di Federica Serfilippi
Una donna riservata, a volte schiva, che non ama parlare della sua famiglia. Credente, sì, ma non così tanto da toccare livelli estremi. È questo il ritratto che fanno di Renata Rapposelli, la pittrice scomparsa lo scorso 9 ottobre, i suoi vicini di casa, inquilini del palazzo di via della Pescheria, dove la 64enne si era trasferita un paio di anni fa dopo aver vissuto in via Ruggeri e lavorato per un po’ come autista della navetta interna all’ex Crass, a disposizione degli utenti. Quello sarebbe stato il suo ultimo impiego. Poi, più niente. Fino al giorno in cui si sono perse le tracce, Reny faceva comunque una vita regolare, dedicata al mondo dell’arte e della religione. Da poco, aveva ottenuto l’assegno di mantenimento del valore di 200 euro dall’ex marito Giuseppe, ora indagato per concorso in omicidio e occultamento di cadavere assieme al figlio Simone (leggi l’articolo). «Tutte le mattine – racconta Renzo Pellegrini – si recava nella chiesa di San Domenico per dire una preghiera. È una persona molto tranquilla e gentile, forse era un po’ cambiata dopo un furto subito qualche mese fa. A una riunione di condominio, si era lamentata che qualcuno si era intrufolato in casa e le aveva portato via dei quadri. Così, aveva deciso di cambiare la serratura». Quella serratura che verrà poi schiantata da vigili del fuoco e dai carabinieri dopo la denuncia di scomparsa. Nell’appartamento al primo piano dove vive la pittrice è stato trovato tutto in ordine durante il sopralluogo. Non manca nulla. Ci sono persino i documenti e altri effetti personali. «Della famiglia – continua il vicino – non l’ho mai sentita parlare. Qualcuno del palazzo ha detto di aver visto qualche volta la figlia (abita a Osimo, ndr) venire a trovarla. Del marito e del figlio non si è mai saputo nulla. Non aveva neanche detto che sarebbe andata in Abruzzo». La sua passione, la pittura. «Passa il tempo a dipingere in casa, con la musica accesa». Dal giorno della sparizione, a casa di Reny è rimasto tutto uguale. Nella cassetta della posta c’è ancora una lettera inviata dalla banca. Chissà se la pittrice riuscirà mai a ritirarla. «È una persona molto riservata, bella – ricorda Gaetano Curri, l’inquilino del secondo piano – ma qualche volta ci siamo messi a parlare della sua vita e della pittura. Mi ha detto che ha una figlia, ma non è mai entrata nei dettagli. Cosa le è successo? no lo so, ma siamo tutti in pensiero».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati