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“Scempio” alle Terrazze a Portonovo:
l’opposizione chiede le dimissioni
del presidente dell’Ente Parco

ANCONA - Il campo da tennis che deve essere montato per esigenze cinematografiche ha sollevato un polverone dopo il taglio di alcuni alberi che, è stato assicurato, verranno ripiantati. Luigi Conte: «Considero la richiesta strumentale e la archivio. La decisione tecnica è stata ampiamente argomentata e porterà solo vantaggi all’area interessata»

La baia di Portonovo (Archivio)

Continua la ‘bufera’ sul campo da tennis che si sta realizzando alle Terrazze di Portonovo per il set del film “Il Maestro”, con Pierfrancesco Favino, le cui riprese inizieranno a metà ottobre.
Scenografia che ha visto l’abbattimento di alcuni alberi e non solo, con la promessa di restituire la zona migliore di prima.
C’è chi si chiede (è il caso di Italia Nostra Ancona, Mezzavalle Libera, Portonovo per tutti e Wwf) se ci si trovi al “Parco del Conero o a Cinecittà”.
«Le Associazioni scriventi – fanno sapere – stigmatizzano la autorizzazione rilasciata ad una società cinematografica per realizzare un set a Portonovo, abbattendo alberi tutelati in area tutelata. È la prima volta che avviene a Portonovo. Riteniamo – spiegano – che sia necessario che vengano appurati i contenuti della richiesta avanzata dalla società cinematografica all’Ente Parco, e che vengano resi pubblici altresì i criteri della autorizzazione fornita dal direttore del Parco. Tale autorizzazione viene rilasciata senza procedura di Valutazione Appropriata “in quanto considerata al di sotto della soglia di significatività dell’incidenza”, ma come si fa a dire ciò se non c’è la quantificazione degli alberi da abbattere? Di fronte al numero elevato di alberi tutelati abbattuti (in numero di 23) come appurato dal sopralluogo dei carabinieri Forestali (che ringraziamo per la loro attività), si attende di conoscere quali provvedimenti siano stati assunti dal momento che ad oggi i lavori risultano andare avanti come niente fosse. All’Ente Parco del Conero – concludono – chiediamo quali approfondimenti, provvedimenti, iniziative amministrative se non giudiziarie, nel caso ne esistano gli estremi, si intendono assumere, dal momento che il Parco non ha cambiato ancora il nome in Cinecittà».

Segue il Movimento 5 Stelle di Ancona che «Esprime ancora una volta la sua ferma condanna per il recente taglio dei lecci a Portonovo, un’azione scellerata che ha compromesso la bellezza naturale di uno dei luoghi più iconici della nostra regione, tutto per fare spazio ad un campo da tennis destinato alla realizzazione di un film. È inaccettabile che tali decisioni vengano prese con la complicità dell’Amministrazione Comunale e dell’Ente Parco del Conero, che dovrebbero invece proteggere e preservare il nostro patrimonio naturale. Questo intervento, che ha portato alla distruzione di alberi decennali ed habitat naturali – prosegue il M5S -, rappresenta non solo una violazione delle normative ambientali, ma anche una dimostrazione di scarsa lungimiranza e di una gestione irresponsabile del territorio. In un’epoca in cui abbiamo accesso a tecnologie avanzate nel campo della cinematografia, è incredibile pensare che non si potesse ricreare lo stesso l’ambiente in un contesto controllato come potrebbe essere Cinecittà, evitando così di deturpare un ecosistema fragile. Il Movimento 5 Stelle, assieme alle altre forze progressiste di Ancona, chiede un’immediata revisione delle autorizzazioni rilasciate per tali interventi ed una moratoria sul taglio degli alberi in tutta la zona. In conclusione – dicono -, la responsabilità di questo deturpamento ricade su chi ha deciso di anteporre gli interessi economici a quelli della natura. Ci aspettiamo quindi che l’Amministrazione Comunale e l’Ente Parco del Conero rendano conto delle loro azioni e dei danni irreparabili causati a Portonovo».

Vista sulla baia di Portonovo (Archivio)

Chiedono invece le dimissioni del presidente dell’Ente Parco il Partito Democratico, Ancona Futura, Azione, Altra Idea di Città e Ancona diamoci del noi.
«Il taglio degli alberi a Portonovo ha dell’incredibile e la realtà ha superato la fantasia. E la toppa (la giustificazione) del Presidente del Parco è peggio del buco – dice l’opposizione -. La filiera di chi preferisce chiudere gli occhi su tutto, in ossequio ad una becera e provincialissima cultura di governo, stavolta ha davvero funzionato. Una filiera nel nome di Forza Italia. Il sindaco ha la delega all’ambiente, l’assessore Berardinelli ha quella al verde, il presidente del Parco Luigi Conte, anch’egli di Forza Italia. Il fatto è talmente grave (e ancor più grave pare quello che sta emergendo dall’inchiesta dal quale emerge che “per il nulla osta del parco è stata esclusa la procedura di valutazione appropriata”) che chiediamo le dimissioni immediate del Presidente del Parco, politicamente responsabile di questo scempio. Assordante sul tema il silenzio della maggioranza, che, come ha già dimostrato più volte, si adegua alle scelte scellerate di chi comanda. Dove sono finite le parole di Berardinelli che aveva promesso che questa amministrazione non avrebbe mai tagliato alberi finché ci sarebbe stato lui a fare l’assessore?».

Luigi Conte

Cira la richiesta di dimissioni, proprio il presidente dell’Ente Parco, Luigi Conte, ha risposto: «Spiace dover constatare la scarsissima conoscenza del funzionamento dell’Ente Parco da parte di una parte politica che ha amministrato la città di Ancona e la Regione Marche per decenni esprimendo i propri rappresentanti all’interno dei vari consigli direttivi dell’Ente parco che si sono susseguiti. Diversamente, avrebbe infatti saputo che il presidente non ha competenze sulle questioni tecniche che sono di esclusiva pertinenza della struttura guidata dal Direttore e così succede in tutti i parchi: il Parco del Conero non fa eccezione. Pertanto, la richiesta di dimissioni del sottoscritto su una decisione tecnica che è stata ampiamente argomentata e che porterà solo vantaggi all’area interessata, la considero strumentale e la archivio come l’estremo tentativo di coloro che mal digeriscono il cambio di passo di questo parco che è uscito finalmente dal dimenticatoio nel quale per troppo tempo è stato relegato, mostrandosi al mondo per quello che è: un meraviglioso scrigno di diversità non solo da tutelare ma anche da valorizzare e su entrambi i punti è di tutta evidenza che solo una narrazione faziosa e strumentale può tentare, vanamente, di infangare un lavoro egregio che è sotto gli occhi dei più».

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