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Impianto rifiuti, Jesiamo:
«Molto bene il no arrivato solo
grazie all’allarme lanciato da noi»

JESI – Dopo il diniego al progetto del tavolo tecnico di ieri, il gruppo civico di minoranza sollecita le dimissioni dell’assessore. ‘Jesi in Comune’ invece osserva che «per la prima volta questa città, grazie all'iniziativa della maggioranza politica di cui facciamo parte, potrà esprimersi attraverso una consultazione popolare». Discussa in Consiglio comunale l’interrogazione a tema della consigliera Lindita Elezi

Tommaso Cioncolini, consigliere comunale di Jesiamo

 

«Siamo imbarazzati ed offesi dalle risultanze comunicate dall’Amministrazione comunale rispetto al tavolo tecnico tenutosi ieri in Comune sul progetto di impianto rifiuti alla Zipa. Molto bene il No, ma è doveroso riavvolgere il nastro: dimensionamento , ubicazione e trattamento sono le stesse criticità segnalate immediatamente da Jesiamo e dalle altre liste civiche per le quali eravamo stati definiti pressappochisti, antiscientifici, strumentali. Queste criticità potevano essere tranquillamente rilevate anche un anno fa in sede di pre istruttoria, quando invece sindaco ed assessori diedero il via libera, come ha voluto ribadire Edison in sede di Consiglio comunale aperto.». A sostenerlo sono i rappresentanti di Jesiamo, lista civica di minoranza.«Tutti, tavolo tecnico compreso, dicono No, tranne il sindaco che non ha ancora espresso la sua palese contrarietà con una parziale marcia indietro – prosegue la nota di Jesiamo – data solo dal dissenso cittadino all’impianto, potendo affermare che senza l’allarme dato dai pastorelli (così ci ha definito l’assessore Tesei) questo impianto si sarebbe realizzato. Le parole del sindaco Fiordelmondo segnano il No all’assessore Tesei che termina qui la sua carriera politica al Comune di Jesi, avendo difeso fino a pochi giorni fa l’impianto: non può essere lui a guidare questo nuovo capitolo contro la proposta Edison. Le dimissioni dell’assessore Tesei, a questo punto, diventano imprescindibili se la contrarietà all’impianto è sincera e irreversibile» chiedono gli esponenti di Jesiamo.

Jesi in Comune

Di diverso avviso invece i rappresentati della lista di maggioranza ‘Jesi in Comune’.«La valutazione del nostro gruppo, inteso come la comunità politica che anima Jesi In Comune, è che ad oggi la proposta dell’impianto Edison debba avere esito negativo. Avevamo già dichiarato peraltro negli scorsi Consigli comunali e in altre uscite pubbliche che rilevavamo delle criticità a riguardo e che anche dal confronto con il proponente, durante il Consiglio comunale aperto, non uscivamo soddisfatti. – sottolineano in una nota – Abbiamo esaminato a lungo la documentazione e, per questo motivo, siamo stati criticati più o meno provocatoriamente da alcuni esponenti dell’opposizione. Rivendichiamo tale approccio relativamente a un tema così complesso e riteniamo che questo tempo, dedicato a cercare di capire al meglio la questione, sia stato doveroso e utile al fine di maturare una posizione consapevole e motivata nel merito, tenuto conto che il procedimento amministrativo lo richiede. Abbiamo posto domande nei luoghi della politica, ci siamo confrontati con esperti ed esperte di settore, e non abbiamo mai negato confronti dal vivo a cittadini e cittadine che ci chiedevano informazioni del percorso in oggetto».

L’area Zipa di via dell’Industria a Jesi (foto d’archivio)

Jesi In Comune aveva anche presentato le osservazioni rispetto al progetto entro i tempi previsti dal procedimento. «Prima fra tutte l’ubicazione e poi la tracciabilità dei terreni e rifiuti reflui e il dimensionamento perché crediamo che ogni impianto di trattamento di rifiuti dovrebbe rispondere ai reali bisogni del territorio in cui è posto. – ricordano gli esponenti di Jesi in Comune – Va da sé che ridurre le dimensioni di un ipotetico impianto e la quantità delle tonnellate gestite significa, proporzionalmente, ridurre le problematiche ad esso connesse legate al traffico, alle emissioni e al consumo di acqua. L’utilizzo della risorsa idrica, specialmente in un momento critico come quello attuale, risulta a nostro avviso una delle problematiche maggiori. Abbiamo con responsabilità sentito la necessità di valutare se un impianto di questo tipo andasse verso la necessaria transizione ecologica e potesse contribuire a diminuire il carico ambientale in quest’area. Perché, comunque, anche in questo territorio ci sono da tempo terreni inquinati che prima o poi andranno bonificati».

Jesi in Comune vuole evidenziare inoltre che «per la prima volta questa città, grazie all’iniziativa della maggioranza politica di cui facciamo parte, potrà esprimersi attraverso una consultazione popolare. Abbiamo inoltre accolto le proposte delle minoranze civiche rispetto agli strumenti dell’inchiesta e dell’istruttoria pubblica, lo abbiamo riconosciuto pubblicamente, cercando di praticare, una volta di più, una politica che sa andare oltre il gioco delle parti in momenti come questi. Avevamo anche teso la mano alle liste civiche di opposizione proponendo loro di presentare assieme la richiesta di istruttoria, per dare un segnale unitario alla città almeno su questo intento. Purtroppo non è stato accettato dalle stesse. Ne prendiamo atto, certi che sapremo affrontare questi momenti di confronto e partecipazione, visto che abbiamo ancora tempo a disposizione, più di quello che qualcuno vuole far credere. Tali iniziative pubbliche mai sono state fatte in passato, eppure, per fare un esempio fra vari, sarebbe stato utile sapere cosa pensassero dell’installazione del centro ambiente i cittadini e le cittadine del quartiere San Giuseppe, zona più antropizzata della città, e di tante altre questioni certamente diverse da questa, ma che comunque determinavano un impatto importante. La nostra posizione e il percorso partecipativo – conclude la nota di Jesi in Comune – delineato dimostrano ancora una volta che nulla era stato già deciso a differenza di quanto riferivano e riferiscono tuttora determinate falsità propagandate col solo scopo di screditare a priori l’Amministrazione e la maggioranza».

Lindita Elezi

Nel frattempo questa mattina in Consiglio regionale discussa l’interrogazione della consigliera Linda Elezi sull’impianto per la gestione di rifiuti pericolosi e non che la Edison vorrebbe realizzare alla Zipa di Jesi vicino ad una mensa. «E’ risultato evidente anche dalla risposta dell’assessore regionale all’Ambiente Aguzzi che il comune di Jesi si sta trincerando dietro i cavilli per evitare il confronto: la Regione, che pure sta redigendo il nuovo piano rifiuti sulla base della nuova legislazione nazionale ed europea, non è mai stata chiamata in causa nonostante la richiesta Edison dati oltre un anno e l’impianto sarebbe il primo di questo tipo nelle Marche – ha sottolineato Elezi nel suo intervento – L’economia circolare è un punto nodale della politica di gestione dei rifiuti, ma è un dovere della politica considerarla un modo per tutelare la qualità della vita dei cittadini e non per consentire il libero sfogo dell’interesse privato. La stessa Edison nel progetto evidenzia la possibilità che quello di Jesi diventi un polo provinciale e regionale della produzione di End of Waste da terreni contaminati visto che nelle Marche ci sono più di 1100 siti contaminati censiti e il più grande cantiere del sisma centro Italia».

«È evidente che l’economia circolare non può essere attuata a dispetto della sua sostenibilità sociale – ha aggiunto Elezi – Edison chiede di costruire un impianto pericoloso che avrà delle ricadute molto pesanti su un’area già Aerca, gravata dall’ inquinamento delle falde acquifere e da polveri sottili e prossima al costruendo hub di Amazon. Le criticità sono talmente evidenti che il Comune di Jesi solo dopo un anno dalla richiesta e solo sulla spinta delle proteste si è  confrontato con la cittadinanza. Tra i doveri dei sindaci però c’è anche la salvaguardia della salute pubblica che non può essere compatibile con un impianto per i rifiuti pericolosi costruito vicino ad una mensa e in un’area dove gravitano aziende che muovono migliaia di persone ogni giorno – ha evidenziato la consigliera regionale – Al di là delle specifiche deleghe, la richiesta di P.A.U.R. (Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale) per un impianto di questa pericolosità obbliga, a mio avviso, a fare scelte di indirizzo che non siano solo legate ad aridi parametri tutti da verificare sul campo. Credo che, anche a fronte del lavoro che andremo a fare sul nuovo piano regionale dei rifiuti, la politica debba porsi prepotentemente il problema di conciliare la sostenibilità ambientale con l’effettiva qualità della vita e mi auguro che facciamo tutti insieme un buon lavoro in questo senso. – conclude Elezi – Ho invitato la Regione ad essere propositiva per un’ interlocuzione con il Comune e gli enti coinvolti in modo da dare voce ai tanti cittadini che non per miopia, ma per i riscontri oggettivi sull’impatto ambientale ammessi anche da Edison si stanno esprimendo anche con una raccolta firme sacrosanta».

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