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Caos Tari: rimborsi e rischio rincari
Mancinelli: «Pagheremo senza
bisogno di fare ricorsi»

ANCONA – Il Ministero certifica lo sbaglio del Comune, 16mila anconetani dovranno essere rimborsati dal 2015 ad oggi. Il sindaco: “Ci adegueremo dal prossimo anno”. Ma l'intervento è un boomerang: altre 24mila famiglie rischiano gli aumenti della tassa dal 2018. Le associazioni dei consumatori: “Si eviti di far pagare di più tutti”. Berardinelli (Fi) chiede la convocazione di una commissione ad hoc: “Gli errori in alcuni casi hanno portato al raddoppio della tassa dovuta, Mancinelli chieda scusa”

 

Caos Tari, arriva l’ultima parola del Ministero dell’Economia. Con la circolare sulla applicazione della tassa sui rifiuti diffusa lunedì pomeriggio dal Mef, si mette la parola fine alla polemica: il Comune ha sbagliato ad intepretare la norma e dovrà rimborsare chi ha pagato di più per tre anni, dal 2015 al 2017. La parola del Ministero diventa però un boomerang: perché se 16mila anconetani hanno diritto al rimborso per aver pagato, secondo le proiezioni del Comune, una media di 30 euro in più all’anno per il proprio garage o cantina, le altre 24mila famiglie senza pertinenze che finora hanno sborsato di meno rischiano di subire rincari dal prossimo anno. E non è ancora chiaro il Comune da dove prenderà i soldi per pagare i rimborsi. Il sindaco Valeria Mancinelli intanto invita ad evitare l’assalto ai Caf e commercialisti per presentare i ricorsi contro il Comune. “Applicheremo le nuove regole a tutti d’ufficio” spiega il sindaco. “La circolare del Mef ribadisce il criterio espresso dal sottosegretario Baretta – spiega Mancinelli -. A questo ci atterremo in sede di bilancio di previsione del 2018. I primi di gennaio porteremo il bilancio in discussione e adegueremo la Tari ai nuovi criteri”. Vale a dire che le nuove regole saranno valide dal prossimo anno. E i rimborsi? “Quello che la circolare non chiarisce sono tempi, modalità e risorse economiche dei rimborsi, fermo restando il diritto al recupero delle cifre per i 3 anni antecedenti. Appena tempi e modalità saranno certi, applicheremo i rimborsi a tutti. Non c’è bisogno di fare ricorsi, sarebbe una perdita di tempo. Della questione ovviamente si sta occupando anche l’Anci, perché non è un problema che riguarda solo Ancona, ma tante città da nord a sud”. Impossibile perciò al momento stimare quanto la questione avrà impatto sui bilanci del Comune, se dovrà essere Palazzo del Popolo a mettere mano ad una manovra correttiva per trovare i soldi da rimborsare o se potrà attingere ad un fondo nazionale. Di certo, questo oggi è stato il tema caldo al tavolo di giunta.

Il sindaco Mancinelli con l’assessore alle finanze Fabio Fiorillo

Ma cosa dice il Mef? “Con riferimento alle pertinenze dell’abitazione appare corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica” si legge nel passaggio chiave delle quattro pagine della circolare. Ha sbagliato il Comune ad applicare la quota variabile della tassa rifiuti moltiplicandola per ogni garage, cantina o pertinenza in aggiunta alla abitazione principale. Tradotto: chi ha un garage o una cantina ha pagato di più, ma visto che il conto totale della Tari pagato da famiglie e imprese anconetane deve portare sempre la stessa cifra di 20,1 milioni di euro, ovvero quello che paga il Comune per il costo del servizio di igiene urbana affidato ad Anconambiente, questo significa anche che ci saranno aumenti per chi finora ha pagato di meno. Per mettere qualche certezza nella confusione, il capogruppo Fi Daniele Berardinelli chiede la convocazione di una commissione comunale Bilancio. La riunione dei commissari era già in agenda per martedì pomeriggio, ma è saltata in extremis. “Sicuramente una coincidenza – commenta Berardinelli – che mi porta però a chiedere attraverso la stampa la convocazione urgente della commissione alla presenza dell’assessore Fiorillo e del sindaco, per fare chiarezza delle modalità di rimborso della Tari”. Berardinelli contesta anche il calcolo dei 30 euro fornito da sindaco e assessore.

Daniele Berardinelli in Consiglio comunale

“Solo per fare alcuni esempi pratici, 4 persone con appartamento di 80 metri quadri e due pertinenze di 12 e 8 metri quadri nel 2017 hanno pagato 93,74 euro in più – scrive Berardinelli -. E l’errore è stato fatto ogni anno per tre anni, con cifre diverse. Due persone con appartamento di 120 metri quadri e un box di 12 metri quadri, una soffitta di 10 metri quadri e una cantina di 8 metri quadri, hanno pagato 147,55 euro in più dei dovuti 293,79 euro, pagando ben 441,34 euro, da sommare alle cifre pagate in più negli anni precedenti, oltre il 50% di differenza in più. Addirittura un anziano single che vivesse nella casa di 80 metri quadri e le tre pertinenze di cui sopra, avrebbe pagato l’80,92% in più di quanto dovuto. Altro che 15/30 euro a famiglia che con strafottenza e senza basi concrete, incurante delle difficoltà attuali delle famiglie, il sindaco aveva indicato con arroganza come oscillazione tra minimo e massimo del rimborso dovuto – continua Berardinelli -. E speriamo che sottovalutare l’errore non fosse un subdolo tentativo per cercare di scoraggiare i cittadini a chiedere indietro i soldi pagati in più. E il danno riguarda anche la Provincia di Ancona che avendo diritto al 5% della tassa comunale, si troverà con un buco nel bilancio. Tutto dovrà essere restituito agli anconetani, chiaramente senza doversi rivolgere ad un professionista a pagamento, e ci auguriamo con le scuse della sindaca per l’ennesima cantonata presa”. La nota del Mef scatena anche le associazioni di categoria Adiconsum, Adoc e Federconsumatori. “Il rimborso è dovuto. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze lo ha chiaramente affermato in una circolare, nella quale viene spiegato che la parte variabile della tassa non può essere applicata anche sulle pertinenze. Ma, Comune di Ancona a parte, nelle Marche non è ancora chiaro quanti e quali siano i comuni interessati dal problema di ricalcolo e dall’eventuale rimborso dovuto al contribuente – scrivono in una nota congiunta le tre sigle dei consumatori -. Si apre, ora, la rincorsa al ricorso. Alla legittima pretesa del contribuente che ha pagato più del dovuto, però, si contrappone la necessaria attesa per un approfondimento sulle modalità di restituzione degli importi. Adiconsum Marche, Adoc Marche e Federconsumatori Marche chiedono ai Comuni di procedere direttamente ad un rimborso automatico, come peraltro lo stesso Comune di Ancona ha annunciato di voler procedere, evitando al cittadino un ulteriore impegno anche in termini economici. Considerato che la Tari è stata istituita nel 2014 e che l’eventuale richiesta di rimborso deve essere inoltrata, come anche la stessa circolare ministeriale ricorda, entro i cinque anni dal giorno del versamento, i contribuenti potranno attendere di conoscere nel dettaglio le decisioni che scaturiranno a seguito di una più attenta analisi del problema da parte delle amministrazioni – aggiungono le associazioni -. Le stesse, infatti, sono chiamate a ricercare una soluzione tecnica che sia compatibile con il  piano di costo per lo smaltimento dei rifiuti il quale per restituire tali importi ad una parte di contribuenti imporrebbe, altrimenti, di aumentare la tassa a tutti gli altri”.

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