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La vergogna di via Circonvallazione:
amianto e discarica
a due passi dalla Cittadella

ANCONA – Dopo il rogo dei rifiuti di alcuni mesi fa, Anconambiente e Erap hanno iniziato la bonifica della striscia di terreno in estremo degrado e abbandono. Ma la maggior parte dell'immondizia e le pericolose coperture in eternit sono ancora all'aria aperta. Fuori uso i box di pertinenza delle case popolari, mentre le rovine sono diventate rifugio per senzatetto

Il cumulo di rifiuti in via Circonvallazione

L’abitazione lesionata, fatiscente e abbandonata a ridosso dell’area in degrado

di Giampaolo Milzi

Una sorta di terra di nessuno in gravissimo stato di degrado che richiama alle mente – e non è un’esagerazione – certe baraccopoli del sud del mondo. E invece siamo in via Circonvallazione, ad Ancona, proprio di fronte al campo trincerato del parco della cinquecentesca Rocca della Cittadella. Terra di nessuno nel senso che è fuori controllo, frequentata anche e soprattutto da balordi, trasformata e consolidatasi in piratesca discarica a cielo a aperto. Questa striscia di terreno infestata inizia là dove finisce la “stecca” delle modeste palazzine popolari (anch’esse da anni in stato precario, prive di una manutenzione all’altezza delle esigenze, numeri civici dal 3 al 7) e si estende per circa 100 metri, e per una larghezza media di 4, dietro un’altra lunga grigia “stecca”, quella costituita da decine e decine di box-magazzino-ripostiglio, ad uso dei residenti dei citati appartamenti di edilizia popolare. Terra di nessuno, perché aperta a tutti, comoda area per disfarsi di rifiuti di ogni tipo senza sobbarcarsi incombenze e talvolta i costi del relativo smaltimento. Ma in realtà terra di qualcuno, precisamente, dicono gli abitanti del posto, di proprietà dell’Erap, l’Ente regionale per l’abitazione pubblica. Così come i box, per lo più fatiscenti, che si aprono sia su sul fronte via Circonvallazione sia sul fronte retro della lunga struttura cui danno forma. Questa zona franca è in realtà individuabile perché segnalata da un grosso cumulo di immondizie che si affaccia in un angolo che dà proprio sulla strada. Precisamente delimitato da un lato (verso le palazzine popolari) da una casa singola a più vani al civico 1, disastrata, cadente, pericolante disabilita – dotata di un spazio verde alle spalle ridotto a savana selvaggia – e dall’altro dall’inizio della “stecca” dei box.  Ci siamo stati, in sopralluogo, a nostro rischio e pericolo, in quell’angolo, ma soprattutto abbiamo percorso la striscia occultata e dimenticata della vergogna civile. E abbiamo segnato sul taccuino di tutto, di più: grossi pezzi di vetro e vetrate, bottiglie, ferraglia e lamiere, tubature, calcinacci e vario materiale edile di risulta, pezzi di arredi e mobilia casalinghi, sanitari, due frigoriferi e altri elettrodomestici rotti, carta, cartoni e cartacce, vecchi libri in gran quantità. E ancora: sette fusti arrugginiti per fortuna riempiti solo d’acqua, acqua che sarebbe utilizzata dal proprietario di un orticello (abusivo?) a ridosso del reticolato con fino spinato che divide tutta l’area eco-devastata da quella contigua e retrostante della Marina Militare. A metà percorso, ecco una specie di grande capanno di fortuna, aperto su due lati, realizzato – probabilmente abusivamente – da qualcuno in legno, canne, plastica, tubature, e ricoperto alla buona con lastre metalliche in disfacimento che hanno tutto l’aspetto di essere costituite da eternit contenente pericolosissimo amianto. Ovviamente i cittadini che vivono nelle palazzine di edilizia popolare hanno segnalato più di una volta la situazione di generale degrado e pericolo alle autorità competenti. A sentir loro, tre mesi fa c’è stato almeno un primo intervento di Anconambiente, i cui operatori, concentratisi soprattutto nel fazzoletto di terra che sbocca sulla via, hanno smaltito parecchi eterogenei rifiuti, tra cui tre divani sfondati, alcuni frigoriferi e passeggini inservibili. Accatastando poi a mo’ di collinetta gli altri rifiuti, che sono ancora lì.

Nella stessa zona una struttura abusiva con copertura in eternit (amianto), secondo quanto denunciato dai residenti delle vicine palazzine Erap di edilizia popolare

Quanto all’Erap, avrebbe iniziato a farsi carico di un’azione di pulizia generale un mese e mezzo fa, affidandosi ad una ditta specializzata, asportando e avviando in discarica, tra l’altro, circa 160 pneumatici usati. Ci siamo resi conto, da quanto citato sopra, che l’opera di pulizia e rimozione è solo all’inizio, e che resta impellente una vera e propria bonifica ambientale. Nel frattempo, un mese e mezzo fa, la gran massa di rifiuti, anche ingombranti, ha alimentato un incendio, che i vigili del fuoco, dopo averlo domato e dopo aver segnalato il caso alla magistratura, ritengono di origine dolosa. Residenti giustamente esasperati, dunque, e segnati da un senso di abbandono da parte delle istituzioni. Per quanto riguarda i box-magazzino, che si tratti di una pertinenza a loro disposizione, è certificato dal contatto d’affitto sottoscritto con l’Erap per gli appartamenti. Il paradosso è che essendo i box piazzati a ridosso della strada, di notte sono spesso presi di mira da malintenzionati, che ne forzano gli ingressi, rubano quel po’ di utile che vi è conservato, li devastano, talvolta ci passano la notte. C’è chi ha provveduto a cambiare la serratura una, due volte. Ma moltissimi, alla fine, hanno rinunciato ad utilizzarli.  Per concludere, il piccolo mistero costituito dall’abitazione in cemento, mai completata del tutto e priva di finiture, che sembra essere stata colpita da un fortissimo terremoto. Finestre aperte o mancanti, sporcatissima, pareti segnate da profondissime crepe, solo parzialmente chiusa sulla facciata principale, facilmente accessibile dallo spiazzo erboso dietro, a guardarla pare che alcune parti possano crollare da un momento all’altro. Sembra che sia stata acquistata e semi-ristrutturata da un anziano signore qualche tempo fa. Un’opera incompiuta e abbandonata, perché – pare – il proprietario si è ammalato e se ne sono perse le tracce. Mentre, assicurano i residenti Erap, sono visibili le tracce dei senzatetto, che la usano di tanto in tanto come dormitorio. Il nostro sopralluogo in questo ramo marcio e parallelo di via Circonvallazione – in stato di intollerabile degrado e quindi a rischio per la popolazione e l’ambiente – ha dato il là all’ennesimo sos degli abitanti della zona. Erap, Comune, Anconambiente, carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) – inutile sottolinearlo – sono tutti fortemente “wanted”.

Fiamme in via Circonvallazione, arrivano i vigili del fuoco

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