«Beko gela l’Italia dopo l’acquisto di Whirlpool, afferma che stabilimenti sono in perdita, valutano la chiusura dove si metterebbero a rischio posti di lavoro. L’Ugl Metalmeccanici non accetta tale imposizioni e dichiara al ministero e all’azienda di essere pronta al confronto su un piano industriale serio, senza chiusure di stabilimenti con investimenti su processi e ricerca e sviluppo». Netta è la posizione espressa dal egretario Nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera che unitamente a Francesco Armandi, coordinatore UglM Whirlpool e Fabio Capolongo della segreteria Ugl di Ascoli, ieri pomeriggio hanno partecipato alla presentazione del piano industriale nell’incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy con il ministro Adolfo Urso e la sottosegretaria Falvia Bergamotto, per la Regione Marche l’assessore Stefano Aguzzi.
«L’azienda ha presentato uno scenario drammatico in Europa, il settore freddo e lavaggio sono in rosso sistematico, a rischio diversi posti di lavoro: ha sostenuto che il mercato europeo non è cresciuto rispetto alle aspettative e questo li ha portati a rivedere i piani; stanno fermando anche lo stabilimento in Turchia che produce lavatrici per eccesso di saturazione. Al fine di salvaguardare gli assetti dell’impresa che opera in ambito ritenuto strategico e di interesse nazionale, com’è l’Italia, metterà in campo i poteri di intervento riconosciuti al Governo dalla Golden Power. Non accetteremo mai una forzatura di tale portata occupazionale – hanno ribadito forte e chiaro i segretari UglM – siamo pronti al dialogo speranzosi che Neko porti sul tavolo un vero piano industriale dove poterci confrontare. Come Ugl Metalmeccanici avevamo lanciato l’allarme quasi un anno fa, quando Arçelik ha chiuso l’accordo con Whirlpool per la nascente Beko Europe poiché era lampante la presenza di stabilimenti sovrapponibili che producono prodotti simili a quegli che escono dalle fabbriche italiane. Una crisi annunciata, insomma dove ora non possiamo accettare tutto ciò. Nei prossimi giorni, presumibilmente il 20 novembre, inizierà un confronto serrato tra Azienda e sindacati con al ministero delle imprese e del Made in Italy per entrare nel merito delle questioni che ha dichiarato l’azienda e del piano industriale. Come Ugl Metalmeccanici – ha concluso Spera – abbiamo fortemente ribadito che vogliamo un piano a lungo termine scongiurando chiusure e licenziamenti» conclude il comunicato.
Anche il sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo, era presente al tavolo ministeriale. «L’azienda ha presentato un piano industriale sommario e poco dettagliato, sottolineando le difficoltà che il settore dell’elettrodomestico sta incontrando nel periodo post Covid a causa della saturazione del mercato europeo, della concorrenza asiatica a basso costo e del rallentamento del mercato immobiliare. I dati più preoccupanti riguardano la produzione di frigoriferi e lavatrici e i relativi stabilimenti di Cassinetta (Milano), Siena e Comunanza. Piu’ confortante il mercato del cooking (forni e piani cottura) prodotti a Melano e in parte a Cassinetta. L’azienda ha dichiarato che i maggiori investimenti si concentreranno su questa produzione che presenta potenzialità e che in Europa non subisce ancora la concorrenza dei marchi asiatici. – spiega Ghergo – Le criticità del mercato dell’elettrodomestico sono note, e l’azienda è stata invitata dal Ministro a fornire un piano industriale esaustivo e dettagliato nei prossimi incontri che verranno convocati al tavolo ministeriale. Per lo stabilimento di Melano le prospettive al momento lasciano spiragli ma ho formulato la richiesta che l’azienda si impegni con chiarezza fornendo un vero piano industriale dal quale emergano progetti, investimenti e garanzie di mantenimento della produzione e di conservazione dei posti di lavoro. Il tavolo verrà riconvocato nelle prossime settimane».
In mattinata sempre al Mimit il ministro aveva interloquito con i vertici della Giano, la società del gruppo Fedrigoni che ha annunciato 19 esuiberi e la chiusura degli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta per il prossimo 31 dicembre. Da quanto trapela le posizioni dell’azienda sarebbero rinaste invariate nonostante le richieste di ministero e Regione di poter procrastinare i tempi dello stop alla produzione.
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