L’emergenza salariale riguarda anche gli oltre 15.000 dipendenti pubblici delle Marche: nel triennio 2022/23/24 si è registrata un’inflazione del 16,5% vale a dire una perdita di potere di acquisto delle retribuzioni pari ad oltre due stipendi l’anno. «Pensare di rinnovare i contratti pubblici con risorse che coprono circa un terzo di tale perdita (le somme attualmente stanziate ammontano al 5,78%) significa imporre un sacrificio economico rilevante». A sostenerlo sono Fp e Flc che continuano a rimanere nei tavoli di confronto in Aran (Agenzia per la contrattazione del pubblico impiego) ma chiedono al Governo, di aumentare gli stanziamenti per un adeguato rinnovo dei contratti pubblici, come già avvenuto nei precedenti rinnovi in cui addirittura le risorse stanziate sono state superiori all’andamento inflattivo.
«Giudichiamo negativamente il contenuto del Ccnl dello Stato chiuso al 5,78% – scrivono le organizzazioni sindacali nella loro nota – insufficienti le risorse per gli stipendi e per la contrattazione integrativa, per questo motivo Fp Cgil e Uil Pa questo accordo che non può e non deve divenire il punto di riferimento per gli altri rinnovi (Sanità, Scuola, Autonomie Locali). Cancellare i tagli contenuti nella legge di bilancio che prevedono la riduzione del 25% del Turn over del personale tecnico amministrativo. Una soluzione c’è: anticipare al 2024 le risorse che il Governo ha già stanziato per i futuri rinnovi».
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