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Crisi Moncaro, i dipendenti:
«Il tempo scorre veloce,
agire per preservare i posti di lavoro»

MONTECAROTTO - Il Comitato della principale realtà vitivinicola delle Marche, per la quale il tribunale di Ancona ha dichiarato la liquidazione giudiziale in base a circa 38 milioni di euro di debiti, chiede «un fronte comune e non un conflitto. Una soluzione che permetta di garantire un futuro quanto più stabile all'azienda. Auspichiamo che vengano accertate le responsabilità della mal gestione che di fatto ci ha condotti alla liquidazione»

«Dopo i fatti accaduti riteniamo giusto che in qualità di dipendenti della Terre Cortesi Moncaro, sia il momento di far sentire ufficialmente la nostra voce sulla vicenda».
Il Comitato dipendenti della Moncaro, tra le più grandi realtà vitivinicole delle Marche, per la quale il tribunale di Ancona ha dichiarato la liquidazione giudiziale in base a circa 38 milioni di euro di debiti, spiega come i lavoratori stiano «vivendo una situazione estremamente difficile per noi e per le nostre famiglie. Ci siamo sempre posti al servizio della cooperativa con dedizione e professionalità mettendo la propria faccia nei confronti dei soci, dei clienti e dei fornitori. Riteniamo che la Moncaro non sia un semplice luogo di lavoro, ma una risorsa per un intero territorio».
Ecco che «Quali dipendenti auspichiamo che vengano accertate le responsabilità della mal gestione che di fatto ci ha condotti alla liquidazione».
Lo scenario che si è aperto in questi ultimi giorni «è sconcertante, assurdo ed inconcepibile – sottolineano -. Le istituzioni che dovrebbero proporre una soluzione unitaria, con il fine di preservare oltre che i posti di lavoro anche il valore che Moncaro rappresenta per il territorio, sono in contrasto. Assistiamo – spiegano – ad una diatriba basata su un cavillo giuridico per stabilire chi deve amministrare una azienda in liquidazione. Non ci meritiamo questa situazione, non se la meritano gli agricoltori, non se la merita il territorio».
Il Comitato ribadisce poi come si trovino «in una situazione di emergenza per la quale serve un fronte comune e non un conflitto. Crediamo fortemente che la storia della Moncaro meriti una soluzione di più alto spessore, che permetta di garantire un futuro quanto più stabile all’azienda e che continui a dare lustro alla Cooperativa vinicola più grande delle Marche, che possa aiutare a rilanciare il marchio ed il territorio, valorizzando il lavoro dei nostri soci viticoltori. Non entriamo nel merito delle competenze giuridiche, non è il nostro ruolo. Comunque ringraziamo il Tribunale di Ancona e il Custode che ci ha permesso di affrontare il primo periodo critico».
I lavoratori aggiungono che «non possiamo restare indifferenti all’attenzione espressa palesemente in prima persona dal ministro Adolfo Urso, dal Commissario Liquidatore e da tutte le forze politiche della nostra Regione. Auspicando, che grazie alla convergenza di queste istituzioni, si possa arrivare ad un accordo che permetta di portare avanti lo spirito cooperativo che da tempo era assopito, ridando luce alla nostra Cantina. Il tempo scorre veloce ed è necessario agire affinché si trovi una soluzione di concerto che preservi i posti di lavoro, i soci e tutto quello che rappresenta Moncaro per il territorio, pertanto quale comitato dei dipendenti, riteniamo che per noi e per l’azienda sia di fondamentale importanza che, tale decisione venga presa quanto prima per evitare di dissipare il valore aziendale con un lungo ed estenuante periodo di stasi. Per il futuro – concludono – riponiamo estrema fiducia in una figura istituzionale di tale livello, speranzosi che una situazione di crisi possa trasformarsi in un’opportunità di rilancio e ritornare ad essere una eccellenza per il settore anche a livello internazionale».

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