facebook rss

Fedrigoni ‘Giano’ chiude e licenzia:
«Una ‘mattanza’ occupazionale
decisa in modo unilaterale»

FABRIANO – Ieri le assemblee sindacali nello stabilimento fabrianese e di Rocchetta per rispondere alla decisione del gruppo di cessare l’attività dal 1 gennaio 2025. Maurizio Mangialardi, capogruppo del Pd Marche presenta un’interrogazione, il M5S con il deputato Giorgio Fede, il coordinatore provinciale Sergio Romagnoli la consigliera regionale Marta Ruggeri mette in guardia: «L’area montana a fine anno rischia di ritrovarsi con più di 4 mila disoccupati». La preoccupazione del sindaco di Cerreto d'Esi, David Grillini

I lavoratori della Fedrigoni ieri in assemblea (foto Fb Ugl Chimici)

 

Ieri negli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta, i lavoratori hanno fermato gli impianti durante le assemblee organizzate per rispondere alla decisione del Gruppo Fedrigoni di chiudere definitivamente la società Giano dal 1 gennaio 2025, con la conseguente cessazione delle attività nel settore della carta per ufficio e il licenziamento collettivo di 195 dipendenti. «Le segreterie sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Carta e Stampa e la Rsu unitaria dell’area Marche hanno immediatamente proclamato lo stato di agitazione e chiesto con fermezza un confronto con l’azienda, con un incontro già programmato per l’8 e 9 ottobre. L’obiettivo è chiaro: scongiurare questi esuberi inaccettabili e difendere i posti di lavoro.- si legge in una nota delle sigle sindacali a firma congiunta – La chiusura della società Giano non solo elimina la produzione di carta per ufficio, ma comporta anche la dismissione di interi settori strategici come la manutenzione, la gestione dei materiali e le spedizioni. Si tratta di un colpo durissimo per il futuro occupazionale degli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta, che rischiano di essere messi in ginocchio da questa operazione miope e ingiustificata della proprietà».

«Respingiamo senza se e senza ma la procedura avviata da Fedrigoni e ne chiediamo il ritiro immediato – commenta Enzo Valente, vice segretario nazionale Ugl Chimici – In gioco ci sono oltre 200 posti di lavoro e un pezzo di storia dell’industria italiana. Non permetteremo che questo avvenga: attiveremo tutte le iniziative necessarie per bloccare il processo e chiediamo l’attivazione immediata di un tavolo ministeriale per individuare soluzioni industriali alternative. Chiediamo a tutte le lavoratrici e i lavoratori, e a tutte le forze politiche e sociali, di sostenere la nostra battaglia e di unirsi a noi per difendere il lavoro e il futuro della nostra comunità»

Maurizio Mangialardi

Il capogruppo regionale del Partito Democratico, Maurizio Mangialardi ha presentato un’interrogazione per sapere cosa intende fare la giunta Acquaroli rispetto al licenziamento di 195 dipendenti annunciato dal ceo di Fedrigoni Marco Nespolo: si tratta degli addetti alla produzione di carta per l’ufficio, manutenzione e gestione di materiali e spedizioni dello stabilimento di Fabriano, l’unità di trasformazione del sito di Rocchetta, e gli impiegati della società “Giano”, che sarà dismessa a partire dal 1 gennaio 2025.«Il Gruppo Pd Marche aveva già ripetutamente sollecitato il presidente Acquaroli e l’assessore Aguzzi rispetto alla preoccupante situazione di Fedrigoni, da ultimo con una interrogazione a prima firma Manuela Bora.- ricorda Mangialardi – La Regione e il Governo hanno dormito, disinteressandosi totalmente di quello che era evidente sarebbe successo: oggi ne abbiamo avuto conferma, altro che “infondati allarmismi”! Sosteniamo con forza la lotta dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. Gravissima l’assenza di qualsiasi interlocuzione previa: le lettere di licenziamento stanno per essere inviate senza che si sia fatta chiarezza sul destino dei 195 dipendenti. Una crisi al buio pericolosissima per un territorio come quello del fabrianese già duramente colpito da processi di deindustrializzazione e che conta ad oggi già 3.700 disoccupati, di cui 2.400 over 45 (900 di essi non percepiscono nemmeno l’indennità mensile di disoccupazione Naspi!). Serve una risposta compatta e unitaria di tutte le istituzioni per salvaguardare i livelli occupazionali e produttivi, non è più il tempo delle attese, delle incertezze, dei “vedremo” e dei “faremo”».

Marta Ruggeri

Preoccupazione espressa anche dal deputato e coordinatore regionale del M5S Giorgio Fede, dall’ex senatore fabrianese e coordinatore provincia di Ancona del M5s Sergio Romagnoli e dalla consigliera regionale del M5S Marta Ruggeri. «E’ irricevibile la comunicazione del Gruppo Fedrigoni relativa alla chiusura nelle Marche del segmento “Giano”, con l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo per 195 lavoratori. – scrivono nel loro comunicato – Una mattanza occupazionale decisa in modo unilaterale che va a insistere su un’area, quella di Fabriano, che a fine anno rischia di ritrovarsi con più di 4 mila disoccupati. Il comunicato dell’azienda rappresenta inoltre un turpe sfregio alla storia cartaria fabrianese, che va avanti da quasi otto secoli. Ci aspettiamo che il presidente delle Marche Acquaroli batta subito un colpo, e che investa immediatamente della questione il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Non esiste al mondo che una realtà controllata da un fondo americano si svegli la mattina e disponga, con un semplice click a una email, di mettere in mezzo a una strada 200 famiglie. Il Movimento 5 Stelle sosterrà ogni iniziativa dei lavoratori sul territorio fabrianese e porterà il caso in Parlamento con un’interrogazione allo stesso ministro Urso: dal governo ci aspettiamo risposte immediate».

David Grillini

Al coro si unisce la voce anche del sindaco di Cerreto d’Esi. «La decisione ufficializzata in queste ore da Fedrigoni rischia di risultare un colpo fatale al tessuto sociale e produttivo di tutta l’area montana, già fortemente provata da anni di crisi industriale.- sottolinea anche il sindaco di Cerreto d’Esi, David Grillini – Nel guardare con forte preoccupazione alla vicenda, il Comune di Cerreto d’Esi esprime vicinanza alle famiglie dei lavoratori che, da oggi, vedono il loro posto di lavoro drammaticamente a rischio. E’ assolutamente necessaria una mobilitazione istituzionale, politica e sindacale a tutti i livelli: auspichiamo, dunque, un’ iniziativa del Governo, della Regione e delle istituzioni locali, a difesa di 195 posti di lavoro e di una produzione storicamente strategica per il nostro territorio e per il nostro Paese. Il Comune di Cerreto d’Esi è pronto a fare la propria parte in una positiva ottica di impegno condiviso a difesa dei livelli occupazionali dell’intera area montana».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X