Dopo la terza fumata nera per Simoncini, non sono mancate le reazioni.
«Non possiamo crederci – scrive l’ex sindaco, Simone Pugnaloni -, una maggioranza di governo (Pira-telli) con ben 16 consiglieri comunali su 25 totali che non riesce a governare. Divisioni interne causate da scelte sui ruoli di governo piuttosto che su una visione comune di città per il futuro. Sono già tre volte – prosegue – che non hanno i numeri per eleggere il Presidente del Consiglio comunale, non hanno avuto i numeri per l’approvazione della Tari, e per il futuro vogliamo continuare con questa incertezza? Come possono andare avanti? Ne perde Osimo, il suo sviluppo economico e sociale! I matrimoni elettorali di soli numeri per raggiungere ad ogni costo il potere non sono mai un belvedere, in questo momento stanno producendo una paralisi dell’azione amministrativa. Uniti, il nostro primo impegno rimane l’amore per la città!».
Anche il Pd Osimo commenta il fatto che «Simoncini non eletto come Presidente del Consiglio Comunale: la maggioranza si sfalda clamorosamente. La mancata elezione di Simoncini a presidente del Consiglio Comunale ha fatto emergere una spaccatura profonda nella maggioranza, che ora si trova in una situazione di evidente crisi. Questo è un segnale inequivocabile dell’incapacità di mantenere l’unità interna e di gestire le dinamiche politiche in modo efficace. La necessità di trovare un nome condiviso è diventata urgente. È indispensabile individuare una figura che possa realmente garantire l’equilibrio e il rispetto di tutti i consiglieri, oltre a preservare l’integrità dell’istituzione del Consiglio Comunale. Questa situazione dimostra che la maggioranza non è in grado di governare con coerenza e stabilità. È il momento di mettere da parte gli interessi personali e lavorare per il bene comune della nostra città, altrimenti rischiamo di assistere a ulteriori episodi di disgregazione politica che danneggeranno ulteriormente Osimo».
Infine, il Movimento 5 Stelle Osimo: «Una “maggioranza” che non riesce a partire! – sottolinea – Oggi, sempre divisi, non riescono a votare il Presidente del Consiglio con soli 13 voti necessari. Intanto continuiamo a fare consigli comunali a discapito dei cittadini. Questo è ciò che accade quando si trova convergenza soltanto per le poltrone e non sui temi».
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