di Gianluca Ginella
Indagine sui vaccini bluff, al via oggi l’udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Ancona. Sono 77 gli imputati, 44 di loro hanno fatto istanza di patteggiamento (per loro udienza rinviata al 29 aprile del prossimo anno). Il mega processo nasce da una indagine legata ad un infermiere, Emanuele Luchetti, che lavorava al centro Paolinelli di Ancona che venne utilizzato come centro vaccinale. Era una delle persone che si occupava di fare le vaccinazioni per contrastare il Covid e per l’accusa avrebbe somministrato falsamente decine e decine di dosi di vaccino. In cambio avrebbe ottenuto del denaro (almeno 300 euro a persona). Le accuse, a vario titolo, contestate dal pm Ruggero Di Cuonzo, vanno dalla corruzione, al peculato, alla falsità ideologica.
Oggi 44 degli imputati, tra cui Luchetti, hanno fatto istanza di patteggiamento. Ad eccezione dell’infermiere (per lui le ipotesi di patteggiamento è a 3 anni) gli altri dovrebbero patteggiare tra un anno e 4 mesi e due anni con pena sospesa. Per definire i patteggiamenti il gup Alberto Pallucchini ha rinviato l’udienza al 29 aprile del prossimo anno. Per quanto riguarda gli altri imputati (alcuni non si sono espressi sulla volontà di fare il processo con rito ordinario, abbreviato o patteggiare) l’udienza è rinviata all’11 febbraio.
Il caso dei vaccini bluff per ottenere il Green pass, esplose la mattina del 10 gennaio 2022 quando la polizia, nel corso dell’indagine Euro Green Pass arrestò al centro Paolinelli di Ancona l’infermiere Emanuele Luchetti, 53 anni. Secondo l’accusa, se lui iniettava le false dosi (il peculato viene contestato solo a lui), ci sarebbero state sei presunti procacciatori di persone che per vari motivi non volevano farsi vaccinare e avrebbe pagato per ottenere il Green pass senza vaccinarsi davvero. Si tratta dell’avvocato anconetano Gabriele Galeazzi, 53 anni, del ristoratore di Civitanova, Daniele Mecozzi, 47, di una commessa di Ancona, Daniela Maria Zeleniuschi, 43, della ristoratrice civitanovese Maria Francesca Lattanzi, 54 anni (oggi pure lei ha fatto istanza per patteggiare, l’ipotesi è a due anni), l’imprenditore anconetano Stefano Galli, 52, il 75enne Edmondo Scarafoni, fabrianese.
Gli altri imputati sono accusati di essersi vaccinati per finta: sarebbero andati al Paolinelli dove poi Luchetti avrebbe finto di iniettare le dosi. Il costo, prosegue l’accusa, era di 300 euro o superiore, per ogni persona che voleva fare il finto vaccino.
Sempre secondo l’accusa Luchetti avrebbe ottenuto circa 20mila euro con le false vaccinazioni. I fatti sarebbero avvenuti tra il 17 novembre del 2021 e l’8 gennaio del 2022. Luchetti avrebbe anche offerto del denaro ad un medico, Carlo Miglietta, per indurlo a praticare le false vaccinazioni e a rilasciare i falsi certificati. Miglietta si era rifiutato e aveva invece denunciato i fatti ed era partita l’indagine della Squadra mobile di Ancona.
I poliziotti per certificare le false vaccinazioni avevano piazzato telecamere all’interno del centro Paolinelli riuscendo a ricostruire il modo di operare di Luchetti e a identificare le persone che si sarebbero sottoposte al falso vaccino. Non solo le persone oggi imputate ma anche diversi minori avrebbero ricevuto il Green pass grazie alle false vaccinazioni.
Alla fine delle indagini sono state 77 le persone per cui la procura ha chiesto di andare a giudizio e che sono ora imputate davanti al gup del tribunale di Ancona. Tra loro anche diverse persone del maceratese e professionisti, pure un paio di poliziotti, che per l’accusa avrebbero pagato per ottenere il Green pass che all’epoca era necessario per lavorare e muoversi.
Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Paolo Carnevali, Gabriele Cofanelli e Massimiliano Cofanelli (per nove degli imputati), Donato Attanasio, Tiziano Luzi, Giovanni Galeota, Andrea Canalini, Emanuele Senesi, Alessandro Verdicchio, Igor Giostra, Alessia Pepi, Maurizio Vallasciani, Alessandra Perticarà, Alberto Pepe, Riccardo Leonardi, Marta Balestra e Paolo Campanati (questi ultimi per Luchetti).
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