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Maxi sequestro al porto di Ancona,
intercettate 16 tonnellate di rifiuti
diretti in Albania

OPERAZIONE di Guardia di finanza e Agenzia delle dogane: il carico non sarebbe potuto partire perché non era stato bonificato. Denunciato il rappresentante legale della società esportatrice

Maxi sequestro al porto di Ancona, intercettate 16 tonnellate di rifiuti diretti in Albania. E’ l’operazione messa a segno dalla Guardia di finanza e dai funzionari dell’Agenzia delle dogane.

Durante i controlli, militari e funzionari hanno individuato un autoarticolato pronto ad imbarcarsi su una motonave diretta a Durazzo. Avendo ravvisato discordanze documentali, hanno approfondito gli accertamenti e scoperto evidenti difformità rispetto a quanto denunciato nella dichiarazione doganale. La merce è stata allora analizzata da esperti dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale, i quali hanno classificato i prodotti quali rifiuti urbani, rientranti cioè nella “lista ambra” (rifiuti che presentano un potenziale rischio ambientale e richiedono maggiore controllo, possono essere pericolosi o non pericolosi e la loro movimentazione richiede una notifica preventiva e il consenso scritto delle autorità competenti dei Paesi di spedizione, transito e destinazione).

Per la spedizione di tali materiali è dunque necessaria una procedura di bonifica, non realizzata dai responsabili, oltre che l’autorizzazione preventiva del Paese ricevente. Nel caso di specie, però, l’Albania (paese destinatario della merce) vieta l’importazione di questo di prodotti. L’intervento eseguito si è concluso con il sequestro di 16mila chili di rifiuti tessili per un valore di svariate migliaia di euro che si tentava di trasportare illecitamente verso un Paese extra-comunitario, oltre che con la denuncia a piede libero del rappresentante legale della società esportatrice per i reati di “traffico illecito di rifiuti” e “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”.

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