Sabato mattina sono stati chiamati a raccolta presso l’aula consiliare tutti i centri pomeridiani per bambini e ragazzi attivi a Jesi L’iniziativa è nata dall’appello sempre più pressante di insegnanti e genitori nel chiedere di conoscere e diffondere questo tipo di servizi e dalla volontà dell’Amministrazione di potenziarne e ottimizzarne il funzionamento. Oltre agli assessori Emanuela Marguccio (istruzione e politiche giovanili) e Samuele Animali (servizi sociali) erano presenti rappresentanti delll’Asp Ambito 9 e della cooperativa Costess che per conto di Asp gestisce il Centro di aggregazione giovanile, l’Informagiovani e il Centro pomeridiano “Il Castagno” nelle due sedi di Piazzale San Savino e Via Tessitori. Intervenuti inoltre i rappresentanti della Croce rossa italiana e di alcuni tra i molti centri pomeridiani attivati presso le parrocchie.
Tra gli obiettivi principali di questo percorso, che vede la collaborazione di enti pubblici e volontariato, quello di assicurare maggiore efficacia e coordinamento, anche cercando di aumentare il numero dei volontari, in considerazione del fatto che la domanda è molto elevata. Attualmente sono circa 100 i ragazzi e ragazze che frequentano i centri pomeridiani di cui è titolare l’Asp, ma anche di più sono quelli che si avvalgono delle altre opportunità presenti sul territorio cittadino presso la parrocchie e non solo; la Croce Rossa per esempio, come pure l’Associazione Daniele Cesarini, operano nei locali messi a disposizione da RFI presso la Stazione ferroviaria. A seconda dei casi, si tratta di bambini e bambine delle scuole elementari e di ragazzi e giovani, anche di nazionalità non italiana, che frequentano le scuole secondarie di primo e secondo grado.
«Il sistema dei centri pomeridiani rivolti ai minori, attraverso la collaborazione tra servizi pubblici e iniziative di volontariato – hanno sottolineato gli assessori Marguccio e Animali – fornisce un supporto importante ai ragazzi e ragazze più in difficoltà ed alle loro famiglie. Questo supporto è decisivo per la prevenzione del disagio e della dispersione scolastica e per il contrasto alla povertà educativa; rappresenta anche un’antenna rispetto alle manifestazioni del disagio minorile, che a fronte di una casistica oggettivamente ridotta desta tuttavia e giustamente grande allarme sociale. Occorre quindi non abbassare la guardia a fronte di fenomeni preoccupanti, ma ancor prima e soprattutto garantire il benessere e la crescita di ragazze e ragazzi, affiancando all’impegno della scuola e delle famiglie il coinvolgimento di tutta la comunità educante territoriale».
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