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Cooperative “serbatoi di manodopera”:
scoperta un’associazione per delinquere
negli appalti privati: un arresto

FABRIANO - I finanzieri della Tenenza, nell'operazione denominata "Fedeltà" hanno ricostruito un giro che avveniva nelle Marche, Umbria e Toscana. Sono state accertate evasioni fiscali e contributive per oltre 28milioni di euro e denunciate 44 persone

I finanzieri della Tenenza di Fabriano

Importante operazione dei finanzieri della Tenenza di Fabriano che sono riusciti a ricostruire e a scoprire un’associazione per delinquere, composta da 5 persone tra cui figurano un imprenditore e un consulente del lavoro, finalizzata a una serie di reati anche di natura tributaria.
L’operazione, denominata “Fedeltà”, ha consentito l’individuazione di strutturati meccanismi di frode, che hanno visto il coinvolgimento di persone che operavano in diversi settori commerciali: società cooperative, consorzi e società di capitali; che disponevano formalmente di un’ingente forza lavoro e che fungevano da meri “serbatoi di manodopera”.
L’attività investigativa ha consentito di dimostrare l’esistenza di vere e proprie società “apri e chiudi” legalmente rappresentate da prestanome che riuscivano a dissimulare, attraverso fittizi contratti di appalto di servizi, somministrazioni illecite di manodopera a favore di pseudo committenti, massimizzando i guadagni dei vertici dell’organizzazione attraverso il mancato pagamento delle imposte, delle ritenute operate sui redditi da lavoro dipendente e dei contributi previdenziali e assicurativi.
Tutto ciò avveniva tramite una “società serbatoio” , “soggetti filtro” e “utilizzatori finali”: le prime costituite sotto la forma di cooperative, che trasferendo la manodopera dall’una all’altra, omettevano sistematicamente il versamento di ritenute, contributi ovvero qualsivoglia tipologia di imposta diretta o indiretta; le seconde erano rappresentate da soggetti economici privi di maestranze e di beni strumentali, che rifatturavano le “prestazioni” ai “committenti-utilizzatori finali” al fine di allungare la catena commerciale ed ostacolare le attività di controllo e accertamento; “gli utilizzatori finali” sono risultati essere importanti realtà aziendali operanti nei più svariati settori commerciali, e grazie a questo sistema fraudolento riuscivano a beneficiare di indebiti vantaggi in quanto, l’impiego di lavoratori irregolari consentiva loro di poter praticare tariffe più convenienti all’interno del mercato a discapito delle aziende concorrenti che operavano nel rispetto delle vigenti normative.
In realtà dietro a tutto questo vi era una frode fiscale e contributiva milionaria finalizzata all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nonché alla “somministrazione fraudolenta di manodopera” che ha generato, di conseguenza, rilevanti profili di responsabilità amministrativa delle società coinvolte.

L’operazione è stata svolta dalla Guardia di Finanza

Le indagini hanno consentito di stabilire che i proventi derivanti dall’attività criminosa sono stati in parte illecitamente reinvestiti in altre attività economiche compiendo operazioni sfociate in reati di autoriciclaggio e di ricettazione.
In tutto sono state denunciate 44 persone, tra fisiche e giuridiche. Inoltre sono stati individuati oltre 230 lavoratori illecitamente somministrati nel corso degli anni oggetto di indagine e sono state accertate evasioni fiscali e contributive per oltre 12milioni di euro a fronte dell’emissione e utilizzo di fatture false per oltre 16milioni di euro.
Il Gip del tribunale di Ancona, su richiesta della procura dorica, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del principale responsabile dell’associazione per delinquere domiciliato in provincia di Pisa; nonché il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di disponibilità patrimoniali e finanziarie per un valore complessivo di circa 11milioni di euro che ha consentito di sequestrare conti corrente, immobili e auto.
Le indagini sono state svolte in collaborazione con i servizi ispettivi Inps di Toscana, Umbria e Marche e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Perugia ed hanno coinvolto anche diversi Reparti del Corpo operanti nei territori delle regioni Marche, Umbria, Toscana, Lombardia e Campania.
L’attività investigativa svolta dai finanzieri del Comando Provinciale di Ancona, oltre che ad inserirsi nel quadro della costante attività di prevenzione e contrasto delle frodi e di tutela delle entrate del bilancio nazionale e dell’Unione Europea, ha anche il fine di contrastare la condotta di chi agisce slealmente nel mercato del lavoro, a tutela delle imprese che operano regolarmente nel rispetto delle previsioni normative ed in maniera trasparente al fine di garantire ogni più ampia tutela dei lavoratori evitando qualsiasi forma di sfruttamento.

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