Osimo chiederà alla Regione la riapertura del Punto Nascita nell’ospedale Ss. Benvenuto e Rocco, “stante le condizioni attuali dei punti nascita presenti nell’Asur Area vasta 2”. L’idea è maturata oggi pomeriggio nella Sala Gialla, durante il dibattito sulla mozione della Liste civiche, presentata molti mesi fa, mai discussa e incentrata sulla chiusura della Maternità osimana nel 2015. Il documento è stato votato all’unanimità (20 su 20 presenti) dopo una serie di emendamenti che ne hanno rimodulato i contenuti. La decisione corale è arrivata dopo una discussione infarcita di recriminazioni politiche, presenti e passati, tra i vari gruppi sui fattori che hanno portato allo smantellamento del reparto osimano di Ostetricia. Nell’analizzare lo stato dell’arte della sanità osimana, l’ex sindaco Dino Latini (liste civiche), ora consigliere comunale, ha esordito eccependo che “l’ospedale di Osimo si sta sempre più depauperando, anche le unità operative della Radiologia di fatto è stato smantellata: di 7 medici, 2 andranno all’Inrca e 5 saranno salvati sulla pianta organica di Loreto, poi magari lavoreranno a Osimo. In particolare,, la chiusura del reparto di Ostetricia di Osimo ha fatto scoppiare l’ex Salesi ma anche gli ospedali territoriali come quello di Jesi. Tanto che l’Asur sta pensando di rivedere l’organizzazione. Perché allora – ha ripetuto più volte- non modifichiamo la mozione e ci candidiamo per riaccogliere la Maternità nel nostro ospedale stanziando in bilancio 250mila euro per garantire la presenza della guardia ostetrica, requisito di legge? Possiamo reperire i soldi attingendoli dal denaro incassato dalla vendita di Astea Energia?”
Giorgio Campanari, capogruppo del Pd, ha ribattuto ricordando che “il Pd dal 2014 si è opposto fino alla fine per garantire il mantenimento dell’Ostetricia, anche con ricorsi al Tar. Ma uno dei parametri previsti dalla legge per il mantenimento dei punti nascita è la presenza della guardia ostetrica h24 che il Ss Benvenuto e Rocco non ha. Latini lo sapeva da sempre che serviva. I 250mila euro ipotizzati per garantirla oggi, avrebbero potuto metterli a bilancio fin dal 2009 anche le liste civiche che al tempo governavano la città”. “E dov’era invece il Pd quando noi delle liste civiche hanno presentato la petizione salva-Maternità nel 2014? hanno incalzato le consigliere Monica Bordoni e Gilberta Giacchetti (liste civiche). Anche la consigliera pentastellata Sara Andreoli si è domandata “se le liste civiche potevano fare qualcosa, attivandosi per tempo, mentre governavano la città. La legge Balduzzi lo prevedeva già nel 2011. Latini in quel momento era consigliere regionale e doveva sapere che la Maternità osimana aveva bisogno di una guardia ostetrica”. Il leader delle liste civiche ha replicato spiegando che “nel 2012 la questione sulla sopravvivenza della Maternità non si poneva in questi termini. Era già nato un comitato che era stato anche ascoltato dall’allora assessore Mezzolani. Si era deciso solo che in relazione ai criteri del 2010 il punto nascita osimano li rispettava e quindi era stato salvaguardato. Non si parlava affatto della guardia ostetrica”.
Tre gli emendamenti presentati per modificare il testo della mozione delle liste civiche: uno impegnava la giunta come “atto politico amministrativo”, il secondo sollecitava “la riapertura in Osimo stante le condizione dei punti nascita nell’Area Vasta 2”. Queste modifiche, entrambe a firma delle liste civiche, però, sono state bocciate. Il terzo emendamento, depositato dal Pd, ha invece invitato a cassare tutto il deliberato con le cifre, lasciando intatta la richiesta di riaprire il punto nascita ed è stato approvato. E’ stato decisivo per cambiare il testo della mozione, ma alla fine ha ottenuto l’accordo di tutti. “Il vostro emendamento chiedeva alla giunta di trovare 250mila euro per il punto nascita – ha evidenziato Campanari nel chiarire le motivazioni della bocciatura dei due emendamenti civici – noi chiediamo la riapertura sì, ma senza cifre per riattivarlo per il semplice fatto che non sappaimo quanto servirebbe”. Latini, insieme il capogruppo Sandro Antonelli ed il consigliere Antonio Scarponi, hanno ribattuto che “se non c’è compartecipazione economica con l’Asur sarà difficile che la richiesta venga accolta. Mettiamo almeno l’impegno a partecipare facendo riferimento agli introiti Astea. Dobbiamo cogliere il momento”. Il sindaco Pugnaloni però ha riportato tutti all’ordine. “Dobbiamo imparare ad essere seri, con queste mozioni ci facciamo ben poco anche se io la voterò ma i 250mila euro non potremmo comunque stanziarli per legge perché l’investimento sarebbe fuori dalle competenza del Comune– ha detto il primo cittadino osimano – Chiaravalle e Loreto non sono più ospedali, Osimo dal 1 gennaio sarà Inrca restando con tutte le sue attività e non in concorrenza con Jesi, Senigallia e Fabriano. E la Radiologia resterà come, il laboratorio analisi, il Cup e il Pronto soccorso. Latini ha fatto per anni cartelloni 6×3 contro Spacca, poi però nel 2014 lo ha sostenuto alle Regionali e sapeva bene che l’integrazione Inrca-Osimo avrebbe portato a questo atto finale. Il 1 gennaio 2018 faremo una visita all’ospedale Ss. Benvenuto e Rocco”. Al termine, la mozione emendata e priva di copertura di spesa è stata approvata con il consenso di maggioranza e minoranza.
Ad inizio seduta erano serviti ben 15 minuti al sindaco per elencare tutte le cause del contenzioso accese per l’ospedale di rete dal 1998 al 2012, come richiesto dall’interrogazione a tema, sempre a firma delle liste civiche. Una lista, lunga e articolata, che ha soddisfatto il consigliere Latini, perché “questo resoconto del sindaco conferma che i 15 anni del nostro governo sono stati oggetto di aspre e sulle contestazioni contro i provvedimenti della giunta regionale Spacca”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
era una meraviglia!