Finisce in Parlamento la procedura di autorizzazione presentata agli enti preposti da Edison Next Recology Srl per la realizzazione di una piattaforma polifunzionale per il recupero e il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi e per la produzione di «End of Waste» sita nella zona Zipa di Jesi. Sulla questione che sta animando il dibattito locale è stata infatti depositata un’interpellanza (la numero 2-00414) a firma Angelo Bonelli e pubblicata nell’allegato B della seduta dell’11 luglio presso la Camera dei Deputati. Bonelli nell’interpellanza chiede al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica se non intenda adottare iniziative per quanto di competenza e in raccordo con gli enti territoriali, in ordine alle criticità e perplessità che un impianto dalle potenzialità mastodontiche, come quelle in progetto potrebbero creare. Saranno 312.428 le tonnellate/anno di rifiuti pericolosi e non pericolosi per le attività di Soil washing e End of Waste – ritenute «sono preoccupanti poiché trattasi di un impianto insalubre da realizzarsi in un’area già considerata ad alto rischio ambientale. – si legge in una nota a firma di Gianluca Carrabs (Esecutivo Nazionale), Paolo Canducci (Coportavoce Regione Marche), Sabrina Santelli (Coportavoce Regione Marche), Caterina Di Bitonto (Esecutivo Provinciale di Ancona e regionale Marche) e Rossana Del Regno (Consigliera Nazionale Europa Verde residente a Jesi) – Il nuovo insediamento andrebbe infatti a gravare ulteriormente sulla mobilità – 1000 tonnellate al giorno in ingresso – e sotto il profilo sanitario e di sicurezza con gravi ripercussioni sulla città e di conseguenza sulla popolazione».
Promuovere la transizione verso un’economia circolare, in alternativa all’attuale modello economico lineare «è senza dubbio il nostro obiettivo in linea con la nuova strategia industriale, che include proposte sulla progettazione di impianti più sostenibili. – prosegue il comunicato – Obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e l’impronta ecologica dei materiali. Europa Verde- Verdi da sempre è a favore della realizzazione di soluzioni impiantistiche mirate al recupero e alla valorizzazione di acqua e dei prodotti che altrimenti finirebbero in discarca secondo i principi dell’economia circolare. Tuttavia, nello specifico riteniamo che l’impianto Edison Next da realizzarsi a Jesi, sia un grave errore sotto il profilo della mancata partecipazione attiva e democratica dei cittadini, imprese e aziende che non sono state interpellate in una scelta così importante, considerato che l’impianto progettato è il piu’ grande d’Italia e si insinuerebbe in una zona fortemente antropizzata con gravi conseguenze sotto il profilo ambientale e di mobilità su gomma. oltretutto con un impatto visivo devastante per la realizzazione di un silos alto circa 15mt. Tale impianto se avrà tutte le autorizzazioni per poter essere realizzato graverà anche sulle aziende già insediate alla Zipa e per i residenti del quartiere Smia per la svalutazione economica che conseguentemente subiranno».
Nell’interpellanza si evidenzia che Jesi è un territorio che si estende su una superficie di 107 chilometri quadrati, «un raggio d’azione non poco rilevante considerando che nella città sono insediate già diverse aziende e industrie insalubri ad alto impatto ambientale con ad esempio uno dei più grandi allevamenti intensivi che si colloca come uno dei gruppi più grandi in Italia nel mercato della carne di pollo e il nuovo grande polo logistico di Amazon, pertanto si ritiene che una nuova azienda insalubre sul territorio inciderebbe ulteriormente in termini di impatto ambientale e gravi rischi per la salute pubblica. Apprendiamo da fonti di stampa – sottolinea ancona Europa Verde- Verdi – che il sindaco Fiordelmondo, considerato il malessere generato rispetto alle discutibile gestione da parte dell’Amministrazione comunale del progetto Edison Next e la preoccupazione dei cittadini di voler procedere con una consultazione pubblica per esprimersi nel merito. Questa decisione non fa che trovarci assolutamente d’accordo, tuttavia si ritiene fondamentale una dichiarazione pubblica sul suo volere politico e quello della sua giunta. Quando si amministra è necessario e fondamentale assumersi anche la responsabilità di natura politica su come la si pensi, ma ad oggi ancora aspettiamo la sua posizione favorevole o non sulla possibile realizzazione dell’impianto indipendentemente dal passaggio formale in Consiglio comunale che è solo di natura amministrativa poichè trattasi di una mera procedura di variante». In attesa delle dichiarazioni che sindaco e Giunta vorranno pubblicamente esprimere sulla questione, Europa Verde- Verdi intende informare «che saremo sempre al fianco dei cittadini e della loro volontà, proprio in virtu’ di quella fondamentale partecipazione attiva alle scelte della città che sono venute meno da parte di Fiordelmondo, senza dimenticare che è buona cosa sensibilizzare i cittadini sulla necessità di politiche volte all’applicazione dell’economia circolare laddove ciò sia fattibile».
Lo scorso 3 luglio la Provincia di Ancona ha trasmesso al comune di Jesi la comunicazione dell’avvenuta pubblicazione, nel proprio sito internet, del progetto denominato “Piattaforma polifunzionale per il recupero e il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi” presentato da Edison. Il deposito del progetto consente ai cittadini di presentare le proprie osservazioni, nel termine dei prossimo trenta giorni, vale a dire entro il 2 agosto. Entro lo stesso periodo anche gli enti coinvolti (Comuni di Jesi e Monsano, Arpam, Ast, Regione Marche, Vigili del Fuoco, Viva Servizi, Riserva Ripa Bianca) potranno richiedere specifiche integrazioni. Alla scadenza di questi termini la Provincia trasmetterà ad Edison le osservazioni e richieste pervenute ed essa dovrà a sua volta dare il suo relativo riscontro, entro altri ulteriori trenta giorni. Il progetto è stato pubblicato anche nel sito internet del Comune di Jesi, dando così formale adesione alle richieste formulate alla Provincia e al tempo stesso continuità all’apertura che caratterizzerà l’intero percorso autorizzatorio aperto. Per domani, 18 luglio è stato convocato un Consiglio comunale aperto, al quale interverrà la stessa Edison, di poter approfondire ogni elemento, avendo immediatamente la disponibilità dei contributi tecnici necessari. «Questa occasione pubblica offrirà a tutte e tutti un primo vero terreno comune sul quale fondare ogni nostra istanza. – ha rico rdato in una nota il Comune – Solo dopo l’estate sarà formalmente convocata la Conferenza dei Servizi, l’organismo deputato alle valutazioni tecniche degli enti ed organismi preposti, che ha una durata fissata in ulteriori 90 giorni. Tutto quanto chiarito, l’Amministrazione comunale ribadisce che darà spinta ad ogni azione utile ad un serio esame del progetto avanzato da Edison e ad ogni contributo utile alla più approfondita riflessione. Lo farà attraverso il naturale confronto in Consiglio comunale, nelle commissioni, con le associazioni e soprattutto con i cittadini e le cittadine di Jesi, al fine di avere a disposizione la migliore cornice conoscitiva possibile». «Resta chiaro – ha precisato il sindaco Lorenzo Fiordelmomdo – che ogni passaggio avrà sempre come perno la migliore scelta per la nostra città senza mai cedere ad inutili impulsi strumentali che purtroppo spesso confondono ed hanno confuso la cura, la salute, la tutela ambientale e le norme di legge con una imbarazzante approssimazione tecnica e politica».
Al progetto si oppone il Comitato di Quartiere “Smia-Zona ind.” che ha già espresso preoccupazione per la scelta della realizzazione di un sito per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, altamente tossici come l’Amianto, proposto da Edison Next nella zona industriale Z.I.P.A e ha chiesto all’Amministrazione comunale «di dire no a questo impianto perché la Salute delle persone viene prima di qualsiasi altra cosa, soprattutto se si considera la pericolosità dei materiali che verranno trattati. – specifica una nota ufficiale il presidente del Cq “Smia-Zona Ind.” Paolo Gubbi – Considerato che vicino a tale impianto, oltre alle migliaia di lavoratori delle varie fabbriche, c’è una struttura adibita a mensa, che prepara i pasti per le scuole jesine, quotidianamente; considerato che questo impianto è indicato come industria insalubre, e seppur sarà progettato con criteri di sicurezza vigenti, non la garantisce al 100% ed il rischio è sempre dietro l’angolo».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’Associazione Per Jesi. «In questi giorni i consiglieri di opposizione che hanno da subito denunciato i pericoli connessi all’impianto Edison sono stati definiti nell’ordine: opposizione “ignorante e propensa solo allo scopo di intimorire i cittadini e le cittadine, senza avere le informazioni necessarie e le basi per provare ciò che si dice”, il cui “approccio antiscientifico ci disgusta” oppure quell’opposizione dall’”imbarazzante approssimazione tecnica e politica”.- si legge in una nota – Anziché riversare la responsabilità su un Consiglio che non può compiutamente esprimersi in senso tecnico per ovvie ragioni, il sindaco dovrebbe costituire una commissione tecnica a contraddittorio delle tesi di Edison, come si fa di consuetudine in questi casi, in Italia come in Europa, per tutelare da una parte la salute e l’interesse pubblici e dall’altra chi è stato eletto per prendersi responsabilità come questa. Altro che convocare, peraltro su richiesta delle opposizioni, un consiglio comunale straordinario invitando come unico interlocutore la stessa Edison. Ad oggi comunque rimane un mistero inspiegabile perché si dovrebbe concedere una deroga alla legge per consentire l’insediamento di un’industria insalubre di prima classe che non porta alcun vantaggio alla città bensì solo pericoli per la salute pubblica, chiedendo ai cittadini di farsi carico dei rischi correlati non solo al processamento ma anche al trasporto di materiali altamente pericolosi».
Anche il Movimento 5 Stelle ha letto con attenzione la proposta giunta dalla Edison srl di aprire una “piattaforma polifunzionale per il recupero ed il trattamento dei rifiuti pericolosi e non e per la produzione di “end of waste” (anche mediante soil washing)”. «Pur riconoscendo che sia necessario che la regione Marche si munisca di un impianto di recupero dei rifiuti lascia interdetta l’ubicazione della stessa», il M5S eccepisce che «non si tratta di un area residenziale ma è pur vero che nella zona industriale ogni giorno gravitano ca. 3000 persone. L’impianto dovrebbe trattare oltre 1000 ton/giorno di rifiuti al giorno, e non è semplice riuscire a smaltire una così elevata quantità di materiali di provenienza diversa e con inquinanti molto variabili di cui, peraltro, non si conosce l’esatta natura e quantità. L’acqua andrà incontro ad un processo di riciclaggio in continuo ma è pur vero che ca. il 10% uscirà dal processo senza che se ne conosca la destinazione. L’area verrà impermeabilizzata ma eventi piovosi eccezionali, purtroppo sempre più comuni con il cambiamento climatico in atto, potrebbero dilavare portare parte del materiale inquinato che, uscito dal perimetro dello stabilimento, potrebbe avere conseguenze pesantissime per la falda idrica. Preoccupa anche l’inquinamento atmosferico con ca. 50 camion /giorno circolanti che si sommeranno a quelli che serviranno il nuovo centro Amazon posto a poca distanza. Tra l’altro l’area sembra avere già un inquinamento atmosferico elevato in parte associato anche agli allevamenti intensivi anch’essi non troppo distanti ed alla presenza della raffineria Api che hanno condotto negli anni passati alla individuazione di un area ad alto rischio di crisi ambientale (Aerca) che coinvolge anche la periferia della città dove è ipotizzata la realizzazione dell’impianto. Noi vorremmo che la nostra città si caratterizzi per una qualità dell’ambiente e dunque della vita sempre più elevata».
Resta invece sbalordito «per le considerazioni che fanno le opposizioni sostenute solo da supposizioni e nessuna certezza, strumentalizzando politicamente le paure dei cittadini» Stefano Bornigia, segretario del Partito Democratico di Jesi. «Tutto il loro ragionamento si basa su considerazioni non rispondenti a verità e questo, per noi, ha del surreale. L’Amministrazione comunale, nel rispetto della legge, sta dando seguito ad un’istanza pervenuta dalla Provincia di Ancona che disciplina il Procedimento Autorizzativo Unico con una tempistica ben precisa, dando nel contempo la possibilità a tutti di presentare osservazioni e dare pareri in ogni momento dell’iter amministrativo che durerà mesi. Il Pd di Jesi – scrive Bornigia – rivendica e sostiene con forza il sindaco nell’impegno politico di condivisione con la città per poi alla fine raccoglierne il pensiero. C’è chi non ha trovato il coraggio di farlo nemmeno per lo spostamento di una fontana. Questa è la strada da seguire, per noi è la condizione che permette all’Amministrazione comunale non solo di tenere sotto controllo tutto il percorso, ma anche di dare al Consiglio Comunale tutti gli strumenti e le informazioni necessarie per esprimersi consapevolmente». Le argomentazioni ed i parallelismi rispetto al biodigestore «non sono proponibili.- fa osservare il segretario comunale Pd – Non è assolutamente vero che noi siamo stati contrari a quell’insediamento, eravamo convintamente d’accordo a patto che l’impianto venisse realizzato non in zona Coppetella e che la gestione fosse in mano pubblica. Il Consiglio comunale aperto di giovedì prossimo sarà un’occasione importante non solo per avere un’informazione più precisa e puntuale dal punto di vista tecnico, ma sarà anche un primo momento per dare voce alla città».
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