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L’opposizione prepara esposti e ricorsi:
«Il nostro regolamento consiliare non
prevede sedute in seconda convocazione»

OSIMO – Conferenza stampa dei 9 consiglieri del centrosinistra al termine del Consiglio comunale per condannare il colpo di scena del Regio Decreto del 1915. «Hanno costruito una regola che non esiste e comunque il sindaco Pirani continua a non avere i numeri: in aula erano solo in 12 anche dopo le surroghe e non hanno potuto votare le linee programmatiche di governo. Cosa dobbiamo aspettarci ancora?»

I consiglieri d’opposizione della coalizione di centrosinistra durante la conferenza stampa. Anche oggi pomeriggio non sono entrati nell’emiciclo dopo aver costatato che i quattro consiglieri di maggioranza latiniani non erano in aula

 

«Il regolamento del Consiglio comunale di Osimo non prevede sedute consiliari in seconda convocazione e quindi stasera è stata costruita un regola che non esiste. Ci si è andati ad appellare al Regio Decreto del 1915 citando una sentenza del Tar pronunciata per un piccolo Comune del Veneto che invece nel suo regolamento del Consiglio comunale aveva inserito la possibilità della seconda convocazione consiliare dimenticando però di fissarne il quorum necessario. Ecco perchè i giudici amministrativi in questo caso si sono riportati al Regio Decreto che fissava in 4 consiglieri presenti il numero legale minimo per aprire la seduta consiliare in seconda convocazione. Riteniamo che le regole siano state violate e andremo avanti con tutti i ricorsi e le azioni legali del caso». Il consigliere comunale del Pd, Mauro Pellegrini, sintetizza in poche parole l’intenzione dell’opposizione di presentare un esposto al prefetto e di impugnare al Tar Marche le delibere consiliari votate dai 9 consiglieri dai maggioranza oggi pomeriggio nella Sala Gialla in una seduta «senza numero legale perché erano in 9 in aula, dopo le surroghe in 12 ma per aprire la seduta servivano 13 consiglieri»

Mauro Pellegrini

Nella conferenza stampa convocata stasera dalle minoranze di centrosinistra dopo il consiglio comunale avviato con le statuizioni del Regio Decreto del 1915,, l’avvocato ha parlato di «grave violazione di legge». «Oggi, a seguito la seduta flop dell’11 settembre, intorno alle ore 19 al termine dell’appello il segretario comunale  ha riscontato che in aula c’erano 9 consiglieri ma il nostro regolamento prevede il numero legale in 13. Era assente il gruppo di maggioranza che fa riferimento alle Liste civiche di Dino Latini. – ha ricordato Pellegrini – Ci saremmo tutti aspettati che il presidente Simoncini avesse sciolto la seduta invece è arrivato il colpo di scena con le grida manzoniane: gli uffici del Comune hanno tirato fuori il Regio Decreto del 1915. Siamo al tempo della Prima Guerra Mondiale e quello era il testo unico dell’epoca che reggeva l’ordinamento dei Comune. L’articolo 125 spiega come deve avvenire la convocazione dei Consigli comunali, cosa è richiesto della prima seduta e per la seconda convocazione. Dopo aver dato il suo parere legale, il segretario comunale ha citato una sentenza del Tar Veneto del 2016 per un piccolo Comune, Monteforte d’Albone».

In primo piano da in. Paola Andreoni e Michela Glorio

Il consigliere dem ha subito chiarito che «i Comuni possono inserire nel Regolamento del Consiglio comunale anche una eventuale seconda convocazione perché se nella prima è richiesto un quorum della metà più uno dei consiglieri eletti, per Osimo 13, quel numero  nella seconda si abbassa. Monteforte d’Albone, per cui è stata emessa la sentenza del Tar, aveva deliberato di inserire la seconda convocazione nel suo regolamento del Consiglio comunale ma senza disciplinare il numero di presenti per la seconda convocazione non essendosi adeguato al Tuel. Il nostro regolamento, ultima modifica nel 2022, si è invece adeguato al Tuel ma ha scelto liberamente di non prevedere la seconda convocazione. Quindi nel nostro caso non si applica questa regola del Regio Decreto proprio perché il nostro regolamento non esiste la seconda convocazione. Stasera per giustificarla hanno sostenuto che siccome la convocazione aveva lo stesso ordine del giorno della seduta dell’11 settembre, non tenuta per assenza del numero legale, e il nostro segretario comunale ne ha dedotto che la seduta di oggi era una seconda convocazione».

da sin. Caterina Donia con Maria Francesca Verdolini

«Siamo molto amareggiati e anche profondamente delusi da quello che è successo in Consiglio comunale – ha proseguito Michela Glorio, capogruppo della lista Glorio Sindaco – Ancora una volta una parte della maggioranza non presentandosi in aula ha fatto sì che non ci fosse il numero legale ma il sindaco, il presidente del Consiglio e il segretario comunale hanno deciso di andare avanti lo stesso senza numeri, appellandosi a questo Regio Decreto e a una sentenza di un piccolo comune del Veneto. Come può una città di 35mila abitanti legiferare con 4 consiglieri comunali? E’ scandaloso. Hanno fatto le tanto attese surroghe per fare entrare i sostituiti dei 3 consiglieri dimissionari e poi hanno di nuovo sospeso il Consiglio comunale perché erano solo in 12 e non potevano approvare le Linee programmatiche. E’ un fatto gravissimo il non rispetto del regolamento del nostro Consiglio comunale. Non l’hanno rispettato il 6 agosto quando avevamo chiesto la verifica del numero legale e non ci è stata accordata. Non l’hanno rispettato oggi appellandosi a una legge del 1915. Qualcuno deve intervenire. Noi come gruppo di minoranza e come coalizione di centro sinistra faremo di tutto presso gli organi competenti per segnalare questa grave irregolarità. Sindaco Pirani non sei stato corretto istituzionalmente. Presenteremo esposti al Prefetto, al Tar e alla Procura della Repubblica» ha concluso Glorio che ha anche chiarito come non essendo entrati nell’emiciclo anche oggi nessun consigliere della minoranza ha percepito il gettone di presenza.

Simone Pugnaloni

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Paola Andreoni, capogruppo del Pd che ha parlato di «scorrettezza e forzature. Noi abbiamo ricevuta una convocazione in via d’urgenza dopo la seduta che non si è potuta tenere per mancanza del numero legale, imputabile principalmente ad un gruppo di maggioranza. La forzatura è stata fatta per effettuare le surroghe dei dimissionari. E comunque il sindaco Pirani continua a non avere i numeri senza i 4 consiglieri del gruppo ‘Liste civiche da sempre’. – ha ribadito – Tanto è vero che appena effettuate le surroghe i Consiglio comunale è stato sospeso. Se avessero approvato in 12 le delibere non sarebbero state legittime. E cosa ci dobbiamo aspettare per i prossimi consigli comunali. Il gruppo delle Liste civiche da sempre ora prenderò la decisione di partecipare ai lavori del consiglio? E’ questo quello che spera il sindaco?» si è domandata Andreoni. Caterina Donia del M5S ha aggiunto che «l’ arroganza di questa maggioranza prevarica su ogni norma di legge. Non essendo state approvate oggi, entro i 60 giorni previsti dalla legge, le linee programmatiche, chiediamo alla Amministrazione comunale come intende governare la nostra città? Con 12 consiglieri cosa farà? Intende portare avanti quanto fatto dalla precedente amministrazione?. Noi chiediamo a tutti i cittadini di unirsi al nostro appello e chiedere al prefetto atti di urgenza per ripristinare la situazione e andare a nuove elezioni» ha chiuso Donia.

Eliana Flamini

Passaggio che è tornato a rimarcare anche l’ex sindaco ed ora consigliere comunale del Pd, Simone Pugnaloni. Il centrosinistra farà tutti i passi necessari perché – ha assicurato Pugnaloni – «agli osimani va restituita la democrazia, non il potere forte che surroga senza il rispetto del regolamento comunale. Si devono dimettere subito». Simonetta Tirroni (Lista Glorio Sindaco) ha invece invitato tutti gli osimani «ad andare a un’occhiata all’ordine del giorno del consiglio comunale che era stato convocato per oggi per constatare come la maggior parte dei punti del giorno da discutere erano mozioni e interrogazioni presentate dai consiglieri della coalizione del centrosinistra. Noi ci interessiamo realmente ai problemi degli osimani e avremmo voluto parlarne oggi in aula». Eliana Flamini, consigliera del Pd ha quindi ribadito che «stasera hanno dimostrato che, in barba a qualsiasi regolamento, non vogliono assolutamente che esista una minoranza che possa parlare, che possa controllare. Le regole sin dall’inizio non sono state rispettate maa noi continueremo la nostra battaglia». Ha concluso gli interventi Maria Francesca Verdolini, consigliera della Lista Glorio sindaco condannando, anche lei «questa arroganza istituzione. Non avevano i numeri ma pur di andare avanti hanno usato qualsiasi strategia. No, non si agisce così».

Con il voto di soli 9 consiglieri su 25 surrogati i 3 dimissionari grazie al Regio Decreto del 1915

 

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