Un secondo tempo supplementare all’azienda Beko per dimostrare di voler puntare davvero sull’Italia, presentando un piano industriale in linea con le prescrizioni della Golden Power perché quello attuale non è accettabile. È questa la conclusione alla quale si è giunti al termine del Tavolo Beko, presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, con il sottosegretario alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto, alla presenza dei rappresentanti delle Regioni Marche, Toscana e Lombardia, degli Enti locali, dell’azienda e dei sindacati.
«Prima di chiudere la vicenda applicando i poteri sanzionatori, o addirittura inibitori, previsti dall’esercizio della Golden Power, che abbiamo subito posto in essere, penso sia bene dare un secondo tempo supplementare all’azienda, in quanto il primo non è stato utilizzato come noi tutti auspicavamo. L’azienda presenti un piano industriale assertivo, che preveda investimenti significativi in Italia e un piano produttivo e occupazionale che corrisponda alle prescrizioni introdotte dal governo, sia per quanto riguarda la sovrapposizione con gli altri stabilimenti Whirlpool in Europa, sia con quelli di Beko in Romania», ha dichiarato il ministro Urso. «Un vero piano industriale che valorizzi i marchi storici italiani, ambizioso sul piano produttivo e occupazionale e sostenibile nel tempo come hanno chiesto tutte le forze sindacali, le Regioni e i Comuni presenti all’incontro» ha aggiunto. Il confronto tra Ministero, azienda, sindacati e istituzioni locali è quindi aggiornato al mese prossimo, termine entro cui la proprietà dovrà sottoporre al tavolo un nuovo piano industriale.
«Nell’incontro di oggi al Mimit il ministro, aprendo i lavori dopo un excursus storico sulle società dell’elettrodomestico, ha ribadito che la golden power e le sue deterrenze rimangono un segreto di stato inviolabile. Sembra un gioco, ma è così. Pertanto in attesa di comprendere quale deterrenza contenga il provvedimento segreto, l’azienda ha ribadito il suo piano di ‘graduale dismissione’, con i medesimi argomenti delle precedenti puntate, evidenziando perdite in milioni di euro a ‘tre cifre’ e che si traducono nei 1.935 esuberi dichiarati, con la chiusura di due siti». Questo il commento di Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e Alberto Larghi, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil del settore degli elettrodomestici, al termine del nuovo tavolo convocato oggi pomeriggio alle 14 al Mimit. A Fabriano restano quindi a rischio 350 posti nel settore impiegatizio e altri 60 sono stati annunciati per i dipendenti dello stabilimento di Melano. Nelle Marche rischia la chiusura il sito di Comunanza.
Per la Fiom «il piano è inaccettabile e va come tale respinto. Siamo pronti ad una discussione solo se il presupposto di partenza è il rilancio e la salvaguardia dei siti, con chiare missioni produttive, sostenute da investimenti, garantendo un futuro occupazionale ai territori interessati. L’azienda deve presentare un nuovo piano industriale, non può presentarsi tre mesi dopo l’acquisizione e voler dimezzare i dipendenti. Non lo consentiremo. Il Governo deve passare dagli annunci ad effetto, ad una proposta accompagnata da risorse economiche vere a sostegno anche diretto dell’industria, per concorrere alla sostenibilità nella competizione globale. La nostra mobilitazione prosegue con lo sciopero di tutta la categoria di domani a Varese e di venerdì a Siena» concludono Tibaldi e Larghi.
«Il piano industriale riproposto oggi da Beko è inaccettabile e va ritirato dall’azienda. Lo abbiamo ribadito in modo chiaro e fermo nel corso del tavolo che si è svolto oggi pomeriggio al Mimit. Comunanza non può chiudere così come va tutelata l’occupazione nella sede di Fabriano. Tutte le istituzioni e le forze sindacali sono unite insieme al Governo per fare muro su questa vertenza. La priorità è la salvaguardia dell’occupazione, delle competenze e della storia industriale di questo settore strategico per le Marche. Nel mio intervento ho fatto appello alla responsabilità sociale dell’azienda, le sue sfide non possono essere scaricate sulle spalle dei lavoratori. Ringrazio il Ministro Urso che a nome del Governo ha ribadito l’irricevibilità del piano industriale attuale di Beko, chiedendo all’azienda di presentarne uno nuovo che tuteli i lavoratori e rispetti le prescrizioni della golden power. Il tavolo verrà riaggiornato a metà gennaio per valutare le decisioni di Beko. L’obiettivo e l’auspicio è che l’azienda riveda totalmente le proprie posizioni su questa vicenda fondamentale per le Marche». Queste le parole del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli oggi, nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy al termine del tavolo sulla vertenza Beko Europe al quale ha partecipato insieme agli assessori al Lavoro Stefano Aguzzi e alle Attività produttive Andrea Maria Antonini. A presiedere l’incontro il ministro Adolfo Urso.
«Abbiamo sostenuto di passare dalle parole ai fatti, mettendo in campo ogni strumento per evitare un disastro occupazionale e industriale. Ancora adesso – spiega in una nota Antonio Spera, Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici che ha preso parte all’incontro decisivo per Beko Italia unitamente a Francesco Armandi, coordinatore UglM Whirlpool e Fabio Capolongo della segreteria Ugl di Ascoli – Beko Europe non presenta un piano industriale assertivo, che preveda investimenti significativi in Italia e un piano produttivo e occupazionale che corrisponda alle prescrizioni della golden power, sia in riferimento alla sovrapposizione con gli altri stabilimenti Whirlpool in Europa, sia con quelli di Beko in Romania. Oggi doveva essere annunciato il piano industriale per iniziare a rilanciare il settore e i siti italiani con nuovi prodotti e investimenti, invece è stato ancora e nuovamente parlato di un piano di dismissione e si continua ad affermare che gli stabilimenti sono in perdita e sono a rischio posti di lavoro. La nostra disponibilità a confrontarci su un nuovo piano industriale con investimenti importanti e senza chiusura di stabilimenti è incondizionata. Al governo chiediamo di intervenire immediatamente, metta in campo la Golden Power e fermi la distruzione del settore degli elettrodomestici in Italia. Come Ugl Metalmeccanici – ha concluso Spera – abbiamo fortemente ribadito che vogliamo un nuovo piano a lungo termine scongiurando chiusure e licenziamenti: inoltre, abbiamo respinto al mittente quanto illustrato nel corso della riunione, anche il nostro giudizio resta lo stesso ossia, che il piano e’ inaccettabile sul piano industriale e non corrisponde pienamente alle prescrizioni della golden power’. Insomma i turchi della Beko presentassero un nuovo piano industriale per l’Italia, quello di investimenti su processi e nuovi prodotti con le prospettive di sviluppo e di tenuta occupazionale in ogni stabilimento: cosa che fin’ora non è stato fatto».
«Beko ritiri questo piano industriale. La storia industriale di Fabriano e i suoi lavoratori meritano rispetto. L’Italia non può perdere queste competenze» è la sintesi dell’intervento del sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo, presente oggi al tavolo del Mimit. Per giovedì, dalle 9 di mattina fino a mezzanotte, sono in programma assemblee nello stabilimento di Melano e nelle sedi degli impiegati di Fabriano.
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