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Le svuotano il conto in banca
con la nuova truffa dello “Spoofing”

FABRIANO - Si tratta di una modalità informatica fraudolenta che falsifica l’identificativo del chiamante. La vittima era convinta che ad averla contattata fosse stata realmente la questura di Ancona. Gli agenti del Commissariato, avviate subito le indagini, sono riusciti a recuperare 11 dei 17mila euro rubati

Ha ricevuto una telefonata da parte di un finto impiegato del proprio istituto bancario, dichiaratosi appartenere al servizio antifrode, nella quale le è stata spiegata la necessità di spostare l’intero ammontare del proprio conto corrente su un altro iban, a seguito di una verifica interna che vedeva il personale bancario, divulgare i dati sensibili dei correntisti all’esterno dell’istituto.
Nel corso della telefonata, “l’impiegato” ha inoltre fatto presente alla correntista che avrebbe ricevuto poco dopo una telefonata di conferma della procedura dalla questura di Ancona.
Confortata da quest’ultima comunicazione, la donna ha atteso l’ulteriore telefonata, pronta per effettuare il trasferimento dei propri soldi su un altro iban.
In effetti, dopo qualche minuto, è stata contattata da un presunto “Ispettore” della questura che le ha dato l’ok per eseguire il bonifico istantaneo da 17mila euro. La donna lo ha eseguito anche perché il numero del chiamante era proprio quello della questura.
Immediatamente dopo ha ricomposto il numero per dare conferma dell’avvenuto trasferimento e a rispondere è stata la questura, ma questa volta quella vera. I poliziotti erano però ignari di tutto ed ecco che la donna ha capito di essere stata truffata.
Un caso di “Spoofing” ovvero la nuova modalità informatica fraudolenta che falsifica l’identificativo del chiamante (in questo caso, della questura di Ancona ndr). La chiamata, dunque, arriva da un altro numero ma sul display compare quello ‘camuffato’, in grado di trarre in inganno. Ecco che chi risponde, quindi, si sente sicuro.
La donna si è subito rivolta agli agenti del Commissariato di Fabriano che hanno subito provveduto al sequestro preventivo dell’iban sul quale era confluita la somma di danaro della fabrianese, riuscendo così ad “immobilizzare” 11 dei 17mila euro truffati.
La destinazione degli altri 6 mila è attualmente oggetto di indagine per la verifica delle ipotesi penali di riciclaggio ed autoriciclaggio. La fabrianese e i familiari hanno ringraziato gli agenti per la professionalità, celerità e il tatto utilizzati in una condizione di emergenza e gravità.

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