Temperatura del mare, alluvioni che hanno caricato in mare detriti ma anche i periodi di siccità e la carenza di plancton sono tra le cause che mettono a rischio la sopravvivenza del mosciolo nel mare di Ancona. L’analisi degli effetti del cambiamento climatico è al centro della relazione di Univpm e del Cnr , la voce scientifica seduta al tavolo di monitoraggio sul mosciolo selvatico istituito l’8 novembre 2023 dal sindaco Daniele Silvetti e presieduto dal professor Francesco Regoli. Si pensa di correre ai ripari con una serie di provvedimenti utili a monitorare i cambiamenti dell’ecosistema a partire dal posizionamento di una boa oceanografica al largo della costa anconetana o alla valutazione del fermo pesca periodico. Il resoconto dell’indagine scientifica è stato tratteggiato questa mattina in Consiglio comunale dal primo cittadino dorico nel rispondere all’interrogazione presentata dal consigliere d’opposizione Francecso Rubini (Aic). Un approfondimento scientifico dedicato allo stato di conservazione del mosciolo, uno tra i simboli di Ancona, che ha vissuto quest’anno una delle peggiori stagioni. Il tavolo aveva l’obiettivo di verificare le condizioni per preservare il mosciolo, capire quali fossero le cause del depauperamento di questa specie di mitili.
«Ci sono stati 10 incontri e si è subito detto che il mosciolo era la cartina di tornasole che serviva al mondo scientifico per valutare le dinamiche del mare e quali fossero i fenomeni che potessero alterare l’habitat – ha ricordato il sindaco in aula – Sono state individuate 2 aree di ricerca tecnico scientifica, una davanti alle grotte del Passetto, l‘altra nella baia di Portonovo grazie alla collaborazione del capitaneria di porto. A maggio sono stati trasportati i mitili che si trovano da Portonovo al Passetto e viceversa dal Passetto a Portonovo attraverso l’utilizzo di strutture rigide, reti di cocco e gabbiate. I risultati sono stati positivi fino ai primi giorni di agosto, perché queste specie si cominciano a riprodurre quindi non avevano esemplari adulti ma al punto di vista dell’arricchimento. Nel periodo del 16 agosto in poi, in tutto l’Adriatico per l’innalzamento delle temperature e per la presenza massiccia di mucillaggine hanno cominciato a registrare una moria molto significativa di questa specie, anche dei mitili trapiantati da una parte l’altra delle 2 aree di ricerca scientifica».
Daniele Silvetti ha anche ricordato che sono state fatte diverse uscite per le necessarie verifiche di quello che stava accadendo. «Quella del 3 settembre ha verificato che appunto molte di queste strutture erano state compromesse. Alla luce di questi queste indagini si è capito che sono diverse le cause e i fattori che stanno determinando questo tipo di impoverimento. Intanto le numerose esondazioni 2023 che hanno prodotto materiali detriti che le correnti hanno portato sulle nostre coste, la temperatura del mare, la bassa concentrazione di sostanze nutrienti e la ridotta più massa planctonica che cibo di queste specie, le scarse precipitazioni, la presenza dei mucillagini e un’attività di prelievo abbastanza rilevante. Questi questi fattori che sono quantitativi e qualitativi sono la summa di quelle che sono le considerazioni sui fatti che hanno pregiudicato il modo significo la presenza del moscioli».
Di qui le proposte avanzate della parte scientifica del Tavolo per preventivare un’attività per recupero. «Soluzioni che non sono riconducibili alle attività degli enti locali, perché sulle temperature e sulla piovosità possiamo farci abbastanza poco.- ha osservato il primo cittadino – Per quanto ci riguarda si fa riferimento a substrati di reti di cocco, trapianto all’interno delle arts di filari di moscioli, con posizionamento orizzontale, posizionamento a mare di nuovi strutture artificiali con materiali compatibili e innovativi che possano favorire l’idro-dinamismo e quindi anche l’ossigenazione di questi specchi d’acqua e il monitoraggio attraverso l’acquisto è l’utilizzo di una sonda oceanografica simile a quella nel mare di di Fano. A maggio ho formalizzato una richiesta alla Regione si finanziare questa opera che il mondo scientifico crede fondamentale. Una boa oceanografica da porre davanti alla costa. Per mettere in pratica questo tipo di prevenzione serve un finanziamento che possa arrivare dalla Regione e in seconda battuta dall’ente locale di riferimento per capire se il 2025 possa esserci una ricaduta positiva».
L’altro fattore di stress è riposto nell’attività di prelievo. «Non c’è un’indicazione precisa ma comunque la sospensione per altri mesi o periodi dell’anno potrebbe favorire il ripopolamento.- ha evidenziato Silvetti – Al momento però non ci sono raccomandazioni precise da un punto di vista gestionale per contribuire ad una corretta futura e gestione dello stop di mosciolo. Ora i dati ci saranno elaborati in forma di raccomandazioni per permettere ai decisori politici l’istruzione di adottare misure utili a favorire sia la resilienza che sostenibilità socio economica della pesca del mosciolo. Sono anche stati distribuiti questionari al personale che vive questi specchi di mare. Il mosciolo non è solo un prodotto dal punto di vista gastronomico ma è sicuramente un elemento significativo culturale e identitario, pertanto va salvaguardato sotto vari profili che meritano la nostra massima attenzione».
Francesco Rubini nella replica ha osservato «chissà se il mosciolo sarà sufficiente a convincere i negazionisti del cambiamento climatico. Si alzano le temperature dei mari, vediamo fenomeni abnormi dal punto di vista delle piogge e delle alluvioni che ormai sono una costante con conseguenze che vanno ad alterare gli ecosistemi marini. Il mosciolo non è altro che la rappresentazione plastica di quello che sta accadendo. Il tavolo scientifico è stata l’iniziativa molto importante perché ha dimostrato l’interesse complessivo non solo nell’amministrazione ma di tutti gli attori coinvolti rispetto a un’eccellenza e un riferimento storico-culturale e identitario della nostra città. Adesso si passa alla fase più complicata, perché una volta fatta l’analisi, servono le risorse e le disponibilità economiche per mettere in campo le azioni necessarie, non solo in relazione al mosciolo ma ad un sistema di tutela e difesa degli ecosistemi marini della nostra costa per evitare di arrivare la prossima stagione con le solite situazioni» ha concluso.
(Redazione CA)
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