di Emanuele Garofalo
Città porto, città Mole, città capoluogo. Tre direzioni da seguire per costruire la Ancona del 2025. Presentato in Consiglio comunale il documento del piano strategico: tre anni di lavoro, 120 pagine di relazione finale, 100 interviste dirette e l’assemblea con gli oltre 300 cittadini che hanno risposto alla chiamata nel settembre del 2015. Ecco il risultato, il documento che contiene i suggerimenti, gli spunti e le necessità, riassunte ed elaborate dalla “cabina di regia” formata da Comune, Camera di Commercio, Univpm e Autorità portuale. Il documento sarà illustrato al pubblico nell’assemblea alla Mole del 25 ottobre alle 17, durante l’incontro con l’architetto Iolanda Romano incaricata di curare il piano strategico, l’economista Aldo Bonomi e il responsabile Ubi Banca Centro Sud Nunzio Tartaglia. Una visione che secondo l’assessore delegato al piano strategico Ida Simonella si sta già concretizzando. “Perché abbiamo accompagnato la costruzione della visione con una progettazione vera, intercettando le risorse economiche necessarie ad avviare i progetti che abbiamo disegnato” ha dichiarato in aula l’assessore, citando finanziamenti già incamerati con accordi vincolanti per 75 milioni di euro. Dunque, la recente firma del Lungomare Nord con l’impegno per 40 milioni, il piano delle periferie per Archi e Palombella da 12 milioni, la riqualificazione di Borgo Pio, gli 8 milioni per concludere il recupero della Mole e infine i fondi europei destinati alle città. Il 30 ottobre si firma la convenzione con la Regione per sbloccare i finanziamenti Iti, dopo un lungo tira e molla burocratico e la battaglia legale con Macerata. Finalmente il waterfront tratteggiato dalla giunta Mancinelli potrà muovere i suoi primi passi. A questi vanno poi aggiunti tutti i finanziamenti ancora da intercettare, come ad esempio la collaborazione con Msc per il terminal crociere. In Consiglio comunale il documento è stato presentato dalla stessa “cabina di regia” che ha coordinato i lavori di Ancona 2025: il presidente dell’Autorità portuale del medio Adriatico Rodolfo Giampieri, il rettore Univpm Sauro Longhi e il presidente della Camera di Commercio Giorgio Cataldi.
La sintesi di questi tre anni di lavoro sono tre titoli, tre tracce da seguire per realizzare l’Ancona che i cittadini hanno indicato. Il primo tema è la città porto, dove far convivere il waterfront e le attività produttive, grazie all’ampliamento del bacino Fincantieri, al completamento della Banchina Marche per spostare le attività commerciali e il progetto della penisola per l’attracco dei traghetti. Secondo tema, Ancona città della cultura. Qui il fulcro è il contenitore simbolo della Mole. L’obiettivo è rendere il pentagono del Vanvitelli il centro di produzione e di fruizione di eventi di rilievo nazionale e internazionale, che rendano riconoscibile Ancona e fare della cultura un secondo motore di sviluppo cittadino. L’esempio da seguire è la mostra Ecce Homo, che ha portato in mostra i grandi della scultura italiana contemporanea. Infine, Ancona città capoluogo. “Non è un ruolo da rivendicare, ma da esercitare” ha ricordato il dirigente all’urbanistica Claudio Centanni. Università, sanità, trasporti e mobilità sono tutti servizi da mettere a disposizione delle Marche, invece di essere subiti come penalizzazioni, per poter attirare persone e indotto economico. “Ancona è una città in riattivazione – ha commentato Iolanda Romano, l’architetto a cui il Comune ha dato incarico di curare la redazione di questo piano strategico -. Dalle nostre interviste, il termine più utilizzata per la città era “addormentata”. Ora si stanno cogliendo opportunità e attivando occasioni grazie ad una capacità di governance che porta ad intercettare i flussi finanziari, di cui il Lungomare Nord è un esempio”.
Ancona 2025: la giunta Mancinelli anticipa la città che sarà
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