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Operazione “Chilometri zero”:
scoperto giro d’affari per milioni di euro,
maxi sequestro di beni di lusso

ANCONA - Riducendo il chilometraggio delle auto che venivano messe in vendita, 9 romeni avevano collezionato un capitale in ville di lusso in città, concessionarie e non solo. La complessa indagine, iniziata nel 2019, si è sviluppata anche nelle province di Vicenza e Teramo ed è stata portata a termine dai carabinieri della Stazione di Brecce Bianche della Compagnia dorica (VIDEO)
Ancona: operazione

Una Gazzella dei carabinieri (Archivio)

Maxi sequestro per confisca di beni immobili, mobili, conti correnti e società, su ordine dell’Ufficio Misure di Prevenzione del tribunale di Ancona, a carico di 9 romeni residenti ad Ancona, Vicenza e in provincia di Teramo.
E’ stato effettuato nella mattinata di ieri dai carabinieri del Comando Provinciale dorico.
L’Ufficio Misure di Prevenzione si è infatti espresso sul ricorso presentato dalla procura dorica, finalizzato a richiedere l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale dei beni e delle disponibilità economiche dei 9 stranieri, ritenendo che la ricchezza accumulata non era altro che il frutto di attività illecite con reimpiego dei capitali derivanti.
L’indagine, particolarmente complessa, ha avuto inizio 5 anni fa, nel 2019, quando i militari dell’Arma della Stazione di Brecce Bianche avevano eseguito, nell’ambito di due filoni di attività di indagini coordinate dalla procura di Ancona, due misure cautelari a carico dei nove, eseguite ad Ancona, in provincia di Teramo e in provincia di Vicenza.
I carabinieri di Brecce Bianche erano riusciti a dimostrare l’esistenza di un consolidato gruppo criminale, con sede operativa nel capoluogo dorico, che nell’arco di appena due anni aveva messo a segno un numero impressionante di truffe, tutte eseguite con lo stesso modus operandi: attraverso la riduzione, fatta di proposito, dei chilometri percorsi dalle auto che poi venivano messe in vendita. Attività illecita che aveva visto coinvolte moltissime persone e che, per come era perfetta, avrebbe potuto proseguire all’infinito se non fosse stata scoperta dagli investigatori.
In tutto, i militari hanno accertato ben 253 truffe e frodi con profitti di oltre un milione di euro.
Una parte dei destinatari della misura di prevenzione è stata condannata con sentenza pronunciata dal tribunale dorico per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, mentre per altri è in corso il dibattimento.
Da qui, l’ulteriore impulso investigativo dei carabinieri di Ancona Brecce Bianche che hanno richiesto e ottenuto, dalla procura dorica, la misura di prevenzione patrimoniale a carico dei componenti dell’organizzazione criminale.
Le elaborate indagini, relative alle varie vicende, hanno visto il coinvolgimento di tutti e 9 i romeni, fornendo quegli ulteriori e consistenti “elementi di fatto” dai quali si è accertato che il gruppo viveva di quelle attività, utilizzando il denaro per l’acquisto dei beni e per accumulare quelle ricchezze ora sequestrate.
I nove, risultano inoltre indagati per reati fiscali con debiti per 1.079.510,98 euro, senza mai dichiarare redditi o comunque introiti tali da garantire di soddisfare le più basilari esigenze. Al contrario, hanno svolto attività di impresa, sempre nell’ambito dell’attività di compravendita di auto usate, risultando tutti titolari di ditte, amministratori e detentori di quote partecipative di società. Si è dunque accertato che nel corso degli anni avevano avuto un volume di affari sommerso per almeno 1.400.000 euro.
Il provvedimento eseguito ieri, ha consentito di sequestrare beni immobili e mobili registrati, rapporti finanziari, nonché imprese, tutte riconducibili direttamente o indirettamente ai destinatari della misura di prevenzione. In particolare è stata sequestrata una villa dei primi del ‘900 del valore di euro 1.500.000, una villa con vista mare del valore di euro 2.000.000 entrambe ad Ancona; le partecipazioni societarie di 8 società, 3 concessionarie di autovetture con sede ad Ancona e, nella provincia dorica, 174 veicoli, nonché conti correnti bancari e postali, per un ammontare complessivo pari ad euro 4.300.000.
Gli acquisti degli immobili, tutti effettuati tramite assegni circolari e senza accensione di finanziamenti né stipula di mutui, sono stati conclusi da persone apparentemente nullatenenti e prive di reddito, ma con un’elevata liquidità da impiegare in diverse operazioni commerciali. Questo elemento, combinato al tenore di vita ostentato dal gruppo, ha fatto ritenere sostenibile la tesi accusatoria che presupponevano come i beni fossero stati ottenuti attraverso i proventi delle attività illecite emerse nel corso delle indagini e sfociate già in diverse condanne.

Contachilometri manomesso per vendere auto: cinque condanne

 

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