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Truffa dell’assicurazione,
una 52enne nei guai

JESI - La donna è stata denunciata, sulla sua Postepay un 58enne ha versato 50 euro credendo di aver acquistato una polizza della durata di un giorno a copertura di un'auto che stava vendendo

 

Truffa, denunciata una 52enne napoletana già nota alle forze dell’ordine. Sulla sua Postepay è arrivata una ricarica da 50 euro effettuata dalla vittima, un 58enne, che lo scorso 25 ottobre aveva attivato un’assicurazione.

L’uomo, dovendo effettuare la vendita della propria autovettura, aveva la necessità di attivare un’assicurazione a copertura del mezzo. E così, navigando sul web, trovava un’offerta vantaggiosa da parte di una compagnia.

Contattato il numero servizio clienti indicato nel sito, spiegando all’interlocutore della sua esigenza di attivare una polizza a copertura del mezzo per la durata di un giorno versava su una postepay il costo della polizza, di 50 euro, così come richiesto dal sedicente operatore assicurativo.

Effettuata la ricarica, la vittima riceveva sulla sua mail un contratto di assicurazione ma una volta recatosi in una sede locale, per sincerarsi della veridicità della polizza, scopriva l’inesistenza della stessa e denunciava il tutto alla polizia.

Gli accertamenti all’ufficio antiriciclaggio di Poste italiane, permettevano di accertare che la carta Postepay nella quale era stata versata la somma risultava intestata ad una donna napoletana.

Tale carta era stata utilizzata anche nel settembre 2023 per farvi confluire somme di denaro compendio di altre truffe perpetrate dalla donna in danno di ignare vittime.

La 52enne è stata così denunciata per truffa in concorso aggravata dall’essere il fatto commesso a distanza, mediante l’utilizzo di strumenti telematici idonei ad ostacolare la propria identificazione.

Il dirigente del commissariato di Jesi, vice questore Paolo Arena, mette in guardia tutti i cittadini «nel fare attenzione a concludere operazioni on line, verificando l’attendibilità di certi siti, anche quando si tratta di piccole operazioni perché molto spesso chi delinque riesce ad essere più convincente proprio con richieste esigue di denaro che, moltiplicate più volte in ambito nazionale in danno di più vittime, comportano ingenti guadagni.

Esistono, naturalmente, alcuni elementi per individuare un possibile sito clone/truffa: mancanza di indicazione dei dati del venditore (sede, partita Iva, iscrizione al registro delle imprese), errori grammaticali o di ortografia nei testi del sito, mancanza di informativa sulla privacy, modalità di pagamento insolite, utilizzo di un nome per il sito non attinente all’attività svolta. In questi casi, occorre interrompere ogni operazione e contattare immediatamente la Polizia».

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