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Il Tar boccia l’azienda unica
dei rifiuti: va fatta la gara per l’appalto

ANCONA – La magistratura accoglie il ricorso di Marche Multiservizi (Hera) e stoppa il disegno di affidamento diretto dei servizi di igiene urbana a Multiservizi e Ecofon (Astea). Bocciato il progetto promosso dal sindaco di Ancona Mancinelli

 

Azienda unica dei rifiuti, il Tar boccia il progetto approvato dai Comuni dell’Assemblea territoriale d’ambito, capitanati dal sindaco del capoluogo Mancinelli. Cinque anni di lavoro stoppati dalla sentenza della magistratura, che ha accolto il ricorso presentato da Marche Multiservizi, la società che opera in provincia di Pesaro e partecipata da Hera. Il motivo? Per il collegio del Tar presieduto dal giudice Maddalena Filippi, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti non può essere affidato direttamente senza gara, tanto meno alla nuova società consortile che si dovrà costituire tra Multiservizi ed Ecofon, perché nessuna delle due società avrebbe i requisiti per ottenere il servizio diretto “in house”. Cestinato dunque il progetto approvato lo scorso 27 luglio dall’Ata con la maggioranza del 68,8% dei Comuni e l’aperta contrarietà dei Comuni di Jesi e Fabriano. La sentenza è stata pubblicata oggi. Due i profili accolti dal Tar. Il primo, è l’affidamento senza gara del servizio, che la magistratura definisce una eccezione alla regola perché “attraverso gli affidamenti in house si sottraggono alla competizione di mercato servizi contendibili e solitamente remunerativi, il che è consentito dall’ordinamento sovranazionale solo a certe restrittive condizioni” si legge nella motivazione.

Il Tar Marche

Il secondo punto è la mancanza dei requisiti di Ecofon e Multiservizi. Ecofon, la società del gruppo Astea partecipata dai Comuni della Valmusone guidati da Osimo, viene definita una “scatola vuota”, “non operativa”, finanziata con 178 mila euro di capitale sociale direttamente da Astea. A Multiservizi viene invece contestata l’operatività nel ramo gas tramite la società Edma (venduta a fine dicembre al gruppo Estra in cambio di una partecipazione del 10% nella holding toscana). Per ottenere l’affidamento in house infatti, la società non dovrebbe superare il 20% del proprio fatturato da attività sul libero mercato. Il Tar invece rileva che i fatturati derivanti da gas ed energia, valgono per Multiservizi ben 105 milioni di euro. Le attività idriche valgono invece 65 milioni, a cui andrebbero aggiunti i 45 milioni stimati dal servizio igiene, per un totale di 110 milioni di euro. Il limite del 20% perciò è più che sforato: le attività sul libero mercato di Multiservizi valgono tanto quanto i servizi gestiti per conto dei 44 Comuni soci della Provincia di Ancona. La sentenza del Tar rimette il pallino nelle mani dei Comuni dell’Ata. La delibera presa a maggioranza lo scorso 27 luglio infatti era stata sospesa dalla stessa assemblea dei Comuni, in attesa che venissero discussi i ricorsi presentati da Marche Multiservizi e Rieco. Di fatto, è la fine dell’azienda unica provinciale dei rifiuti.

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