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Crisi industriale, Cna: «Servono
interventi mirati
e sostegno alle piccole imprese» 

ANCONA  –Secondo i presidenti Fenucci e Carnevali si deve puntare su settori strategici come l’agroalimentare. «La qualità e la sostenibilità delle produzioni locali possono diventare il motore di un nuovo sviluppo»  

 

La provincia di Ancona sta affrontando una fase di crisi, in particolare nel settore manifatturiero, preoccupante con ripercussioni gravi sull’occupazione e sulla coesione sociale del territorio. Grandi realtà produttive, come Moncaro o più piccole ma importanti come la cooperativa La Terra e il Cielo, si aggiungono alle difficoltà già registrate in aziende industriali come Beko e Fedrigoni. «Queste chiusure e ridimensionamenti stanno privando il territorio di migliaia di posti di lavoro e mettono a rischio il futuro economico di molte famiglie. – mette in evidenza una nota a firma dei presidenti di Cna Agricoltori e Bevande Anna Fenucci e Samuele Carnevali – Questo scenario conferma una tendenza purtroppo consolidata negli ultimi anni: la perdita progressiva di aziende simbolo dell’eccellenza locale, che ha trasformato alcune aree della provincia in veri e propri deserti industriali».

Secondo Cna Ancona il rilancio economico deve passare per il sostegno alla manifattura e alle piccole imprese, puntando su settori strategici come l’agroalimentare. «Questo comparto, particolarmente radicato nell’entroterra anconetano, rappresenta una soluzione di sviluppo grazie all’attenzione alla qualità e alla sostenibilità dei suoi prodotti. Investire nell’agroalimentare non solo significa creare posti di lavoro, ma anche valorizzare il territorio e la sua identità, rendendolo più competitivo sui mercati nazionali e internazionali» prosegue il comunicato.

Lo Stato ha messo a disposizione risorse significative per le aree di crisi complessa, come gli oltre 80 milioni di euro stanziati per sostenere investimenti, formazione e attrazione di imprenditori. Tuttavia, le modalità di accesso a questi fondi risultano inadeguate alle esigenze delle micro e piccole imprese, che rappresentano il tessuto economico della provincia. La soglia minima di per accedere ai finanziamenti esclude di fatto molte piccole realtà. È urgente rivedere questi criteri, riducendo le soglie di investimento richieste e introducendo strumenti come il microcredito per favorire l’accesso anche alle aziende più piccole. Inoltre, è necessario semplificare le procedure burocratiche, che oggi rappresentano un ulteriore ostacolo per chi vuole avviare o ampliare un’attività. Esempi di successo già presenti nel territorio, come alcune startup agroalimentari, dimostrano che piccoli investimenti possono generare un impatto significativo in termini di occupazione e crescita economica.

«Ogni giorno che passa, la nostra provincia rischia di perdere pezzi fondamentali della sua economia e della sua comunità – concludono Anna Fenucci e Samuele Carnevali – Dobbiamo agire subito, adottando politiche di sostegno che rispondano alle esigenze reali delle imprese e valorizzino i nostri punti di forza, come il settore agroalimentare. – concludono i due presidenti – La qualità e la sostenibilità delle produzioni locali possono diventare il motore di un nuovo sviluppo, soprattutto nelle aree interne. Questo territorio merita un futuro migliore, e tutti insieme possiamo costruirlo».

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