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Rigopiano, ci sarà l’Appello bis
per sei dirigenti della Regione:
«Dovranno rispondere di disastro colposo»

TRAGEDIA SULLA NEVE - Oggi pomeriggio la sentenza della massima corte. Due delle 29 vittime erano del Maceratese. L'avvocato Alessandro Casoni che assiste i familiari di Emanuele Bonifazi, morto a 31 anni: «Come parti civili siamo soddisfatti, è una cosa grossa». Annullate le sentenze per altri 4 imputati, tra cui il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, si rifarà il processo di appello per omicidio colposo e lesioni colpose

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Egidio Bonifazi e la moglie Paola Ferretti (a sinistra) in Cassazione la scorsa udienza

di Gianluca Ginella

Tragedia di Rigopiano, la Cassazione ha deciso: ci sarà un processo d’appello bis per disastro colposo per sei dirigenti della Regione. Oggi la sentenza per la tragedia in cui morirono 29 persone a causa di una valanga che travolse l’albergo il 18 gennaio del 2017. Tra le vittime Marco Tanda, di Castelraimondo, 25 anni, pilota della Ryanair e la sua fidanzata Jessica Tinari, ed Emanuele Bonifazi, di Pioraco, dipendente dell’hotel morto a 31 anni. La Cassazione ha anche confermato la condanna per l’ex prefetto Provolo. Si torna in Appello per altri quattro imputati, tra cui l’allora sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, per reati contestati a vario titolo di omicidio colposo e lesioni colpose (entrambi in odore di prescrizione). «Rivalutare a Perugia, in un nuovo processo di appello, il disastro colposo, senza il rischio della prescrizione, per noi è una grossa cosa» commenta l’avvocato Alessandro Casoni che assiste il papà di Emanuele Bonifazi, Egidio, la mamma Paola Ferretti, il fratello e la nonna, tutti costituiti parte civile al processo. Era stato proprio il sostituto procuratore generale a chiedere un nuovo processo per i sei dirigenti della Regione.

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I soccorsi a Rigopiano. Nelle foto da sinistra Marco Tanda ed Emanuele Bonifazi

In sintesi, la Cassazione ha deciso che si vada a processo a Perugia per i dirigenti Carlo Visca, Vincenzo Antenucci, Pierluigi Caputi, Emidio Rocco Ernesto Primavera, Carlo Giovani e Sabatino Belmaggio. Per l’ex sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, per il tecnico del Comune di Farindola Enrico Colangeli (che in Appello era stata condannato a 2 anni e 8 mesi), e per i dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio la Cassazione ha annullato la sentenza d’appello rinviandoli ad un nuovo processo d’Appello a Perugia dove dovranno rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo e lesioni colpose. Per Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura, la Cassazione ha annullato la sentenza d’appello limitatamente all’aggravante del nesso teleologico e ha rideterminato la pena a un anno, due mesi e 20 giorni (in appello era stata di 1 anno e 4 mesi, il reato contestato il falso). Confermata la sentenza per l’ex prefetto Francesco Provolo che era stato condannato a 1 anno e 8 mesi per falsità ideologica e omissione d’atti d’ufficio.

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L’avvocato Alessandro Casoni

La sentenza d’appello era finita con otto condanne e 22 assoluzioni. Erano state confermate le condanne primo grado per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta (2 anni e 8 mesi), per il dirigente della Provincia Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi), e per il dirigente della Provincia Paolo D’Incecco (3 anni e 4 mesi), per il tecnico Giuseppe Gatto (6 mesi), per l’ex gestore del resort Bruno Di Tommaso, (6 mesi).

Nelle Marche le altre vittime sono Domenico Di Michelangelo e la moglie Marina Serraiocco, vivevano a Osimo, lui, poliziotto, ha perso la vita a 41 anni, lei a 37. A Rigopiano erano morti anche Marco Vagnarelli, 44, operaio della Whirlpool di Comunanza e la compagna, Paola Tomassini, di 46, barista della società Autogrill.

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