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Frode milionaria sul superbonus,
arrestato Salvatore Perricciolo.
Ai domiciliari un ingegnere

INDAGINE - La Guardia di finanza ha eseguito sei misure cautelari (4 sono obblighi di firma) e sequestri per oltre cinque milioni di euro in diverse province, tra cui Macerata e Fermo. I fatti sono relativi a sisma-bonus ed eco-bonus, la truffa sarebbe stata perpetrata tramite fittizie intestazioni societarie e fatture per operazioni inesistenti

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Una Porsche sequestrata

di Gianluca Ginella

Truffe sul superbonus, sei misure cautelari nelle Marche e otto in tutto le persone denunciate. In manette l’indagato principale, Salvatore Perricciolo, calabrese residente nel Fermano (recentemente già arrestato per scontare una pena relativa a una condanna in via definitiva per fatti di droga). Agli arresti domiciliari un ingegnere. Sequestri per oltre cinque milioni di euro in varie province tra cui Macerata, di cui tre per crediti fiscali inesistenti. L’indagine è stata condotta dalla Guardia di finanza di Ancona. I provvedimenti cautelari sono stati spiccati dal Gip del tribunale di Fermo.

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Nel provvedimento è stata disposta la custodia in carcere per Salvatore Perricciolo e gli arresti domiciliari per un ignegnere del Fermano, e quattro misure dell’obbligo di firma nei confronti di altri 4 indagati. A eseguire la misura il Gico della Guardia di finanza.

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Salvatore Perricciolo

La vicenda, stando alle indagini condotte dai finanzieri, riguarda una presunta frode nel settore dei superbonus edilizia (sisma-bonus ed eco-bonus) che sarebbe stata perpetrata tramite fittizie intestazioni societarie e fatture per operazioni inesistenti. Sempre secondo gli inquirenti i proventi illeciti sarebbero poi stati auto-riciclati nell’acquisto di immobili e beni di valore.

Per Perricciolo misura cautelare in carcere. Lo scorso 20 agosto, dopo mesi di latitanza, era stato arrestato in Slovenia. Deve scontare circa 15 anni.

Ora si trova nel carcere di Padova dove gli è stata notificata la misura cautelare. Perricciolo è assistito dagli avvocati Gabriele Cofanelli e Anna Indiveri. Nei prossimi giorni ci sarà l’interrogatorio di garanzia.

Per gli inquirenti avrebbe costituito due imprese edili (intestate a prestanome) e con fatture per operazioni inesistenti avrebbe ottenuto contributi dallo Stato per lavori di efficientamento energetico e sismico. Lavori che non sarebbero stati realizzati o sarebbero stati realizzati in parte con conseguente cessione dei crediti fittizi, anche grazie alle false attestazioni di professionisti abilitati.

Ai domiciliari è finito un ingegnere. Secondo la Guardia di finanza il professionista avrebbe presentato all’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) le necessarie asseverazioni, con informazioni false o attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese.

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Il professionista era subentrato in questo meccanismo illecito dopo che un suo collega, per gli inquirenti al servizio del sodalizio criminale, era stato coinvolto per lo stesso tipo di condotta in un’analoga indagine di un’altra procura. Misura cautelare dell’obbligo di firma per gli altri 4 indagati.

Uno è un consulente del lavoro, incaricato di apporre i visti di conformità in relazione ai crediti ceduti e di trasmettere telematicamente i modelli di cessione del credito all’Agenzia delle Entrate, gli altri sono ritenuti sodali del principale indagato. La frode fiscale avrebbe generato crediti inesistenti per 3 milioni di euro, alcuni dei quali già ceduti a soggetti terzi o già oggetto di indebita compensazione per il pagamento di tributi dovuti, per i quali erano anche state inviate, in alcuni casi, insolite richieste di annullamento.

Il Gip ha disposto un sequestro preventivo per oltre 5 milioni di euro, dei quali 3 milioni di crediti inesistenti e 2 milioni pari al presunto profitto dei reati contestati agli indagati.

Il sequestro dei beni, per gli inquirenti formalmente intestati a prestanome e a società, ma di fatto nella disponibilità di Perricciolo, è stato fatto in diverse province: Fermo, Ancona, Macerata, Ascoli, Teramo e Catanzaro. In queste province sono state sequestrate dodici unità immobiliari. Sigilli anche ad auto di lusso (fra cui alcune Porsche) e a conti correnti.

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