa alla pace:
«La guerra è tomba dell’umanità
e suicidio della politica»

MACERATA - Candidato indipendente del Pd alle europee è stato ospite ieri sera del circolo Aldo Moro nel teatro parrocchiale di Collevario. Tra il ricordo di David Sassoli e le critiche al piano Mattei, ha motivato la sua proposta di sciogliere la Nato che tanti malumori ha creato anche nel partito che lo ospita

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Marco Tarquinio al teatro parrocchiale di Collevario

di Alessandra Pierini (foto di Fabio Falcioni)

«L’Europa o è pace o non è». Marco Tarquinio lo va ripetendo come un mantra da tempo e ancor più nella campagna elettorale che lo vede candidato come indipendente dal Partito Democratico.
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Lo ha ripetuto anche questa sera a Macerata. Giornalista di lungo corso, per 14 anni direttore dell’Avvenire, cattolico e pacifista, invitato dal circolo Aldo Moro, ha portato la sua visione d’Europa «con un ruolo centrale nel dialogo e contro il ricorso alle armi per la definizione delle controversie internazionali» nel teatro parrocchiale di Collevario dove ha aperto il suo intervento con una certa commozione per ricordi che lo legano alla provincia di Macerata.

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Un viaggio tra storia e geopolitica quello che ha fatto fare al suo pubblico, senza trascurare la Costituzione italiana laddove ripudia la guerra: «L’Europa ci ha assicurato 70 anni di pace – ha detto – la mia generazione è la prima che non ha dovuto versare sangue sui campi di battaglia. Ora, con quello che accade in Ucraina e a Gerusalemme stiamo capendo che la guerra è la tomba dell’umanità e il suicidio della politica». Inevitabile la spiegazione della sua proposta di sciogliere la Nato che in questi giorni lo ha reso ancor più protagonista e al tempo stesso ha provocato non pochi malumori all’interno del Pd che lo ha accolto come candidato: «Mentre siamo sull’orlo del vulcano, le politiche della Nato non sono più di alleanza difensiva ma offensiva. Per questo il patto va rifatto, non certo in un giorno ma va sciolto».

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Un accenno al Piano Mattei («Mattei è stato un partigiano, la nostra presidente del Consiglio ora lo metterebbe nel pantheon della destra, non so se sarebbe d’accordo, intanto cinque miliardi sono già stanziati e poi dirottati»), la dichiarazione d’amore al Pd («Ho detto sì al Pd il 20 aprile, stesso giorno che mi sono fidanzato con mia moglie con cui sto da 39 anni, fidanzamento io lo prendo sul serio») e infine, dopo aver ricordato David Sassoli, come figura a cui ispirarsi, l’invito ad andare a votare: «E’ prendere in mano il proprio potere. Bisogna irrobustire il Pd contro una destra apparentemente divisa ma che marcia unita. Votate forte che lo sentano a Bruxelles, a Pechino, a New York ma anche a Roma se lo vogliono sentire».

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Angelo Sciapichetti e Marco Tarquinio

Ad introdurre Tarquinio è stato Angelo Sciapichetti in doppia veste di presidente del circolo Aldo Moro e di segretario provinciale del partito: «La sua è una voce autorevole e coraggiosa che ha sempre raccontato i fatti». Poi l’invito alla partecipazione: «Gli avversari sono due, da una parte le destre e l’avanzata populista, dall’altra l’astensione. Due avversari il primo le destre (serve più Europa) e l’avanzata populista e l’astensione. In entrambi i casi Marco Tarquinio può essere una risorsa in Europa».

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