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Dal carcere gestiva il business della droga:
6 arresti nella Vallesina
per associazione e traffico di stupefacenti

L'OPERAZIONE dei carabinieri alle prime luci dell'alba, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nella zona di Cupramontana (VIDEO)
Il comandante provinciale carabinieri di Ancona, Roberto Di Costanzo, illustra l'operazione


Sono stati impegnati dalle prime ore di questa mattina con 60 militari, un elicottero, droni e due cani antidroga, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ancona, nell’eseguire un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Ancona, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 persone indagate a vario titolo per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti.

Quattro persone sono state sottoposte alla misura della custodia cautelare in carcere: due uomini, rispettivamente a Viterbo e Montacuto e due donne a Pesaro; mentre per i restanti 2 è stata emessa la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
Contestualmente sono state eseguite, nei confronti di altri 6 indagati, una serie di perquisizioni domiciliari finalizzate alla ricerca di sostanze stupefacenti.

Un momento della conferenza

L’indagine, denominata “Vallesina 3” e sviluppatasi nella zona di Cupramontana, è stata eseguita tramite intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e coordinamento con la polizia spagnola, da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Ancona, su direzione della Dda.
I militari dell’Arma, che avevano avviato l’indagine nell’ottobre del 2023, sono riusciti dunque a delineare la presenza di un sodalizio organizzato su base familiare, dedito allo spaccio di stupefacenti in provincia di Ancona.
A seguito delle ricerche messe in campo per la cattura di un latitante che doveva scontare la pena di 8 anni e 21 giorni di reclusione, riportata nell’ambito della precedente operazione “Vallesina” per i reati di rapina, detenzione di armi e cessione di sostanze stupefacenti: reati commessi negli anni 2015 e 2016, nell’Anconetano, Pesarese e Maceratese, ecco che nel corso delle intercettazioni è emerso come l’uomo si era rifugiato in Spagna, nella città di Figueres.

Uno dei nascondigli per la droga

Il 27 novembre con la collaborazione della polizia spagnola l’uomo, originario della Sicilia, venne arrestato mentre stava andando a giocare una schedina in un centro scommesse. Successivamente, venne trasferito nel carcere di Viterbo dove si trova tuttora.
Ma proprio dal carcere, è stato scoperto che stava programmando l’acquisto di un carico di stupefacenti prima delle festività natalizie.
Dopo l’arresto, il latitante a capo dell’organizzazione, nonostante fosse in cella prima in Spagna e poi in Italia, ha dunque continuato a dare disposizioni ai famigliari, sia in occasione dei colloqui, sia con l’utilizzo di un cellulare, cercando di organizzare, con l’aiuto della moglie, la distribuzione di droga.
Proprio durante le indagini, mentre il quadro si stava delineando, la moglie del ricercato è stata arrestata mentre cercava di consegnare al marito, all’interno del carcere, 15 grammi di cocaina, 15 grammi di hashish e ulteriori 15 grammi di sostanza da taglio.

Il genero del ricercato, è stato invece arrestato a seguito di una perquisizione domiciliare conclusasi con il ritrovamento di circa 1,9 chili hashish, 60 grammi di cocaina, diversi bilancini di precisione e il libro mastro contenente la contabilità dell’organizzazione criminale che riusciva a muovere centinaia di migliaia di euro.
Nei pressi dell’abitazione del latitante, con l’intervento anche dei cani antidroga Kevin e One, sono stati rinvenuti e sequestrati, nascosti in un bocchettone sotto ad alcuni gradini di casa, 1,2 chili di hashish, suddivisi e confezionati in 14 panetti.
Nell’ordinanza, sono stati ricostruiti 18 casi di cessione di sostanza stupefacente tra marijuana, cocaina e hashish.
L’operazione, denominata Vallesina 3, è l’epilogo di un’attività di indagine iniziata nell’anno 2014 che portò all’individuazione di un sodalizio dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti nella zona, appunto, della Vallesina.

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