Si mobilitano anche i residenti di San Rocchetto per dire no alla stazione merci di Castelfidardo inserita dal Rfi nel progetto del raddoppio ferroviario della linea Orte-Falconara. Hanno scritto una lettera al vicepremier e ministro dei trasporti, Matteo Salvini, che domani cercheranno di recapitargli a mano a margine del convegno organizzato ad Ancona dalla Lega che lo ospiterà. «Siamo una comunità di residenti senza nessuno colore politico, preoccupati per gli sviluppi legati all’ iter di progetto” potenziamento e sviluppo della direttrice Orte-Falconara-Nodo di Falconara -Completamento del Nodo Falconara -nuova stazione merci di Osimo , che ha individuato l’ area di realizzazione nel nostro quartiere. Vogliamo solo avere chiarezza su questo progetto, siamo assetati di verità.- premettono in un comunicato ufficiale allineandosi alla posizione del sindaco Ascani e dell’Amministrazione comunale- Comprendiamo bene l’ importanza di tale progetto , siamo favorevoli al progresso e a ciò che ne comporta, ma in un area diversa più idonea ad ospitare un opera di tale impatto. Questo scelto è un sito pieno di vincoli paesaggisti e supervisionato dalla soprintendenza , di rilevante interesse storico, situato tra la selva di Castelfidardo e il Parco del Conero dove tra l’ altro vi è il progetto di ampliare i confini del Parco stesso. Di rilevanza strategica da un punto di vista turistico».
I residenti della frazione di Castelfidardo hanno scelto di vivere «in questo contesto rurale consapevoli dei numerosi vincoli presenti come qualità di vita , investendo in molti casi tutti i risparmi di una vita per poter realizzare i propri sogni. – ricordano – Dall’ azienda agricola che produce in regime etico- biologico ,che ha appena investito per ampliarsi. A chi ha comprato solo 3 mesi fa con il sogno di aprire un b&b a chi ha scelto una zona rurale per passare la sua vita. Vogliamo rendere edotto l’ onorevole Ministro Salvini attraverso la lettera».
Nella missiva destinata Salvini viene specificato che gli enti territoriali «si sono resi conto quale fosse l’area individuata per porre la stazione merci in zona a rischio 3 idrogeologico (come da eventi verificatisi nel settembre 2024); di rilevante interesse storico (battaglia di Castelfidardo – incipit del Risorgimento); di rilevante interesse paesaggistico (parco della Selva di Castelfidardo e parco del Conero) e della ruralità Marchigiana. Per tali ragioni, dopo un primo silenzio, molte sono state le osservazioni mosse e pubblicate sul portale Via-Vas); tra queste, oltre alle nostre, quella dell’Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Centrale, della Regione Marche e di altri soggetti. Tutte hanno espresso forti criticità sull’opera tali da non consentire di escludere impatti significativi, addirittura la competente Soprintendenza ha ritenuto nel suo parere che l’opera debba essere sottoposta al procedimento di Valutazione d’Impatto Ambientale al fine di valutare in maniera approfondita nella sede opportuna gli impatti significativi dell’opera in oggetto sul patrimonio culturale e sul paesaggio tutelato».
Dalla data 6 marzo 2025 stanno decorrendo i 45 giorni per l’adozione del provvedimento di assoggettabilità a Via e, quindi, l’iter è attualmente in fase di istruttoria presso la Commissione che dovrà ancora esprimersi. I residenti sono preoccupati e sollecitano al viceprenier «una revisione del progetto, avviare un dialogo con la cittadinanza e con gli esperti del settore e degli enti per esplorare le alternative che possano individuare un’altra area evitando gli effetti dannosi in quella attualmente prevista e garantire una soluzione più sostenibile che consideri magari un recupero di zone della regione che andrebbero riqualificate anche da progettualità strategiche come quella in animo».
Interviene sulla questione anche la Uil. «Riteniamo necessarie – spiega il segretario regionale della Uil Marche, Giorgio Andrean- un’ampia e approfondita verifica tecnica, che contempli più aspetti e una Valutazione di Impatto Ambientale proprio alla luce di questi rischi. Inoltre, ci domandiamo come mai non si siano presi in considerazione altri siti che sembrerebbero più idonei, come ad esempio la zona dell’interporto di Jesi che parrebbe la destinazione più congeniale anche in una prospettiva di sviluppo complessiva dell’intera piattaforma logistica. Sarebbe utile e di buon senso ogni volta che si tratta di costruire un’infrastruttura, coinvolgere il territorio stesso e i soggetti presenti, per evitare di innescare meccanismi negativi e non funzionali allo sviluppo economico e sociale dei territori interessati».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati