Ricci immagina una legge sul fine vita,
ma Sciapichetti lo bacchetta:
«Sono in totale disaccordo»

REGIONALI - Il segretario provinciale del Pd Macerata ed ex assessore regionale dopo le dichiarazioni del candidato governatore: «Non mi risulta sia stato mai discusso un tema così importante in nessuna sede dem o della coalizione. Temi come questo non possono essere trattati con superficialità»

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Angelo Sciapichetti, segretario provinciale del Pd

«Se dovessi diventare presidente della Regione farei una legge sul fine vita». Lo ha detto ieri il candidato governatore del Pd, Matteo Ricci (leggi l’articolo), a poche ore dalla partenza del suo bike tour lungo l’Appennino, nelle città colpite da sisma, alluvioni e crisi economiche. Ma la sua affermazione non mette tutti d’accordo, nemmeno all’interno del suo partito. Il primo a intervenire è infatti il segretario provinciale di Macerata, Angelo Sciapichetti, che in una lettera aperta all’europarlamentare candidato alle prossime elezioni regionali – pubblicata sulla sua pagina Facebook esprime il suo «totale disaccordo», ricordando anche il suo impegno, negli anni, sul fronte «del volontariato socio sanitario, dell’assistenza agli ammalati, nel diffondere la pratica della donazione del sangue, di organi e di midollo osseo».

«Caro Matteo – esordisce Sciapichetti -, non nascondo la mia sorpresa e con lealtà e amicizia voglio dirti che questa volta sono in totale disaccordo (e non sono il solo) con le tue dichiarazioni sul fine vita per due ordine di motivi, uno di metodo e uno di sostanza». Di metodo «in quanto non mi risulta sia stato mai discusso un tema così importante in nessuna sede del Pd o della coalizione» e di sostanza «perché
ci sono temi etici come quello del fine vita molto delicati che non possono essere trattati con superficialità perché vengono tirate in ballo questioni di principio enormi che fanno tremare le vene ai polsi quali l’autodeterminazione, la libertà di rifiutare i trattamenti sanitari, l’accanimento terapeutico».

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Matteo Ricci durante la presentazione della sua candidatura a Osimo

Secondo Sciapichetti, «su questi argomenti bisogna usare molto rispetto e tanta attenzione per tutti e quindi anche per molti credenti che magari possono pensarla diversamente da te. Su questi argomenti nessuno di noi può arrogarsi il diritto di giudicare l’altro e quindi bisogna affidarsi al proprio credo e alla propria coscienza partendo dal presupposto che va sempre guardato con rispetto chi ha una posizione diversa. Il fine vita non può essere banalizzato o relegato ad un problema di destra o di sinistra ma interroga la coscienza di ognuno di noi, laici o cattolici e non può essere tema di campagna elettorale per le regionali perché la Consulta ha sollecitato più volte a legiferare sull’argomento il Parlamento italiano che ad oggi risulta assolutamente inadempiente in materia; non possono esserci infatti 20 leggi
regionali su un tema come questo in quanto così facendo si finirebbe per non garantire al cittadino lo stesso trattamento da una regione all’altra». Allora, per il segretario dem della provincia di Macerata «È urgente invece intervenire alla Camera e al Senato per l’approvazione di una legge nazionale trovando una sintesi politica alta, per evitare di fare un arlecchino di leggi regionali; se non sbaglio nel 2022 un testo frutto di una mediazione politica fu approvato dalla Camera ma il Senato non fece in tempo ad esaminarlo per la fine della legislatura».

Chiara la posizione in cui precisa di rispettare la posizione del candidato governatore, «ma tu che sei candidato a governare la Regione – dice -, devi anche farti carico di rispettare la posizione di tanti come me che avendo il dono della fede credono che la vita umana sia intangibile e che sia un diritto inviolabile da tutelare sempre perché non esiste un diritto alla morte». Rispetto ai temi della campagna elettorale, «mi sarei aspettato piuttosto caro Matteo che avessi detto che un malato non va abbandonato o lasciato solo nella sofferenza e nella malattia e avessi parlato di rafforzare il sistema sanitario regionale delle cure palliative, della terapia del dolore, degli hospice. Il tuo ruolo ti impone di farti carico anche di ascoltare le ragioni di chi su un tema che affronta il mistero della vita e della morte non la pensa come te,
te lo dice uno che è impegnato in politica “non in nome della fede ma a causa della fede” come diceva Zaccagnini, e che ha passato gran parte della propria esistenza a diffondere la cultura della vita nel volontariato socio sanitario, nell’assistenza agli ammalati, nel diffondere la pratica della donazione del sangue, di organi, di midollo osseo».

(redazione CM)

Ricci: «Da presidente delle Marche farei una norma sul fine vita»

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