I migliori esperti a livello nazionale e internazionale nell’ambito dell’obesità e dei disordini alimentari si sono ritrovati per il convegno organizzato da Unicam e la Società Italiana di Farmacologia. Un’occasione per fare il punto sui nuovi sviluppi a livello scientifico e sulle conoscenze dei meccanismi che portano allo sviluppo di queste patologie e sulle attuali e future strategie farmacologiche quindi terapeutiche per recuperare questi disordini e l’obesità.
Il professor Carlo Cifani docente della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute e direttore del master in “Manager di Dipartimenti Farmaceutici” ha coordinato la tre giorni di lavori su un tema centrale soprattutto nel “nord” del mondo: I disordini alimentari sono del patologie psichiatriche altamente invalidanti e potenzialmente mortali. Si calcola che in Italia, siamo arrivati a 3 milioni e mezzo di persone a cui sono stati diagnosticati disordini alimentari. I disturbi alimentari più frequenti sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il Binge eating disorder quindi la perdita del controllo verso il cibo. Anche a livello europeo, attualmente si è arrivati a diagnosticare questi disordini in 20 milioni di persone, a livello mondiale in 55 milioni. Quindi attualmente è estremamente necessario potere intervenire per poter ridurre questa avanzata, soprattutto anche nei giovani in quanto l età media si è abbassata notevolmente, attualmente al di sotto dei 17 anni».
Anche l’obesità è ovviamente una emergenza sanitaria a livello globale con numeri estremamente preoccupanti. A tal proposito la farmacologia ha fatto passi avanti ma il presidente della Società italiana di Farmacologia Giuseppe Cirino invita a non prendere alla leggera la cura farmacologica: «Ovviamente è un epidemia e quindi diciamo che uno dei sogni delle persone sarebbe quello di avere un farmaco che io mangio e non ingrasso. Ora esistono alcuni farmaci che si usano per il trattamento del diabete che permettono una perdita in peso. Anche considerevole. Questo ha creato, per esempio, un problema perché il farmaco non si trovava più nemmeno per i pazienti che ne avevano bisogno. Per tutti i farmaci vale quello che si chiama coefficiente beneficio-rischio, se uno lo prende semplicemente così, su base personale, perché questi farmaci hanno l’effetto di ridurre l’appetito gli effetti possono essere pericolosi. Immaginate una ragazina di diciassette anni che può diventare anche anoressica. Quindi senza criminalizzare e giusto dire e far capire che l’obesità sta diventando sempre di più una malattia tra virgolette, perché diciamo uno diventa obeso se mangia molto a parte i casi di disfunzioni endocrine. E’ molto importante la comunicazione corretta spiegando che questi sono farmaci, non sostanze ludiche, ” devo dimagrire perché arriva l’estate e mi devo mettere il bikini”, ma se in quel momento sono depresso perché magari non ho superato un esame posso innescare pericolose conseguenze».
Il rettore Graziano Leoni parla di flagello per la salute umana: «E’ impressionante come questo problema si concentri là dove c’è il benessere si devono cercare le cure. Qui oggi al Camerino si riunisce il Sif con questo convegno che è monotematico e si occupa essenzialmente del tema riportando quelli che sono i risultati delle ricerche che vengono svolte non sono in Italia. La Scuola di Farmacologia è molto attiva in tal senso quindi organizzano spesso convenni abbiamo una scuola di specializzazione in Farmacia ospedaliera e il Master. L’alimentazione è una tematica centrale della nostra società in questo convegno si parla appunto di obesità e si parla anche di sindrome metabolica, si parla di farmaci utilizzati per contrastare questo tipo di problematica che oggi è diffusissimo a livello mondiale ma io aggiungo anche che è fondamentale in questo ambito parlare di prevenzione».
Il direttore della scuola Unicam Gianni Sagratini pone l’accento sull’importanza della qualità del cibo: «Prevenire l’obesità attraverso una sana è corretta alimentazione attraverso il cibo e anche attraverso uno sano e corretto stile di vita che ovviamente deve comprendere l’attività fisica. Tutto questo è quello che noi come persone, come società dobbiamo mettere in campo per prevenire e per cercare anche il più possibile di allungare la vita . Significa anche far risparmiare il sistema sanitario nazionale, è una problematica purtroppo in ascesa che in alcuni paesi soprattutto dell’area Western è in crescita e c’è bisogno di informazione anche nei confronti delle persone comuni a partire dai bambini, dai ragazzini quindi l’educazione alimentare è un ambito fondamentale che va implementato e incentivato soprattutto nelle scuole».
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