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«La pace al primo punto dell’agenda»,
Giacomo Mosca partecipa
al flash mob di Bruxelles

IL CONSIGLIERE comunale di Jesi ha esposto un cartello durante la seduta iniziale dell’apertura della Settimana europea delle regioni insieme agli altri tre colleghi italiani selezionati dal gruppo del Partito Socialista Europeo

Il flash mob dei consiglieri del Partito Socialista Europeo nell’emiciclo del Parlamento Ue a Bruxelles, durante la seduta iniziale dell’apertura della Settimana europea delle regioni, lo jesino Giacomo Mosca è il terzo da sinistra

Con un flash mob nell’emiciclo del Parlamento europeo a Bruxelles, durante la seduta iniziale dell’apertura della Settimana europea delle regioni, Enrico Bruni, Rosalinda Giannotti, Giacomo Mosca e Claudio Petrozzelli, hanno acceso i riflettori su quanto accade nel mondo e in particolare in Palestina, dove nell’ultimo anno gli attacchi israeliani hanno provocato più di 40 mila morti e costretto 1,11 milioni di persone in condizioni di insicurezza alimentare “catastrofica” e malnutrizione acuta. I quattro, selezionati dal gruppo del Partito Socialista Europeo presso il Comitato europeo delle regioni per partecipare a un progetto dedicato a giovani politici, hanno promosso un’azione congiunta con dei cartelli recanti dei messaggi contro la guerra e favore del riconoscimento dello Stato di Palestina, così come raccomandato dalle Nazioni Unite con la risoluzione n.2735.

Giacomo Mosca

«Sono convinto che ogni occasione che abbiamo a disposizione sia un momento da cogliere per dare voce a quello che per noi giovani è il primo punto nella nostra agenda: la Pace.- spiega in una nota Giacomo Mosca, consigliere comunale del Partito Democratico di Jesi – Ho deciso di compiere questo gesto in un momento importante come la seduta di apertura della settimana Europea delle Regioni a Bruxelles dove mi trovo grazie allo Yep Programme, in quanto sono convinto che un gesto semplice come l’esposizione di cartelli che chiedono un stop al genocidio dei palestinesi e una pace duratura, assuma un valore ancora più significativo in un momento come questo. Serve mettere in campo azioni politiche e diplomatiche mirate ad un cessate il fuoco duraturo, in tutti i 57 stati circa che hanno una guerra in corso, perché non ci devono più essere stati di serie A e stati di serie B, dove uomini, donne, bambini e anziani muoiono in maniere atroci. Sento doveroso fare una sottolineatura all’attacco di Hamas del 7 ottobre, da condannare, che ha visto però una sproporzionata reazione di Israele, che non sembra volersi fermare».

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