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«Dimissioni protocollate come promesso,
ora resterò per altri 20 giorni»
L’intervista al sindaco Pirani

OSIMO - Il primo cittadino risponde a Cronache Ancona, ripercorrendo quanto avvenuto da quel 24 giugno, giorno della sua elezione

Il sindaco Francesco Pirani

Il primo cittadino di Osimo, Francesco Pirani, ha annunciato ieri le dimissioni al prefetto di Ancona, Saverio Ordine. Tutto ciò dopo essere stato eletto sindaco appena lo scorso 24 giugno, alla guida di una coalizione sostenuta da liste civiche e Fratelli d’Italia.
Cronache Ancona ha fatto con lui il punto della situazione attuale.

Sindaco Francesco Pirani ha protocollato le sue dimissioni? Qualcuno accampava dubbi che lo avrebbe fatto davvero…

«Si l’ho fatto come promesso, questa mattina poco dopo le 11. Le ho consegnate al segretario comunale. Ora resterò in Comune per altri 20 giorni, salvo che per i prossimi 3. Avevo già preso un impegno con un mio amico, l’attore, ballerino e cantante, Carlo Ragone, che incontrerò in Sicilia nel fine settimana. Viene dalla scuola di Gigi Proietti e gli ho proposto di esibirsi in un monologo nel nostro teatro per due serate di beneficenza. Andrò in Sicilia dove lui presenta questo spettacolo per prendere accordi con lui. Le serate osimane, ancora senza date programmate, non saranno organizzate dal Comune. Ho già trovato uno sponsor che è il Mollificio Pirani (la sua azienda, ndr)».

Ha ricevuto solidarietà e telefonate in queste ore abbastanza difficili? Il presidente Acquaroli, che ha caldeggiato la sua candidatura a sindaco, l’ha contattata?

«Con lui non ci siamo potuti sentire per una serie di impegni reciproci, ma certo, lo sentirò nei prossimi giorni. Ho ricevuto tantissime telefonate sia in ambito politico e soprattutto da tanti privati cittadini che mi hanno voluto manifestare la loro vicinanza, comprensione, il loro affetto, cosa che mi ha commosso. E’ stato toccante, un balsamo per ferite e amarezze. Anche i sindaci di tante città tra le province di Ancona e Macerata mi hanno inviato messaggi, mi hanno telefonato perché Osimo è a cavallo tra le due province e con l’Anconetano condividiamo tramite l’Ata 2 le tematiche dei rifiuti, nel Maceratese tramite Ato 3 quelle del servizio idrico. Ho ricevuto tantissime attestazioni di incredulità, vicinanza e affetto, anche di vera amicizia»

Adesso si apre questo periodo di 20 giorni prima di confermare o ritirare le dimissioni. Lei resta in carica e insieme a giunta e Consiglio comunale potrà svolgere l’ordinaria e straordinaria amministrazione. C’è qualcosa che porterà a termine per la città?

«Aspetterò i 20 giorni, perché 20 giorni è il limite previsto dal Tuel. Ritengo che non ci siano i presupposti per modificare alcunché, quindi andiamo avanti. Vorrei chiedere la convocazione di un Consiglio comunale per approvare una variazione di bilancio e permettere di allestire il cartellone natalizio e gli addobbi per la città. Cosa che ci è stata negata nell’ultima seduta consiliare, la settimana scorsa. Nell’ultimo consiglio comunale c’è stata negata la discussione di una variazione tecnica che avrebbe permesso la realizzazione di un Natale normale per gli osimani e la variazione del Programma degli investimenti con la revisione del Tiramisù per renderlo fruibile h24, i fondi per la Asso, la Osimo Servizi e tutte quelle società che hanno bisogno di liquidità per poter pagare anche gli stipendi. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Perché certe cose non si dovevano fare se fino a 5 mesi fa ci presentavamo sostenendo che andavano fatte per il bene della città? Lo trovo molto incoerente».

C’è stato qualcosa di veramente gratificante in questa esperienza?

«Se a marzo del 2014 potevo annoverare 100 rapporti amicali, oggi sono diventati almeno 150 perché ho incontrato tantissime persone che non conoscevo, che sono diventate veramente amiche, che continuerò a frequentare nel corso dei prossimi mesi e nei prossimi anni a prescindere da quello che sarà il mio percorso politico. Voglio ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicini dalla campagna elettorale a questa mattina. Tutti quelli che hanno condiviso con me questo percorso breve ma intenso».

Rimpianti? Ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità?

«Mi riconosco un carattere poco incline al compromesso però quello che mi è stato chiesto, quello che avrei dovuto fare, non non è assolutamente nel solco del mio carattere, L’amarezza c’è perché non erano questi i patti elettorali. Quelli che c’erano, li ho rispettati tutti. Mi si voleva obbligare ad andare verso delle direzioni che non erano assolutamente né previste né prevedibili. Ed era intollerabile. Qualcuno ha fatto riferimento al mio brutto carattere. Il problema è che io non sono particolarmente attaccato alla poltrona. Se avessi voluto, avrei detto di sì a tutto quanto, avrei avuto 5 anni in discesa e sarei stato impegnato a fare presentazioni di libri, a tagliare nastri, andare a concerti. Io sono arrivato in Comune per amministrare, e se non riesco ad amministrare vado a fare altro nella mia vita, perché il tempo è qualcosa di molto prezioso».

Qual è stato il vero terreno della contesa e delle incomprensioni?

«Io avevo chiesto libertà intellettuale e personale per poter affrontare determinate situazioni senza preconcetti, senza mettere secondi fini sul campo. Ho sempre sostenuto che le persone che dovevano collaborare con me dovevano essere dotate di competenza, onestà, e tempo da mettere a disposizione, perché ci sarebbe stato da lavorare tantissimo. Mi era stato promesso di avere la più ampia autonomia sulle problematiche, perché alcune erano preventivabili, altre sono uscite fuori già nelle prime settimane di amministrazione. Andare ogni volta a valutare da mille punti di vista quelle che possono essere le situazioni da non considerare, quelle che oggettivamente dovrebbero essere prese in considerazione, per me è un modo non tollerabile. Non posso restare a queste condizioni. Il mio Consiglio comunale non è stato mai completo già dal giorno dell’insediamento. Già nella seconda seduta, la prima tecnica, 4 consiglieri della maggioranza hanno votato contro una delibera che non era neanche di questa amministrazione ma della precedente. Intendo quella degli aumenti Tari, e da lì in poi abbiamo avuto problemi con le linee programmatiche, con la surroga dei consiglieri comunali. Avrei anche capito una presa di posizione critica nei confronti di un’amministrazione che governa da un anno o due. riuscendo a realizzare poco. Ma dopo un solo giorno non puoi pretendere che una amministrazione comunale venga messa in minoranza su cose non hanno alcun senso logico».

Si è domandato se la sua coalizione non fosse composta da troppe liste e magari c’erano anche vecchie acredini…

«Sì c’erano acredini che hanno portato alla rottura di tutto quanto e si è persa la misura. Parlo di acredini personali. Le Liste civiche hanno un Dna comune. Erano tutti insieme fino a un anno fa e quindi diventa pretestuoso accampare differenze o visioni diverse se non per sottintendere un tentativo di dominanza nei confronti del movimento. Temo che le Liste civiche storiche subiranno scossoni non indifferenti»

E’ vero che le è stato chiesto di allontanare dalla maggioranza Fratelli d’Italia, unico partito dalla sua coalizione di governo?

«No».

Vorrebbe dire qualcosa a Dino Latini?

«Facendo riferimento ai miei trascorsi podistici: buon cammino».

Qualora non tornasse sui suoi passi e tra 20 giorni confermasse la decisione delle dimissioni da sindaco, valuterà una nuova discesa in campo per le prossime Comunali o anche per Regionali nel 2025?

«Eh adesso mi pare difficile considerarlo, è quasi quanto fare una passeggiata sulla luna! Devo prima resettare tutto e vedere un po’ quello che voglio fare della mia vita. Certo questa esperienza mi fa riflettere sui compagni di viaggio. Riportandomi alla metafora del cammino, forse non è un caso che tre anni fa sono andato da casa mia a Santiago di Compostela, a piedi e da solo».

(Redazione CA)

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