Aveva trovato in rete un sito di autodemolizioni, contattandolo quindi per l’acquisto di un ricambio.
All’uomo, un 52enne anconetano, era stato risposto che il ricambio “quadro strumenti” era disponibile al prezzo di 100 euro comprensive delle spese di spedizione.
Inoltre, la persona che si presentava come dipendente della ditta, comunicava per il futuro una nuova utenza cellulare e, a mezzo Whatsapp, inviava al 52enne il numero iban sul quale avrebbe dovuto effettuare il bonifico.
Successivamente però, il pezzo non è arrivato e il ‘venditore’ è risultato irraggiungibile.
Sporta la denuncia, i poliziotti di Jesi hanno avviato le indagini e risalendo all’Iban nel quale era confluita la somma di denaro, sono riusciti a scoprire e a denunciare il truffatore: un 28enne di Avellino con precedenti specifici per truffe.
Denunciato anche un 28enne napoletano per il reato di truffa aggravata, a seguito della denuncia sporta da un 31enne jesino che aveva ricevuto un messaggio sul canale dove abitualmente riceveva le comunicazioni da parte dell’Istituto di credito di cui è correntista. Il messaggio diceva testualmente «Un dispositivo ha accesso al suo account dissocialo ora», con un link a seguire.
L’uomo, cliccando sul link, è stato subito reindirizzato ad una pagina del tutto simile a quella del sito della propria banca, dove ha inseriva i suoi dati e il numero di cellulare. Poco dopo è stato contattato da uno pseudo addetto clienti che lo ha messo a conoscenza che ignoti avevano avuto accesso al suo conto corrente sottraendo dei soldi. Aggiungeva inoltre che per bloccare tali addebiti, avrebbe dovuto seguire una serie di operazioni che lui stesso gli avrebbe indicato.
In realtà, tutto ciò è servito a fargli effettuare a sua insaputa 2 bonifici: uno dell’importo di 1.590 euro e l’altro di 2.400, a favore di due distinti iban.
Capito successivamente di essere stato in realtà truffato. Ha sporto denuncia al Commissariato di Jesi che, tramite l’iban, sono risaliti al 28enne di Napoli.
Il dirigente del Commissariato, Paolo Arena, mette in guardia i cittadini raccomandando di «Non cliccare mai su link che reindirizzano su siti truffa , non fornire mai dati personali e password, contattare in caso di dubbi direttamente la banca di appartenenza parlando col direttore e soprattutto rivolgersi alla Polizia di Stato che, grazie all’esperienza derivante dai tanti casi trattati, potrà aiutare le vittime a scongiurare veri e propri depauperamenti patrimoniali».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati