Una innovativa modalità di studio delle malattie croniche di fegato è attualmente praticata nella Sod di Clinica di Gastroenterologia, Epatologia ed Endoscopia Digestiva d’Urgenza – diretta dal prof. Antonio Benedetti. Si tratta di una nuova modalità di studio che coniuga l’expertise in eco-endoscopia operativa con la tradizione epatologica- internistica. Tale disciplina è denominata “endoepatologia” ed è stata messa in campo dal prof. Marco Marzioni, dal dottor Giuseppe Tarantino entrambi afferenti alla Clinica di Gastroenterologia, Epatologia ed Endoscopia Digestiva d’Urgenza. È una tecnica che consente di acquisire dati multiparametrici: morfologici, ecografici, flussimetrici vascolari ed emodinamici nonché bioptici in un’unica seduta diagnostico-operativa riducendo i tempi diagnostici e quindi i costi attivi e passivi dovuti agli accessi in ospedale.
Molto soddisfatti i due dirigenti medici protagonisti dell’innovativa procedura. Spiega il prof. Marco Marzioni. «In pratica un paziente con sospetta cirrosi epatica e/o ipertensione portale, riuscirebbe a completare la diagnostica definendo le caratteristiche della malattia e la sua gravità in poche ore piuttosto che in 3-4 mesi con conseguente più rapido accesso alle cure specifiche. – spiega in una nota – La procedura viene condotta come se si trattasse di una semplice gastroscopia di maggior durata in sedo-analgesia cosciente ma capace di coprire gli eventuali disagi della comune procedura endoscopica trans-orale. Il nostro gruppo ha introdotto la suddetta tecnica da circa 6 mesi maturando un expertise attualmente pionieristica in ambito nazionale (2° centro in Italia) in numero di procedure eseguite”.
Gli fa eco, il dottor Giuseppe Tarantino che illustra i dettagli della nuova tecnica. «Tale cambio di paradigma è stato reso possibile dalla disponibilità di dispositivi integrabili alla piattaforma eco-endoscopica che permettono l’accesso ai vasi del fegato per via transparietale endoluminale (attraverso la parete del tubo digerente) di sofisticati aghi collegati a pressostati digitali. – aggiunge – Questi permettono la misurazione della pressione in entrata ed in uscita dal fegato così da definire con estrema precisione la condizione di ipertensione portale che rappresenta la problematica che consegue a varie condizioni patologiche che insistono cronicamente sul fegato provocando un continuo sovvertimento della sua struttura e funzione. Tra queste cause o fattori di rischio in particolare: la steatoepatite alcolica/metabolica, l’esposizione cronica a farmaci epatotossici, le malattie infiammatorie croniche autoimmuni, le immunodeficienze acquisite o congenite».
Molto soddisfatto della sua squadra il prof. Antonio Benedetti. «Riteniamo che tale approccio possa indirizzare il nostro centro verso il futuro della gastro-epatologia possibile attraverso l’applicazione delle nuove tecnologie alla tradizione clinico-internistica. – evidenzia – Siamo certi che tale fusione possa generare delle soluzioni diagnostico-terapeutiche rapide ed efficaci. I successi si raggiungono attraverso un buon lavoro di gruppo dove tutti i componenti integrano le proprie conoscenze e competenze per la migliore cura al paziente».
In piena sintonia con le parole del prof. Antonio Benedetti è il direttore generale Aoum Armando Marco Gozzini che sottolinea come «l’esperienza clinica e scientifica dell’equipe medica della Clinica di Gastroenterologia, Epatologia ed Endoscopia Digestiva d’Urgenza, ha portato all’introduzione di importanti cure mediche per alcune patologie del fegato. Appena venti giorni fa gli stessi protagonisti hanno curato due pazienti – affetti da insulinoma – con una nuova tecnica chirurgica. Tutto questo è possibile grazie all’alta specializzazione del team e delle Strutture presenti all’interno del nostro nosocomio». Anche il rettore prof. Gian Luca Gregori ha rimarcato l’importanza della ricerca e della collaborazione tra Università e Azienda Ospedaliera Universitaria sottolineando come «è fondamentale l’approccio multidisciplinare per affrontare le sfide che abbiamo di fronte, grazie ad una ricerca di eccellenza si offre una didattica di eccellenza per formare i professionisti della salute di domani e per elevare gli standard di assistenza sanitaria».
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