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Malore mentre allestisce la bancarella,
ambulante muore alla fiera

CASTELRAIMONDO - Si tratta del 69enne Gianfranco Ciarrocchi, di origini abruzzesi ma da anni residente a Casette Verdini di Pollenza. Annullato il mercato di San Bartolomeo, il cordoglio dei colleghi

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I soccorritori sul luogo dell’accaduto

di Francesca Marsili

Accusa un malore mentre scarica la merce dal furgone per allestire la bancarella di pellame e accessori, muore ambulante di 69 anni.

Si tratta di Gianfranco Ciarrocchi, di origini abruzzesi ma da anni residente a Casette Verdini di Pollenza. Si è spento sotto gli occhi della moglie, che solitamente lo accompagnava nei mercati: tra quattro mesi sarebbe andato in pensione.

E’ successo questa mattina a Castelraimondo, poco prima delle 7. Un collega l’ha visto accasciarsi a terra e ha prestato aiuto, lanciando l’allarme.

Immediato l’intervento sul posto degli operatori dell’emergenza ma ogni tentativo di salvargli la vita è risultato vano. Annullata la tradizionale fiera di San Bartolomeo dopo il decesso avvenuto in pieno centro storico, nell’area dove si svolge il mercato. 

«Si comunica che, a causa di un malore fatale che ha colpito uno dei commercianti presenti alla fiera e prendendo atto, condividendola, della volontà degli altri ambulanti di non proseguire con le normali attività in segno di solidarietà e di vicinanza, la fiera di San Bartolomeo è stata annullata – ha scritto il sindaco Patrizio Leonelli -. L’Amministrazione comunale, a nome di tutti i cittadini di Castelraimondo, esprime alla famiglia le più sentite e sincere condoglianze. Ringraziamo tutti per la comprensione e ci scusiamo per il disagio».

Un collega, Fabrizio di Pietro di Teramo, sottolinea: «Annullare la fiera nel rispetto del nostro collega era doveroso». Luca Francalancia, un altro collega di Ciarrocchi che questa mattina era alla Fiera a Castelraimondo, evidenzia: «Vicino nel dolore alla famiglia del collega, sappiamo tutti che il nostro è uno dei lavori più pesanti che esista ma non si può non riconoscerne le condizioni estreme che viviamo giornalmente in ogni stagione. Il nostro è un lavoro che fai perché ce l’hai dentro non per arrivare a fine mese, è oltre ad un lavoro onesto anche un servizio che si rende alle città anche dal punto di vista sociale ma tutto questo non ci viene mai riconosciuto da nessuna istituzione a partire dal governo in giù».

«Il collega stava scaricando la sua merce dal furgone per allestire il banco di vendita, purtroppo un infarto fulminante lo ha stroncato quando era ormai prossimo alla pensione – scrive in una nota l’associazione nazionale ambulanti Ugl -. Siamo addolorati per la prematura scomparsa e ci stringiamo al dolore dei suoi familiari.

Ma siamo al contempo indignati perché questa tragedia conferma i rischi del nostro lavoro che svolgiamo ogni santo giorno con tutte le condizioni meteorologiche, con il sole a 40 gradi o con il gelo in inverno, con la pioggia o con il vento o con la neve. Un lavoro pesante, usurante, che ci costringe a ritmi pesanti e faticosi. Eppure politicanti da strapazzo in Europa ed in Italia ci considerano privilegiati. E su di noi si accaniscono con il tema della concorrenza per applicare la Bolkenstein.

Venissero un giorno con noi nei mercati o nelle fiere d’Italia – sottolineano i sindacati -. Facciano con noi i viaggi della speranza dalle 4/5 della mattina per raggiungere i nostri posteggi, per poi ritornare a casa stanchi morti e poi pensare a caricare nuovamente il furgone. Pensino a come salvare il nostro lavoro e rispettino la Costituzione Italiana piuttosto che dire baggianate su di noi».

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