Riunione dell’Aato3, sit-in di protesta dei comitati. I sindaci andati ieri mattina a Piediripa, nella sede della Provincia, per partecipare all’ennesimo incontro convocato dal presidente dell’Assemblea di ambito Alessandro Gentilucci per cercare di risolvere la questione dell’affidamento del servizio idrico in stallo da mesi, hanno trovato ad accoglierli un sit-in di protesta organizzato dal Coordinamento marchigiano dei movimenti per l’acqua bene comune. L’assemblea si è conclusa ancora una volta senza una decisione unanime e tutto è stato rimandato all’8 agosto, data in cui dovrebbe essere presa una decisione tra le due proposte in campo: quella del sindaco di Macerata e presidente della Provincia Sandro Parcaroli di far confluire tutte le municipalizzate già esistenti in una società esistente e quella del sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica di costituire una nuova società pubblica da zero.
Nel volantino distribuito dagli attivisti si afferma che «mentre da due anni a questa parte tutti dichiarano a parole di volere l’acqua pubblica, nei fatti i ritardi accumulati stanno portando il servizio idrico del Maceratese sul mercato. In questo modo rubinetti, sorgenti, condotte, fognature e depuratori finirebbero – hanno detto i comitati – per vari decenni in mano ai privati pronti a fare lauti profitti sulle bollette degli utenti. Tutto ciò in barba ai 26 milioni di italiani di cui 700.000 marchigiani che nel 2011 hanno votato perché l’acqua rimanesse in mani pubbliche e senza scopo di lucro. Il motivo di questo grave stallo è che la maggior parte dei sindaci dei maggiori Comuni non è disposta a fondere in un’unica società le strutture e i dipendenti con i quali attualmente gestiscono il servizio idrico. Ciò perché attraverso gli utili realizzati sull’acqua dalle loro società multiservizi (Apm, Assm, Assem, Astea, Atac) le Amministrazioni coprono le perdite degli altri servizi o finanziano interventi diversi».
I comitati ribadiscono la bocciatura della proposta Parcaroli. «La proposta – dicono – di costituire una società fittizia per poi continuare a gestire l’acqua in modo frammentato presentata dal sindaco di Macerata con l’appoggio dei suoi colleghi di Osimo, Recanati, Tolentino, San Severino ed altri, non è idonea per l’affidamento diretto del servizio ed è stata bocciata sul nascere dalle stesse autorità di vigilanza. Nel frattempo già 1000 cittadine e cittadini hanno sottoscritto una nostra petizione che chiede a tutti i sindaci di procedere in base alla legge senza ulteriori indugi per evitare la privatizzazione dell’acqua».
Il coordinamento invita pertanto i sindaci «a mettere fine allo sterile tira e molla in atto e a trovare l’intesa sull’unica opzione legittima percorribile che è quella di procedere senza ulteriori indugi e senza ipocrisie alla costituzione di un’unica società pubblica idonea a gestire l’acqua in nome della comunità e con l’obbligo di reinvestire i ricavi nel miglioramento del servizio».
Al termine dell’assemblea dei sindaci di questa mattina gli esponenti del Coordinamento hanno comunque preso atto «positivamente della proposta di Gentilucci che dopo aver fissato un fitto e cronoprogramma di incontri tecnici, in caso di mancata convergenza i rappresentanti di tutti i Comuni dell’Ambito, verranno chiamati il prossimo 8 agosto prossimo ad assumersi le proprie responsabilità attraverso una votazione assembleare “secca” tra le due ipotesi attualmente in campo».
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