di Laura Boccanera
Un master, nove lauree e due diplomi in 19 anni. E’ il record della civitanovese Monia Ciminari, 55 anni che lo scorso 11 ottobre ha conseguito la sua nona laurea, un corso magistrale della facoltà di Scienze politiche di Macerata in “Politiche europee e relazioni euromediterranee”. Monia Ciminari è un esempio vivente di passione per lo studio e determinazione senza limiti. Dal 2005 ad oggi ha conquistato ben nove lauree, un traguardo straordinario che l’ha portata a spaziare tra diverse discipline e università.
Ogni laurea è il frutto di un percorso in cui Monia ha incastrato lavoro, problematiche di gestione familiare e anche una bambina che oggi ha 8 anni e che portava agli esami da quando l’aveva fin dentro la pancia. Ma la sua storia sembra davvero un film. E la fame accademica è il suo modo per dare risposte alle domande della vita: «Lo studio è stata la mia terapia, è stato il mio modo per superare momenti difficili» racconta.
Una vita che è quasi un romanzo perché Monia che sembra avere giornate di 48 ore, oltre allo studio ha anche un lavoro all’Inps, una famiglia e svolge tantissime attività di volontariato: fa la centralinista alla Croce verde di Porto Sant’Elpidio, ha il brevetto come istruttrice di nuoto ed è cronometrista nelle gare di nuoto e alla Millemiglia ed è anche una delle volontarie di Nati per leggere. E come possa incastrare tutto con tanta facilità è un mistero, ma lei mette un passo avanti all’altro e prosegue.
E tutto inizia nel 2005, dopo la frequentazione della scuola serale per prendere un secondo diploma in dirigente di comunità. E’ affascinata dalla materia e viene ispirata da un docente di Psicologia che la esorta a iscriversi all’università. Detto fatto, da allora non ha più mollato l’ateneo. Dapprima arriva la laurea triennale in Scienze della formazione con percorso per animatore socio educativo e poi la specialistica in pedagogia e scienze umane. A quel punto frequentando un master di primo livello in management dei servizi sociali e promozione della salute scopre il mondo del sociale, frequenta per tirocinio il consultorio di Civitanova e Recanati che la porterà poi a lavorare per oltre 20 anni nella struttura ospedaliera. Ma la passione per lo studio si riaffaccia e con la scoperta del mondo dei servizi sociali si iscrive alla laurea triennale, sempre all’Università di Macerata. Una volta terminata tenta l’esame di stato all’Aquila, vince, ma nel frattempo si è iscritta anche alla specialistica nell’ateneo abruzzese.
Completato questo ciclo di studi si affaccia la passione per i temi della storia e dei diritti: la quinta laurea è una specialistica in Ricerca storica e risorse della memoria, una laurea magistrale ottenuta grazie ai crediti maturati dai precedenti percorsi accademici con l’integrazione di alcune materie. E’ già mamma quando si iscrive ad un nuovo corso di laurea, il sesto, sempre all’Aquila in Scienze della formazione primaria: «avevo la bambina piccola – racconta- la portavo con me in Ateneo. All’Aquila c’era un clima molto familiare, era consentito portare la bambina, mi aiutavano le mie compagne di corso, le facevano da baby sitter. Non avevo aiuti familiari, ho dovuto ricorrere a baby sitter e nido, ma mi ha sempre vista sui libri, anzi spero di averle trasmesso questo amore per lo studio».
Ma per Monia ancora non basta: arriva una triennale in Scienze politiche durante il Covid, il corso di specializzazione per le attività di sostegno e infine, l’ultima laurea, la magistrale con una tesi dal titolo: “Dai diritti dell’uomo aio diritti delle donne, percorsi storici, aspetti critici e opportunità”.
«Penso che questa sia l’ultima – afferma Monia Ciminari – ed è quella a cui credo di essere più affezionata. Mi ha permesso di approfondire molti aspetti legati al Diritto e alla parte storica e amministrativa e anche grazie a questo sono riuscita a vincere il concorso all’Inps». E se appare difficile immaginarla dietro una scrivania con delle scartoffie la plurilaureata è riuscita a rendere “umano” perfino il lavoro burocratico, tanto da commuoversi quando ne parla: «questo lavoro mi piace molto – afferma – mi occupo di assegno unico, 104, congedi parentali. Ma mi commuove ogni volta pensare che dietro a quelle pratiche c’è la vita e la storia intera di una persona. Infatti spesso li chiamo anche al telefono».
E ora basta lauree? «Penso di sì, ma mai dire mai. Comunque non è qualcosa a cui ci si abitua. Per me ogni corso è come se fosse la prima volta, a ogni discussione di tesi sono agitata ed emozionata. Ogni percorso è a sé e cerco sempre anche di fare gruppo, nonostante sia più grande dei miei compagni di corso, con questi giovani, sono più ferrati di me sulla parte tecnologica, ma mi piace questa collaborazione. Ho iniziato tardi a studiare, non ho avuto una vita facile, mi sono dovuta occupare di persone anziane, ho perso mio papà dopo una malattia. Lo studio è stato la mia terapia , mi ha aiutato ad andare avanti. Non mi sento eccezionale, anzi, non so come abbiate saputo la mia storia perché non mi piace vantarmene, spero di trasmettere tutto questo a mia figlia un giorno».
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