di Federica Serfilippi
L’esame del dna e l’autopsia su quello che sembra essere il corpo martoriato e irriconoscibile di Renata Rapposelli, la pittrice teatina scomparsa il 9 ottobre (leggi l’articolo). Sono questi gli accertamenti che verranno svolti nelle prossime e che potrebbero mettere un punto fermo al mistero di Reny. Il dna prelevato dal cadavere, attualmente all’obitorio dell’ospedale di Macerata, verrà probabilmente comparato con quello di uno dei figli della pittrice, la 28enne Maria Chiara, residente a Osimo, e il 43enne Simone Santoleri, indagato con il padre Giuseppe per concorso in omicidio e occultamento di cadavere.
Domattina, il medico legale Antonio Tombolini eseguirà sia il prelievo che l’esame autoptico su quello che è rimasto del corpo, il cui ritrovamento ha imposto l’apertura di un fascicolo per omicidio da parte della procura di Macerata. Il perito potrebbe eseguire accertamenti sulla mandibola della donna e sulla ciocca di capelli bionda rimasta attaccata al cranio. Alla difesa dei Santoleri, rappresentata dagli avvocati Gianluca Carradori e Alessandro Angelozzi, non è stato notificato alcun avviso per partecipare all’esame, dato che si procede contro ignoti e ancora non è certa l’identificazione. E’ previsto inoltre un nuovo sopralluogo nella zona nelle campagne di Tolentino, in contrada Pianarucci, dove venerdì scorso un passante ha trovato il corpo in avanzato stato di decomposizione. L’area è ancora presidiata dai carabinieri per evitare ‘contaminazioni’ della zona, ricca di rovi e vegetazione, nei pressi di un corso d’acqua. Il nuovo sopralluogo sarà effettuato con metal detector, alla ricerca di altri eventuali oggetti sfuggiti alle ricerche, dopo il recupero di una collana con una croce a tau e un orologio, che saranno mostrati ai due indagati.
Allo stato dei fatti, gli accertamenti medico-legali sembrano essere una pura formalità. Tutti i particolari trovati addosso al cadavere sembrano portare a Reny. C’è la collanina con il tau, un simbolo francescano che proverebbe la fervida fede della pittrice. C’è anche un orologio che sembra essere lo stesso che la pittrice era solita portare al polso. E poi un braccialetto. Infine, i vestiti: pantaloni maculati, scarpe sportive e una giacca scura. Gli stessi indumenti che Simone aveva visto addosso alla madre il primo pomeriggio del 9 ottobre. Ma Reny come potrebbe essere arrivata a Tolentino? È distante decine di chilometri sia da Giulianova che da Loreto, il luogo dove Giuseppe ha sempre detto di averla lasciata dopo aver lasciato la casa di via Galilei.
Cosa possa essere successo durante il tragitto, sempre che il viaggio sia mai avvenuto, rimane avvolto nel mistero. Può darsi che dopo essere partiti da Giulianova attorno alle 14 i due abbiano deciso di deviare verso Civitanova Marche e poi l’interno del Maceratese, dove Renata aveva dei conoscenti. Può essere che i due si siano fermati un punto dove passa il fiume Chienti. Cosa è successo poi? Renata è stata uccisa? È caduta in un torrente per sbaglio o si è suicidata? Quest’ultima ipotesi è poco probabile. Reny era una fervida cattolica. Lo dimostrano i quadri raffiguranti personaggi sacri, i racconti dei suoi amici e una collana che ultimamente portava al collo. Una collana che potrebbe essere proprio compatibile con quella trovata addosso al corpo recuperato a Tolentino ieri mattina.
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