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«Mucillagine in Adriatico, colpe?
Le forti piogge sul bacino del Po
e l’uso eccessivo di fertilizzanti minerali»

CIVITANOVA - Convegno di Goletta verde oggi pomeriggio. Il portavoce Stefano Raimondi: «Non hanno effetti diretti sulla salute, ma ne hanno su turismo e pesca». Marco Ciarulli, presidente regionale di Legambiente: «Le aree marine protette nelle Marche sono un argomento tabù»

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di Laura Boccanera

Mucillagini, impatto su turismo e pesca e aree marine protette. Questi gli argomenti al centro del convegno che si è svolto nel pomeriggio in riva al mare al Moletto la Marina Asd organizzato da Goletta Verde, da due giorni ormeggiata al porto di Civitanova e che domani ad Ancona renderà noto il report relativo ai dati raccolti con il monitoraggio sulla costa marchigiana.

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Il comandante del porto Chiara Boncompagni con Marco Ciarulli di Legambiente Marche

Ma si è parlato anche di allevamenti intesivi e come questi possano accrescere l’apporto di azoto nel mare e favorire la proliferazione delle alghe e della mucillaggine che ha funestato l’estate lungo la costa.

All’incontro moderato da Marco Ciarulli di Legambiente Marche hanno partecipato il comandante del porto Chiara Boncompagni, il presidente dell’associazione Mare d’Amare Pierluigi Cipolla, Luigi Silenzi, presidente del comitato Tag Costa Mare consumo di suolo. Ma il convegno è stato anche l’occasione per parlare di aree marine protette, come quella del Conero e del Piceno ferme da 20 anni.

«Nelle Marche il completamento di questi due iter, avviati da tempo e per cui ci sarebbe bisogno di una maggiore reattività degli amministratori locali dei territori coinvolti, è un argomento tabù – dice Marco Ciarulli, presidente Legambiente Marche. Non solo non si fa nulla per portare avanti l’iter di istituzione di queste due aree marine protette ma si evita il confronto pubblico su tale argomento».

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Stefano Raimondi portavoce Goletta verde

A fare il punto sulle mucillagini per le quali la marineria ha chiesto anche interventi economici alla Regione per compensare il mancato incasso legato all’impossibilità di calare le reti è stato Stefano Raimondi di Legambiente nazionale e portavoce di Goletta verde: «Le mucillagini sono un fenomeno naturale e che non ha nessuna conseguenza diretta per la salute pubblica, ma può essere favorita da alcune concause, come l’eccessivo apporto di nutrienti, come azoto e fosforo provenienti dal bacino del fiume Po, che alimentano una maggiore secrezione delle microalghe presenti nei fondali del litorale Adriatico. E questi nutrienti sono la conseguenza del dilavamento e uso in agricoltura e degli allevamenti bovini e suini. Le forti piogge dei mesi scorsi in tutto il bacino del Po, ma non solo, hanno di fatto dilavato i terreni agricoli di queste sostanze arrivate in Adriatico attraverso i fiumi». Secondo i dati diffusi da Istat infatti l’agro-zootecnia ha un peso sull’equilibrio del mare. «Agricoltura e, soprattutto, allevamento, ai livelli di intensità praticati nel Nord Italia, restano la prima fonte di inquinamento da fosforo e azoto, per l’uso eccessivo di fertilizzanti minerali e le enormi quantità di liquami zootecnici sversate nei campi – conclude Raimondi – se è vero poi che le mucillagini non hanno effetti diretti sulla salute ne hanno eccome su turismo e pesca. Per bagnanti e turisti immergersi nel mare con la presenza di mucillagine non è il massimo né tantomeno il colore del mare assunto dalla secrezione delle alghe è un bello spettacolo».

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Le mucillaggini sulle reti da pesca

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