Si è svolto ieri a Roma, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’incontro tra Governo, parti sociali, istituzioni locali e i rappresentanti di Beko Europe. Di fronte alla conferma del piano industriale da parte di Beko, con 1900 esuberi suddivisi tra i siti di Fabriano, Comunanza, Siena a Cassinetta, si è levata in modo unanime la richiesta di un suo ritiro e la presentazione al prossimo incontro di gennaio di un vero piano industriale che preveda investimenti e tutela dell’occupazione. «Il piano proposto da Beko e confermato al tavolo ministeriale – commenta in una nota il sindaco Daniela Ghergo – è stato unanimemente ritenuto irricevibile. Non è serio che una multinazionale dopo pochi mesi dall’acquisizione di Whirlpool presenti un piano di esuberi anziché di investimenti volti ad aumentare la produzione. Bene ha fatto il Ministro Urso, coadiuvato dalle organizzazioni sindacali e da tutte le istituzioni locali presenti, a pretendere la presentazione di un nuovo progetto industriale di sviluppo e tutela dell’occupazione. In mancanza, il Ministro ha preannunciato l’applicazione del Golden Power, con le relative sanzioni».
Ghergo evidenzia che «il sito produttivo di Fabriano verrebbe colpito da circa 400 licenziamenti, suddivisi tra lo stabilimento di Melano, il centro di ricerca e sviluppo e gli uffici amministrativi. Per il distretto fabrianese sarebbe una catastrofe, che, unita alla chiusura di Giano Srl da parte di Fedrigoni, avrebbe conseguenze devastanti per l’intera area. Fabriano è stata leader europea del settore del bianco con il gruppo Merloni, potendo contare su professionalità altamente qualificate che, secondo il piano presentato da Beko, andrebbero perse per sempre, non potendo essere ricollocate altrove. Il nostro Paese non può continuare a perdere posti di lavoro e produzioni storiche a causa delle strategie di profitto di multinazionali straniere che vedono le nostre eccellenze come obiettivi da conquistare. Dobbiamo essere consapevoli che questa è una vertenza che non è circoscritta al solo distretto fabrianese ma, riguardando l’intera sede di Comunanza, coinvolge il destino delle aree interne della regione Marche, e il futuro della produzione metalmeccanica italiana. È una battaglia che coinvolge tutti, a iniziare dalle istituzioni locali che al Tavolo ministeriale hanno fatto sentire la forza della loro unione. Fabriano difenderà i lavoratori e i posti di lavoro insieme agli altri Comuni coinvolti in quella che è una sfida che non possiamo perdere» conclude il sindaco di Fabriano.
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