Lo stato produttivo degli impianti, i segmenti di business, i trend di mercato e le sfide del settore dell’elettrodomestico. Questi i temi al centro del primo incontro sui prossimi step di sviluppo di Beko Europe in Italia che si è tenuto oggi a Roma al Mimit tra i vertici dell’azienda, i sindacati e le Regioni che ospitano i siti della società nata lo scorso 2 aprile dall’accordo Whirlpool-Arçelik e attiva nella produzione e commercio di elettrodomestici. Il confronto – che fa seguito a quelli di aprile svolti dal ministero prima con l’azienda e poi con i rappresentanti dei lavoratori – è stato presieduto dal sottosegretario con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto, alla presenza dei tecnici del ministero del Lavoro, del Vice President Operations Beko Europe, Ilyas Kil, del Vice President Human Resources Beko Europe, Fabio Colombo, dei rappresentanti delle segreterie nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Ugl Metalmeccanici e degli enti locali interessati. L’azienda conta sette siti sul territorio nazionale (Fabriano, Comunanza, Carinaro, Siena, Cassinetta di Biandronno, Pero, None).
Durante l’incontro Beko Europe – detenuta al 75% da Ardutch Bv (holding olandese controllata da Arçelik) e al 25% da Whirpool Emea Holdings Llc – ha sottolineato che sta svolgendo studi sulla produttività sugli stabilimenti italiani, analizzando i singoli segmenti di business e gli elementi competitivi di tutti i brand, al fine di condividere con il ministero e le parti sociali i piani industriali per l’Europa nei prossimi mesi. Ascoltate le parti, il sottosegretario Bergamotto ha invitato Beko Europe a riflettere sulla necessità di avere un nuovo incontro prima della stesura del business plan e della definizione degli obiettivi strategici dell’azienda per confrontarsi al meglio con le esigenze sindacali e produttive dei singoli territori.
«Al tavolo convocato oggi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, abbiamo incontrato per la prima volta la Beko Europe, che a partire dal 1 aprile ha rilevato la Whirlpool Emea. Beko, come è noto, è un grande gruppo globale che in Europa conta oltre 20.000 dipendenti, 11 siti produttivi, 6 laboratori di R&D e 16 marchi, fra cui Beko, Grunding, Whirlpool, Hotpoint, Indesit. – scrivono in una nota i sindacati Fim, Fiom, Uilm, UglM – L’attuale fase è caratterizzata da una domanda di mercato debole, in calo sensibile da due anni e da un significativo aumento dei costi anche determinato dalle difficoltà nella catena di fornitura; di conseguenza si sta assistendo ad una contrazione sia dei volumi con saturazioni degli stabilimenti inferiore al 50% con tendenza a calare, con ulteriore riduzione dei margini. Inoltre è molto aggressiva la concorrenza dei produttori asiatici, soprattutto cinesi. Per i prossimi cinque anni si prevede infine solo una leggera crescita del mercato degli elettrodomestici. A partire dal 1° aprile è stata avviata la fase di studio e di valutazione sia delle linee di prodotto sia delle fabbriche, che purtroppo nel 2024 raggiungeranno livelli di saturazione molto bassi; sulla base di ciò Beko immagina di predisporre un piano industriale entro l’autunno con la dichiarata ambizione di diventare il primo produttore europeo».
Le sigle sindacali registrano che «dal tavolo non è emersa la linea strategica industriale della Beko Europe e con il quadro delineato il rischio per la tenuta dei siti è alto. Non è sufficiente crescere nel mercato dei prodotti di bassa e media gamma. Come sindacato abbiamo espresso l’esigenza di confrontarci con i vertici di Beko prima del varo del piano industriale definitivo, per far valere il punto di vista e i legittimi interessi dei lavoratori, offrendo collaborazione a patto che la nuova società opti per il rilancio dei siti ed escluda azioni traumatiche di licenziamento e di chiusura, che troppo spesso si accompagnano alle fusioni; con rammarico registriamo che la Direzione aziendale ha puntualizzato che il varo del piano industriale è di loro pertinenza e non ha fatto alcun riferimento a produzioni o investimenti da allocare in Italia. Al Governo infine chiediamo di mantenere una forte attenzione su Beko/Whirlpool, e oltre al rispetto delle prescrizione della Golden Power, chiediamo di mettere in campo risorse a sostegno dell’industria per aiutare la sostenibilità dei siti produttivi italiani. Abbiamo rinnovato la richiesta di un tavolo di settore per affrontare le questioni di fondo che oggi ci penalizzano rispetto ad altre potenze industriali per difendere le produzioni e riportare alcune di quelle perse. Sulla base di ciò il Mimit ha assunto l’impegno di riconvocarci a settembre» concludono Fim, Fiom, Uilm, UglM.
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