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Sala Gialla, Stefano Simoncini eletto
presidente del Consiglio: «Fare del mio
meglio sarà il mio motto da ex Lupetto»

OSIMO – Alla quarta votazione, oggi pomeriggio finalmente l’aula ha incoronato la seconda carica del Comune con 14 voti di maggioranza (assenti i consiglieri Pirani e Alessandrini Passarini) e l’astensione delle minoranza. La vice presidente scelta dall'aula è la consigliera d’opposizione Eliana Flamini (Pd) che ha ottenuto 19 sì su 20 presenti con la sua elegante astensione

Il neoeletto presidente del Consiglio di Osimo, Stefano Simoncini

 

Ci sono volute 4 votazioni ma alla fine Stefano Simoncini è stato eletto presidente del Consiglio di Osimo. Oggi pomeriggio nella Sala Gialla sono bastati 14 voti di maggioranza (assenti i consiglieri Damiano Pirani e Alberto Maria Alessandrini Passarini) con l’astensione delle minoranze (assente la consigliera Andreoni). Le prime parole del neo presidente sono state di ringraziamento. «So cosa significa ricoprire questo ruolo, la correttezza istituzionale e la terzierà che esso comporta perché sono in questo palazzo dal 1995- ha ricordato Simoncini – Sono uno dei fondatori di Su la Testa, movimento politico nato nel 1992 ma questo non mi impedirà di esercitare il ruolo di presidente ispirandomi alla correttezza istituzionale nei confronti di tutti i consiglieri. Gli eletti dal popolo sono 2: il sindaco e il consigliere comunale. Entrambi quindi hanno la rappresentazione democratica del cittadino, per questo diciamo che questa sempre è la massima espressione della volontà popolare cittadina. Credo che dobbiamo evitare che in questa aula sia eserciti quella che il presidente della Mattarella ha chiamato la ‘dittatura della maggioranza’ senza prevaricazioni. Nella precedente legislatura noi consiglieri di opposizione abbiamo sofferto una sorta di ‘dittatura della maggioranza’ ma non dobbiamo cercare vendette – ha evidenziato il presidente Simoncini – E dobbiamo guardare avanti. Io cercherò di ‘fare del mio meglio’ che è poi il motto dei lupetti nello scoutismo. Io sono stato Akela, il capo del branco dei Lupetti del gruppo scout Osimo II».

Eliana Flamini, seconda da destra

Simoncini ha poi auspicato che si possa superare il periodo Covid. «Nessuno meglio di me ha sofferto questa particolare malattia, credo che dobbiamo fare in modo che si venga in consiglio, che si stia in quest’aula – ha rimarcato – per confrontarsi a contattarci, per ‘scagnarare’ se necessario, per difendere le nostre posizioni, Spero che si possa abbandonare il collegamento web riservandolo ovviamente a motivi di salute o per gravi motivi personali, di assenza dalla città, per motivi di lavoro. E’ bello vedere tutto questo pubblico in aula. Credo che dovremo calendarizzare le sedute e decidere di farne 2 al mese, cercando di operare sempre di più con la presenza fisica nell’aula».

Unanimità di voti invece per la vice presidente eletta dalla Sala Gialla. Nell’alternanza di genere la minoranza per voce di Mauro Pellegrini e su sollecito del sindaco Francesco Pirani ha scelto di candidare la consigliera Eliana Flamini (Pd) che ha ottenuto 19 sì su 20 votanti. Servivano 17 voti come maggioranza qualificata, speculare a quella della prima elezione del presidente del Consiglio comunale. E Flamini ha fatto incetta di consensi nonostante il suo gesto elegante di astenersi dalla votazione. «Cercherò di essere all’altezza del ruolo» ha commentato la neo eletta ringraziando il sindaco Francesco Pirani per l’apertura alla minoranze e per i voti della maggioranza «non scontati».

In apertura dei lavori, la seduta è stata presieduta oggi pomeriggio da Simone Pugnaloni (Pd) in veste di consigliere anziano (il terzo più votato alle Comunali), in assenza dei consiglieri Paola Andreoni e Damiano Pirani (che detengono il record delle preferenze). Prima del voto e dopo il rilancio della candidatura Simoncini, la consigliera antonelliana di maggioranza Angela Orsaletti aveva chiesto al collega, ribadendo l’imparzialità della figura del presidente del consiglio, che esprimesse «sostegno totale alla figura del sindaco Pirani e della sua maggioranza» e che lo garantisse «nel prosieguo dei lavori del consiglio». Una sorta di condizione per ottenere il voto di tutta la maggioranza, sfumato nella precedente seduta.  Proposta bollata dal consigliere di minoranza Mauro Pellegrini (Pd) come «l’auto da fè tipico del periodo dell’Inquisizione. Qui non siamo al circo – ha osservato Pellegrini – Sull’elezione del presidente del Consiglio come maggioranza state perdendo la vostra credibilità. Il presidente del Consiglio è una figura di garanzia e non risponde al sindaco o a un partito. Se avete problemi vi avverto, se caso mai oggi non uscisse il nome, ci saranno problemi perché nella seduta di domani va discusso il riequilibrio di bilancio. Il Consiglio non puà andare avanti senza questa nomina e se non passa il Comune verrà messo in mora». Michela Glorio (centrosinistra) ha rincarato la dose: «La città dovrebbe sapere il perché di questa spaccatura di maggioranza. Non si sono quadrate ancora le poltrone? Mi auguro di no .La città è bloccata, ingessata, da più di un mese dalla elezione del sindaco. Oggi mi auguro che si possa trovare la sua quadra».

Mauro Pellegrini seduto vicino a Stefano Simoncini e ad Angela Orsaeltti

Ma a richiamare tutti i consiglieri i maggioranza all’ordine e a far sì che i voti convergessero su Simoncini dopo la sospensione della seduta chiesta dal consigliere di maggioranza Achille Ginnetti (Progetto Osimo), è stato invece il consigliere Dino Latini. Latini, attuale presidente del Consiglio regionale, si è trovato d’accordo con le minoranze. «Il presidente risponde al Consiglio e lo Statuto gli si chiede lealtà e trasparenza, parità di condizioni prima ancora che alla maggioranza all’opposizione. – ha sottolineato – Chi viene votato per fedeltà a un partito è già un presidente zoppo, nessuno gli riconoscerà credibilità e affidabilità». Nel rifiutare questa sorta di «gogna», Latini ha ribadito che «l’assunzione di un condizionamento di fedeltà significa che abbiamo paura di non essere maggioranza – ha proseguito il leader delle Liste civiche storiche di Osimo – e chiediamo un misura restrittiva alla libertà del ruolo del presidente del Consiglio comunale. Mi rifiuto di pensare che la candidatura di Stefano possa nascere in questo modo, Ho la spernza che si abbiano i voti sufficienti e completi della maggioranza».

Dino Latini

Prima delle votazione anche il sindaco Francesco Pirani ha voluto dire la sua. «La garanzia di correttezza è già scritta nel ruolo istituzionale stesso che ricoprirà Stefano Simoncini – ha chiarito – Votiamolo per i motivi perché comunque ci affidiamo anche alla sua esperienza, alla sua visione e al suo entusiasmo perché da oltre 25 anni lavora per la città. Forse siamo partiti con una settimana o 2 settimane di ritardo rispetto alla spedizion – ha poi osservato ribattendo a Pellegrini e Glorio – ma è poco importante se l’obiettivo è quello di arrivare sopra la montagna. Oggi stiamo compiendo un un passo importante, domani, sono certo, che ce ne sarà un altro. Ci sono state indecisioni di partenza, c’è stato un ballottaggio e ci sono state delle delle fusioni a freddo. L’importante che la matrice genetica, culturale, politica e civica ci porti oggi avanti a guardare con positività. Abbiamo tante cose da fare». Poi le minoranze, in primis la consigliera Caterina Donia (M5S), hanno annunciato la loro astensione in sede di voto.

(ultimo aggiornamento alle ore 18)

La Sala Gialla con il nuovo presidente Stefano Simoncini seduto sullo scranno più alto, vicino al sindaco e al segretario comunale

Il sindaco Francesco Pirani con Simone Pugnaloni presidente pro tempore dell’aula

Caterina Donia

La votazione per l’elezione di Stefano Simoncini

La votazione per l’elezione di Eliana Flamini

 

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