“L’Unione Sindacale di Base ha sempre sostenuto che fosse in corso, da parte di Regione Marche e Asur, un’operazione di riduzione dei posti letto per acuti in dotazione all’Area Vasta 2 e quindi di tutta la Provincia di Ancona. L’operazione, a giudicare dalle notizie comparse sulla stampa Locale, riguardanti le dichiarazioni del direttore generale dell’Inrca (leggi l’articolo), si sta completando attraverso la produzione di un atto amministrativo da parte dell’assessore regionale nonchè presidente della Giunta Ceriscioli”. La Usb Ancona, attraverso i referenti Stefano Tenenti e Milena Montesi, torna a ribadire la sua contrarietà alla scomparsa del presidio ospedaliero osimano ritenendolo fondamentale per gestione della salute dei 100.000 abitanti della Valmusone “ma, come è evidente, stanno prevalendo le logiche di spartizione territoriale ed il baricentro della sanità marchigiana deve essere spostato su Pesaro, lasciamo immaginare i motivi di questa decisione” scrive in una nota la sigla sindacale
IL DESTINO SEGNATO DELL’UTIC DI SENGALLIA – Secondo l’Unione sindacale di base nella stessa ottica va inquadrata “anche la soppressione dell’Utic di Senigallia che nonostante le promesse di sospensione della determina che ne prevede la chiusura non ce da fidarsi. Infatti con la delibera regionale 820/2017 si finanzia il completamento della rete cardiologica delle Marche incentrata su Pesaro. Se si da uno sguardo ai dati presenti nella delibera regionale 735/2013 e precisamente alla tabella dei posti letto per acuti e si tolgono, come doveroso, i posti letto di alta specialità degli Ospedali Riuniti di Torrette che hanno valenza Regionale e si decurtano anche gli 88 posti dell’attuale ospedale di Osimo, si comprendono chiaramente le dimensioni quantitative del problema. L’Area vasta 1 avrà sostanzialmente la stessa capienza dell’Ara vasta2 rispettivamente 813 e 881”.
“L’OSPEDALE DI OSIMO NON RESTERA’ AUTONOMO” – I due referenti di Usb sono anche convinti che non è il caso di “di avvalorare la tesi che l’Ospedale di Osimo rimarrà autonomo” perché “sono gli stessi protagonisti ad ammettere che si tratta di una cessione di ramo d’azienda da parte dell’area vasta 2, e quindi di Asur verso l’azienda Istituto Nazionale per la Ricerca e Cura dell’Anziano. L’Inrca ha una sua nota fisionomia e particolare vocazione che intenderà giustamente mantenere sottraendo però al territorio della Valmusone le unità semplici e complesse (le specialità) che facevano integralmente parte della programmazione prevista nella visione del Presidio Unico Ospedaliero insieme a Senigallia, Jesi, Fabriano”.
QUALE FUTURO PER I 200 LAVORATORI DELL’OSPEDALE DI OSIMO? – Ma quello che preoccupa maggiormente l’Unione sindacale di base è il destino del personale, infermieri tecnici, amministartivi. “Dovranno diventare obbligatoriamente dipendenti dell’Inrca o potranno rimanere nell’AV2 e quindi nell’Asur? Purtroppo su questo punto le informazioni provenienti dai soggetti preposti Asur e Inrca, si fanno confuse e ci promettono comportamenti che, a nostro avviso, non hanno fondamento giuridico. Soprattutto in riferimento ad una questione che dovrebbe essere pacifica e cioè la libera scelta da parte dei lavoratori di fare domanda per continuare ad essere dipendenti della struttura per la quale hanno svolto e vinto I concorsi pubblici”. Stefano Tenenti e Milena Montesi ritengono che “l’Asur non sarà in grado di trasferire i dipendenti negli altri ospedali dell’Av2 ma li obbligherà a transitare all’Inrca perchè, come noto nel trasferimento di ramo d’azienda il personale dipendente segue il ramo d’azienda trasferito. Abbiamo già chiesto incontri chiarificatori a tutti i soggetti interessati, ma evidentemente c’è la consegna del silenzio per evitare spiegazioni imbarazzanti”.
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