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«Bar del Duomo, il Comune
conta di tornare in possesso
del bene entro fine anno»

ANCONA – Il passaggio successivo sarà quello di pubblicare un nuovo bando per la concessione della gestione dell'area della ristorazione. L’assessore Angelo Eliantonio ha ricordato in Consiglio comunale che il concessionario scelto ha chiesto il recesso dal contratto ed è in corso una procedura transattiva tra le parti. «Il Comune è stato diffidato a restituire gli oneri di urbanizzazione visto che non sono state realizzate le opere soprattutto di manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura di protezione del sito archeologico, oltre all'accesso dei visitatori, delle aree verdi limitrofe»

L’area del Bar del Duomo

 

Il comune di Ancona vuole tornare in possesso del bar del Duomo prima di marzo 2025 e possibilmente entro fine anno, se riuscirà nell’impresa prima,  vorrebbe procedere a un nuovo bando per l’assegnazione in concessione della gestione del bene. L’epilogo di una annosa vicenda potrebbe essere vicino, ha lasciato intendere l’assessore Angelo Eliantonio rispondendo questa mattina a una interrogazione a tema della consigliera di maggioranza Maria Grazia De Angelis (FdI). Va intanto definito il rapporto con il concessionario che ha chiesto il recesso dai vincoli contrattuali. «Nel 2020 la questione burocratica sembrava risolta quindi volevo capire a che punto siamo arrivati perché il bar del Duomo è importante per i turisti ma anche per i cittadini anconetani» ha evidenziato la consigliera.

Angelo Eliantonio

Eliantonio ha ricordato che «il contratto è stato stipulato il 4 gennaio del 2022, per il tramite del quale veniva concessa ad una srl per un periodo di 25 anni ad un canone hanno di 12.182 euro (oltre Iva) da rivalutarsi annualmente l’indice Istat, un’area appartenente al patrimonio disponibile del Comune di 950 mq. , 300 dei quali adibiti a bar/ristorante, 62 a portici ad uso pubblico, 135 occupati da reperti archeologici e 453 adibiti a corte esclusiva. La finalità era quella di realizzare e mantenere la struttura adibita a bar-ristorante e la fruizione pubblica dei reperti archeologici. Secondo la scrittura privata, tra gli obblighi a carico dell’impresa, c’era anche a carico dell’impresa la manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura di protezione del sito archeologico, oltre all’accesso al sito archeologico dei visitatori, la manutenzione delle aree verdi limitrofe e l’apertura-chiusura dei bagni pubblici dello scalone Nappi. – ha evidenziato l’assessore- Il 14 marzo del 2023 è stato rilasciato il permesso di costruire per l’intervento relativo alla ricostruzione del bar del duomo e sistemazione dell’area monumentale. Nella stessa data veniva presentata la comunicazione di inizio lavori. Era il 14 di marzo del 2023, un anno e 2 mesi dopo la stipula del contratto, In questi mesi è anche prima la data delle 14 di marzo 2024, abbiamo interloquito spesso con il fiduciario dell’impresa, con i tecnici di fiducia dello stesso per conoscere le tempistiche della realizzazione e soprattutto della sistemazione dell’area, in situazione impresentabile da tempo per una città capoluogo di regione. Nel corso di un ultimo incontro, l’impresa aveva manifestato anche la volontà di accelerare la realizzazione di quel manufatto anche soprattutto in vista del G7 dello scorso ottobre che si sarebbe tenuto in quelle zone adiacenti. Non è stato fatto niente».

Maria Grazia De Angelis

L’assessore ha aggiunto che «per la data dell’11 settembre avevamo convocato per le vie brevi il titolare della concessione per un confronto, visto che ci avvicinavamo sempre più alla data del G7 e non vedeva eseguito nessun tipo di intervento. Poco prima di quella data il titolare della concessione ci faceva sapere dell’impossibilità di presenziare a quell’incontro e informalmente ci comunicava la volontà di recedere dalla concessione. L’11 settembre per il tramite del proprio legale ha trasmesso al protocollo del Comune la pec di recesso dal contratto di concessione con preavviso di 6 mesi e pertanto in esecuzione a far data dall’11 marzo del 2025. Il 19 settembre gli abbiamo naturalmente scritto invitandolo ad un sopralluogo per la data del 26 di settembre, quindi a 6 mesi, anche diciamo per capire da lo dalla data stato di quei luoghi. A seguito di quel sopralluogo le parti hanno preso atto dello stato dei luoghi e noi come Comune possiamo affermare di aver subito un danno sia per i ritardi che sono sotto gli occhi tutti e sia per la condizione in cui versa l’immobile da riconsegnare. Nelle settimane successive abbiamo avuto altre interlocuzioni a seguito delle quali stiamo cercando di definire bonariamente la questione naturalmente nell’intento per noi di riprendere possesso il prima possibile del bene e riavviare una fase successiva per riconcedere l’area e l’immobile ad un operatore privato che possa garantire la funzione di dei servizi e soprattutto la riqualificazione della zona».

In questo momento quindi, il Comune si trova a vivere una fase propedeutica alla ripresa in possesso dell’area. «Abbiamo bisogno ancora di almeno 15-20 giorni e solamente dopo l’accordo procedimentale e transattivo con il titolare della concessione si potrà procedere alla pubblicazione di un nuovo avviso per concedere l’area per la strutture di ristorazione e la riqualificazione dell’area archeologica. – ha chiarito Eliantonio – Resta ancora una questione da chiarire: la diffida fattaci pervenire del concessionario per a restituzione degli oneri di urbanizzazione visto che non sono state realizzate opere. Su questo stiamo trattando per tornare in possesso del bene e si possa procedere a un nuovo bando, noi speriamo entro la fine del 2024. L’obiettivo prioritario comunque è tornare in possesso del bene prima di marzo 2025».

(Redazione CA)

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