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Al via il progetto “Brigantine”
per la conservazione e salvaguardia
della biodiversità del mare Adriatico

ANCONA - Cinque Università ed enti di ricerca coinvolti. Tra questi, quella della Politecnica delle Marche con il Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente

Monitoraggio delle piante marine da parte del gruppo di lavoro “Brigantine”

Ha preso il via un progetto per la conservazione e la salvaguardia della biodiversità del mare Adriatico, nello specifico attraverso il monitoraggio delle alghe e delle praterie di piante marine, ecosistemi fragili che svolgono un ruolo chiave da salvaguardare.
Si tratta di Interreg “It-Hr Brigantine”, che ha preso avvio il 19 giugno a Udine con il primo meeting fra tutti i partner del consorzio, composto da cinque università e centri di ricerca tra Italia e Croazia.
«Il nostro Paese è caratterizzato da un patrimonio di biodiversità tra i più significativi, da tutelare sotto molteplici aspetti – afferma il rettore Gian Luca Gregori – e grazie al lavoro costante dei nostri ricercatori e delle nostre ricercatrici affrontiamo queste sfide per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale».
«Brigantine – viene spiegato dall’UnivPm – si propone di aumentare la conoscenza sulla distribuzione e sullo stato di salute delle foreste algali e delle praterie di piante marine implementando un natante marino con foto/telecamere e sensori per il monitoraggio visivo della distribuzione delle praterie sommerse e la misura dei parametri chimico fisici e di contaminanti nella colonna d’acqua. I dati raccolti andranno ad arricchire un data hub per la modellizzazione della distribuzione delle alghe e praterie marine, con lo scopo di semplificare le attività di monitoraggio per una gestione locale più efficiente delle risorse ecosistemiche».
Il consorzio Brigantine nasce dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Udine in qualità di capofila, l’Università Politecnica delle Marche, il Consorzio Corila per il coordinamento delle attività di ricerca relative al sistema lagunare di Venezia, l’istituto di Ricerca Ruđer Bošković di Rovigno e l’Università di Zagabria.
«E’ un progetto altamente multidisciplinare che – prosegue -, per Univpm vede coinvolto il Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente – DISVA, dove si uniscono conoscenze e competenze in materia di piante marine, monitoraggio di parametri chimico fisici, contaminanti e nutrienti in mare per la salvaguardia della biodiversità».

Un momento del meeting a Udine

Il team del Disva è composto sia da docenti di chimica analitica, quali Anna Annibaldi (Project Manager), Cristina Truzzi e Silvia Illuminati; che di botanica marina come Fabio Rindi e Stefano Accoroni (Communication Manager).
Univpm sarà coinvolta in tutte le attività tematiche del progetto dal monitoraggio delle foreste algali e praterie marine alla messa a punto dei sensori e dell’assemblaggio degli stessi sul drone marino.
Il progetto, che avrà una durata di 30 mesi, ha un valore totale di 1.716.687 euro, è cofinanziato dall’Ue attraverso il Fesr e il programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Croazia.
https://www.italy-croatia.eu/web/italy-croatia/dettaglio event?articleId=7204497&groupId=555109

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