di Luca Patrassi (foto di Fabio Falcioni)
Passa infine all’unanimità la linea da sempre sostenuta dal gruppo di sindaci che fa riferimento al primo cittadino di Macerata Sandro Parcaroli: società consortile partecipata dai Comuni e dalle società operative per il mantenimento in house della gestione del servizio idrico.
Come anticipato nei giorni scorsi, ieri l’assemblea dell’Aato 3, guidata dal presidente Alessandro Gentilucci, si è aperta (dopo una breve interruzione per problemi tecnici) con la lettura del documento unitario di sintesi elaborato dal comitato tecnico (leggi l’articolo) che per mesi si è occupato di valutare le proposte in campo ed arrivare appunto a una possibile soluzione per mantenere la gestione pubblica.
Ed ecco la parte finale del documento dei tecnici: «il progetto di aggregazione percorribile è quello che prevede la costituzione di una società consortile partecipata dai Comuni e dalle società operative, tramite la fusione di Si Marche e Unidra e successivo ingresso di Cma (salvo verifica che segue), Acquambiente Marche e Società Acquedotto del Nera;
per la definitiva approvazione del progetto si proceda preliminarmente a chiedere ad Autorità indipendente (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ovvero, laddove l’Assemblea lo ritenga preferibile, alla Corte dei Conti, un parere circa l’applicabilità o meno dell’articolo 142 del Codice dei Contratti Pubblici all’affidamento diretto di attività inerenti il servizio idrico alla società Astea, controllata da Cma e con la presenza di socio privato, considerato che dal suo bilancio consolidato risulta un fatturato da servizio di distribuzione dell’energia elettrica superiore al 20% del fatturato totale, e se la controllante Cma possa -di conseguenza o comunque- essere considerata Società in house ai fini della partecipazione nella Società consortile».
I tecnici – avvocati, commercialisti e docenti universitari – collegati da remoto hanno spiegato le motivazioni del documento. In buona sostanza è miseramente naufragata l’obiezione di alcuni che davano per illegale il ricorso a una società consortile mista ed hanno costretto l’assemblea dei soci Aato a defatiganti riunioni andate avanti inutilmente per anni. Ancora il documento dei tecnici: «non sussiste più alcuna pregiudiziale per il modello della società consortile, come affermato anche dall’avvocato Zoppolato e che trova ora definitiva conferma anche nella sentenza della Corte di Cassazione sezioni unite 18623 dell’8/07/2024 che, fra l’altro, precisa che l’unicità della gestione – prevista dalla legge – non necessariamente deve portare ad un unico gestore».
L’assemblea dell’Aato 3 infine ha approvato all’unanimità la proposta di avviare il percorso di una società consortile mista e di attendere il parere del Garante del Mercato sul fronte della possibilità o meno della presenza del socio privato di Astea. Nel caso di una pronuncia negativa del Garante sulla presenza del socio privato di Astea sarà risolto il problema con una soluzione legata alla questione osimana ma sempre lasciando la gestione pubblica.
Infine una nota di Cgil (firmata da Daniele Principi e Andrea Coppari), Cisl (Rocco Gravina e Giuliano Caracini) e Uil (Sergio Crucianelli e Manuel Broglia): «Riteniamo importante che si sia finalmente superata la contrapposizione deleteria che per lungo tempo ha immobilizzato l’assemblea, ritardando di fatto l’assunzione di responsabilità da parte della politica locale su una questione fondamentale per il territorio.
Come organizzazioni sindacali abbiamo rivendicato fin dall’inizio la costruzione di un soggetto pubblico in grado di garantire la salvaguardia del carattere pubblico della gestione, la continuità occupazionale, l’abbassamento delle tariffe per l’utenza e la realizzazione degli investimenti necessari per l’ammodernamento della rete. Se resta il rammarico per il troppo tempo perso auspichiamo che dopo l’assemblea di oggi questo percorso sia finalmente avviato, senza ulteriori intoppi. Continueremo a monitorare la vicenda a tutela dei cittadini e delle lavoratrici e dei lavoratori interessati».
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