di Gabriele Censi
Restituzione e gratitudine sono stati temi della seconda giornata de “Il bello di Unicam”, con il ricordo di Carlo Urbani, il medico di Castelplanio a cui è intitolata la Scuola di studi superiori dell’ateneo camerte.
Taglio del nastro per la nuova sede nel luogo che ha ospitato il rettorato e gli uffici dell’università subito dopo il sisma del 2016. Dopo il ritorno in centro gli spazi ristrutturati sono stati dedicati alla scuola, con in evidenza una frase dello scopritore della Sars “Ho fatto dei miei sogni la mia vita”, la stessa che dà il titolo al toccante cortometraggio, proiettato oggi, dei registi Riccardo De Angelis e Romeo Marconi, il racconto intimo della vita di Urbani attraverso i suoi scritti, le testimonianze di familiari e amici, foto e video da lui realizzati nei viaggi nel SudEst asiatico. Un luogo dove il presidente italiano di Medici senza frontiere, è ricordato come un eroe, anche se la moglie, Giuliana Chiorrini che oggi ha tagliato il nastro, preferisce non usare questo termine: «Lui per me rappresentava la sicurezza, lo seguivo con i bambini piccoli in giro per il mondo senza preoccupazioni, perchè sapevo che con lui non c’era pericolo».
Il pericolo più grande, che lo ha ucciso, lo ha evitato al mondo intero bloccando la diffusione della Sars, un coronavirus che avrebbe avuto le stesse tragiche conseguenze della pandemia del Covid. A ricordarlo anche il giornalista Vincenzo Varagona, presidente Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) e consigliere dell’Associazione Italiana Carlo Urbani, in una giornata in cui sono stati consegnati anche i premi in memoria di Maria Grazia Capulli con il fratello Angelo, e i primi diplomi agli studenti della scuola, diretta da Loredana Cappellacci, che è riconosciuta come un master di secondo livello. Ad Elettra Gheco e Claudia Vitturini sono andati i premi di 2500 euro ciascuna. Andrea Piccaluga della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, ha introdotto il tema della restituzione: «C’è bisogno di una restituzione generativa e i primi a giovarne devono essere gli studenti che vanno ascoltati».
Il rettore Graziano Leoni ha coordinato i lavori: «Oggi è la giornata centrale del Bello di Unicam, che è stato costruito attorno a questo momento, l’inagurazione della scuola Carlo Urbani, che finalmente dopo il terremoto trova una sede degna, una sede dove i nostri giovani potranno oltre che studiare, anche aggregarsi e costruire una comunità. È un momento molto importante, quindi per l’università di Camerino, anche perché consegneremo i primi diplomi a quattro giovani che si sono diplomati la settimana scorsa, e poi consegneremo anche dei premi di laurea in memoria di Maria Grazia Capulli, sono due premi importanti, due lauree, una triennale e una magistrale, di studenti che hanno mostrato contenuti e capacità comunicative importanti. In qualche maniera restituiamo anche questo luogo alla comunità studentesca oggi, è stato per noi la sede del rettorato nell’immediato post sisma, ha un suo valore simbolico, ha rappresentato per noi la tenuta e il punto della ripartenza»
Angelo Capulli è grato a Unicam: «Credo che i semi che Maria Grazia ha lasciato hanno germogliato e con eventi di questo tipo continuano a nascere nuove piante che faranno altri semi. Maria Grazia in questa università è come se fosse presente, un percorso sicuramente circolare, positivo, che aiuta sicuramente a crescere e fare del bene». Soddisfazione per Laura Cappellacci: «Sono veramente felice e orgogliosa del lavoro che Unicam ha fatto in pochissimo tempo, finalmente la scuola ha una propria sede. Finalmente, quindi gli studenti avranno dei propri spazi, dove poter gestire non solo le lezioni, tutta l’attività didattica, ma anche le attività ricreative. Quindi per me oggi è una giornata veramente importante».
Domani sempre dalle 10 ultima giornata de “Il Bello di Unicam” con il tema della Sostenibilità, economia circolare e nuovi materiali, partecipano Andrea Caneschi, direttore Instm -Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali, Alessio Malcevschi, delegato Rus Università di Parma, Josè Maria Kenny, università di Perugia e Marco Falzetti, direttore Apre (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea). In chiusura nel pomeriggio la visita al laboratorio Marlic.
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